Le scelte adottate dai cittadini per ampliare e mantenere aggiornate le proprie conoscenze, la fruizione delle diverse attività culturali e la pratica di attività fisica sono alcune delle dimensioni che contribuiscono alla determinazione del capitale sociale di un paese e, quindi, il senso civico dei suoi cittadini. L’analisi dei comportamenti dei cittadini nella sfera culturale può offrire un contributo significativo alla misura del benessere individuale e al grado di coesione sociale, oltre alla disamina delle condizioni esclusivamente economiche. La dimensione culturale, infatti, è particolarmente significativa in tutte le economie avanzate, poiché è associata positivamente alla crescita del reddito pro capite.
In breve
- Nel 2023, le famiglie italiane destinano a ricreazione e cultura il 5,8 per cento della spesa per consumi, a fronte di una media europea del 7,6 per cento.
- Nel 2024, la fruizione delle attività culturali che si svolgono fuori casa continua a crescere, seppure a un ritmo più lento di quello rilevato nel periodo immediatamente successivo alla pandemia. I tassi di partecipazione alle diverse attività di intrattenimento fuori casa sono tornati ai livelli pre-pandemici. Gli aumenti più consistenti hanno interessato la partecipazione agli spettacoli cinematografici (+4,6 punti percentuali), i concerti di musica diversi da quella classica (+3 punti percentuali) e le rappresentazioni teatrali (+ 2,2 punti percentuali).
- Nel 2022, in Italia, sono presenti 4.416 musei e istituti similari aperti al pubblico: 3.392 musei e gallerie, 298 aree archeologiche e 726 monumenti.
- Il patrimonio museale censito nel 2022 è diffuso su tutto il territorio: presso un comune italiano su quattro è presente almeno una struttura museale (27 per cento). Si contano 1,5 musei ogni 100 kmq e 1 museo ogni 13 mila abitanti.
- Nel 2022, dopo due anni di pandemia ed un netto calo della fruizione del patrimonio museale, si registrano quasi 108 milioni di visitatori, un valore che torna in linea con i livelli pre-pandemici.
- Nel 2023, aumenta lievemente (1 punto percentuale) la quota di quanti leggono almeno un libro all’anno, nel tempo libero, e diminuisce, nella stessa misura, la percentuale di lettori di quotidiani.
- Nel 2023, come nell’anno precedente, libri e quotidiani si leggono più al Nord che al Mezzogiorno, con l’eccezione della Sardegna, dove la quota di lettori è analoga a quella del Nord.
- Nel 2022, si registrano in media 596 ingressi in biblioteca ogni mille abitanti: in crescita, rispetto al 2021, quando erano 435, ma ancora inferiore, rispetto al 2019, quando gli accessi erano 837.
- Nel 2024, la quota di persone di 6 anni e più che ha utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi, per leggere giornali, informazioni e riviste online è pari al 46,1 per cento.
- Nel 2024, solo il 15 per cento degli utenti di Internet utilizza la rete per accede ai libri in formato digitale. I giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono i maggiori utilizzatori del web per quest’attività.
- Nel 2023, poco più di un terzo della popolazione di 3 anni e più pratica sport nel tempo libero (36,9 per cento). La quota più elevata è in Trentino-Alto Adige/Sudtirol (53,8 per cento), mentre quella più bassa si registra in Calabria (24,0 per cento).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2022, le famiglie italiane destinano mediamente alla spesa per ricreazione e cultura il 6,9 per cento della spesa complessiva per consumi finali.
Nel 2024, continua la ripresa generalizzata della fruizione delle attività culturali svolte fuori casa, iniziata nel 2022, ma a un ritmo meno sostenuto di quello registrato nel 2023. Gli incrementi più consistenti riguardano la visione di spettacoli cinematografici (45,5 per cento, rispetto al 40,9 per cento del 2023), gli altri concerti di musica (24,7 per cento, rispetto al 21,7 per cento del 2023) e le rappresentazioni teatrali (22,0 per cento, rispetto al 19,8 per cento del 2023).
Nel 2022, il patrimonio museale è costituito soprattutto da strutture che appartengono ad un soggetto pubblico (65,0 per cento). In particolare, il 45,1 per cento delle strutture museali appartiene ad un ente locale.
I musei archeologici sono la tipologia di museo più presente (12,2 per cento), seguiti dai musei di arte medievale e fino a tutto l'Ottocento (10,3 per cento), musei tematici e specializzati (10,3 per cento) e da quelli etnografici e antropologici (10,1 per cento).
Nel biennio 2020-2021, il numero dei visitatori di musei istituti similari subisce un netto calo, a causa della pandemia: da circa 130 milioni di visitatori (nel 2019) si passa a poco più di 36 milioni (nel 2020), con una diminuzione del 72,2 per cento. Nel 2021, si assiste alla ripresa della fruizione culturale, con circa 48 milioni di visitatori nei musei.
Nel 2022, liberi dalle restrizioni dovute alla pandemia, il numero di fruitori del patrimonio museale cresce del 121,8 per cento, raggiungendo quasi 108 milioni di visitatori, in media 24.782 visitatori per museo. Un museo su tre registra fino a mille visitatori (35,3 per cento); i musei con più di 50 mila visitatori sono complessivamente solo il 7,0 per cento. Oltre 42 milioni di visitatori (39,2 per cento) hanno fruito gratuitamente del patrimonio museale.
Nel 2022, i musei italiani sono visitati da quasi 45 milioni di stranieri, pari al 41,5 per cento del totale dei visitatori. Gli stranieri rappresentano più della metà dei visitatori solo nel 5,6 per cento delle strutture museali.
Nel 2022, due strutture museali su tre sono attrezzate ed organizzate per accogliere le persone con disabilità motoria, garantendo l'accesso alla struttura attraverso rampe e/o scivoli, piattaforme o ascensori per superare dislivelli (62,2 per cento) e con servizi igienici a norma (68,2 per cento). Il 41,1 per cento delle strutture è dotato di segnaletica esterna e/o interna chiara e leggibile, a grandi caratteri e corredata di pittogrammi; il 35,2 per cento ha pavimenti antiscivolo e antiriflesso. I musei che favoriscono la fruizione culturale alle persone con disabilità cognitive, visive o uditive sono, invece, meno diffusi. Nel 10,7 per cento delle strutture sono presenti percorsi tattili o podotattili, carte con disegni a rilievo, cataloghi e/o pannelli esplicativi in Braille e, nel 10,6 per cento di esse, sono disponili percorsi e programmi di visita dedicati a persone con disabilità cognitive. Mappe tattili orientative - fisse e/o portatili - degli spazi fisici della struttura sono disponibili in meno di una struttura museale su dieci (8,5 per cento) e solo il 2,4 per cento delle strutture museali offre mappe e percorsi con i simboli della Comunicazione aumentativa alternativa (CAA). Video in Lis (Lingua italiana dei segni), con sottotitoli in italiano e voce narrante sono disponibili solo nel 5,9 per cento dei musei. Undici musei su cento garantiscono alle persone con disabilità la presenza di un assistente dedicato, durante la visita.
Nel 2023, aumenta lievemente la quota di lettori di libri, pari al 40,1 per cento della popolazione di 6 anni e più (39,3 per cento, nel 2022). Tra questi, il 43,7 per cento legge fino a 3 libri l'anno, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono il 15,4 per cento. La lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani nella fascia d’età 11-24 anni e della componente femminile di popolazione.
Nel 2023, è in leggero calo la quota di lettori di quotidiani (26,1 per cento della popolazione di 6 anni e più), rispetto al 2022. I maschi, più delle femmine hanno l’abitudine di leggere quotidiani e, per entrambi i sessi, i maggiori lettori di quotidiani appartengono alla fascia d’età più adulta (45 anni e più).
Nel 2022, rispetto agli anni precedenti, si osserva una tendenza positiva per quanto riguarda la presenza delle biblioteche sul territorio. Il numero di comuni italiani con almeno una biblioteca è aumentato, passando dal 58,2 per cento (2019) al 67,5 per cento (2022). Inoltre, si è registrato un aumento costante del numero di biblioteche ogni 10mila abitanti, con un incremento di 0,2 unità, dal 2019 al 2022.
Anche gli accessi alle biblioteche sono in crescita, sebbene non abbiano ancora raggiunto i livelli del 2019: nel 2022, si sono registrati 596 ingressi per biblioteca, ogni mille abitanti, un dato comunque inferiore rispetto agli 837 ingressi del 2019. Un altro aspetto positivo riguarda le biblioteche che offrono più servizi all’utenza: la percentuale è aumentata, passando dal 3,7 per cento (2021) al 6,6 per cento (2022), ben oltre il dato del 2019 (5,7 per cento).
Nel 2024, rispetto al 2023, la percentuale di individui che leggono giornali, informazioni e riviste su Internet aumenta di 1,8 punti percentuali (46,1 per cento). Il fenomeno è più diffuso tra i maschi (48,7 per cento), con una differenza di 5,1 punti percentuali, rispetto alle femmine. La fascia di età più attiva è quella compresa tra i 25 e i 54 anni, con un picco nella fascia 25-34 anni (64,1 per cento).
Lettori di quotidiani, Libri, quotidiani e riviste su internet (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
Nel 2024, solo il 15 per cento degli utenti di Internet utilizza la rete per accede ai libri in formato digitale. I giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono i maggiori fruitori del web per quest’attività, con un picco nella fascia di età 18-24 anni (28,4 per cento).
Nel 2024, rispetto all’anno precedente, aumenta di 2,2 punti percentuali la quota di persone di 6 anni e più che ha utilizzato Internet per leggere o scaricare ebook, negli ultimi 3 mesi. Per questo tipo di attività, si registra un vantaggio a favore delle femmine, più ampio nelle fasce d’età più giovani, in cui la lettura dei libri in formato digitale è più diffusa. Il 35,3 per cento delle ragazze nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 24 anni ha utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per leggere o scaricare libri online o ebook, rispetto al 22,6 per cento dei coetanei maschi.
Nel 2023, la pratica sportiva nel tempo libero è seguita dal 36,9 per cento della popolazione di 3 anni e più ed è più diffusa tra i maschi (42,5 per cento). Il 28,3 per cento della popolazione si dedica alla pratica sportiva in modo continuativo.
NOTA: A settembre 2024, le serie storiche dei conti economici nazionali sono state oggetto di una revisione generale finalizzata a introdurre miglioramenti dei metodi di misurazione di componenti e variabili specifiche, derivanti anche dall’utilizzo di fonti informative più aggiornate o, in alcuni casi, del tutto nuove. I dati per l’Italia, riportati nella sezione “EUROPA”, corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate nel mese di settembre 2024, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2020.Invece, per questa edizione di Noi Italia, non sono ancora disponibili le nuove serie regionali di fonte Istat, si è pertanto deciso, per favorire un confronto con le serie storiche nazionali, di non modificare dati e testi della sezione nazionale e di quella regionale, rispetto all’ edizione 2024. I dati riportati nella sezione “ITALIA” corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate a settembre 2023 e quelli nella sezione “REGIONI” alla serie dei Conti economici territoriali pubblicate a dicembre 2023, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2015.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2021, il valore più elevato della spesa per beni e servizi a carattere culturale si osserva nel Nord Italia, dove rappresenta circa il 7,0 per cento della spesa complessiva per consumi finali. Nelle regioni del Centro, il valore è pari al 6,3 per cento e scende al 5,2 per cento nel Mezzogiorno. Le regioni in cui le famiglie hanno destinato a consumi culturali e ricreativi una quota maggiore della spesa finale sono: Piemonte (7,9 per cento), Provincia autonoma di Trento (7,6 per cento), Trentino-Alto Adige/Sudtirol (7,4 per cento), Emilia-Romagna, Umbria e la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (7,3 per cento). Tra il 2004 e il 2021, in Italia, la quota di spesa destinata dalle famiglie ai consumi culturali si è ridotta di 0,9 punti percentuali. La tendenza è generalizzata nelle ripartizioni territoriali e nelle regioni: la riduzione maggiore si registra nel Mezzogiorno e al Centro (-1,1 punto percentuale), in particolar modo, in Puglia e Toscana (rispettivamente, -1,7 e -1,5 punti percentuali).
Nel 2024, la ripresa della fruizione di attività culturali svolte fuori casa, pur avendo riguardato tutta la penisola, ha interessato particolarmente il Centro-nord. Il divario di partecipazione culturale con il Mezzogiorno, ridottosi negli anni della pandemia a causa del calo generalizzato della partecipazione culturale, riguarda particolarmente le visite a musei e mostre (rispettivamente, 38,5 per cento, nel Centro-nord e 24,0 per cento, nel Mezzogiorno) e a siti archeologici e monumenti (34,4 per cento; 24,0 per cento).
Nel 2022, quasi un terzo dei musei e istituti similari (31,4 per cento) si concentra in tre regioni: Toscana (con 530 strutture), Emilia-Romagna (456) e Lombardia (401). L'offerta museale è costituita per oltre il 70 per cento da musei in quasi tutte le regioni. Le aree e i parchi archeologici (6,7 per cento delle strutture museali nazionali) sono più presenti tra le strutture museali della Sardegna e della Sicilia dove rappresentano, rispettivamente, il 23,2 per cento ed il 15,2 per cento dell’offerta museale regionale. I monumenti e i complessi monumentali (il 16,4 per cento del patrimonio museale nazionale) costituiscono il 27,1 per cento delle strutture museali della Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste e il 24,4 per cento dell’offerta museale della Campania.
Nel 2022, le prime tre regioni per numero di visitatori dei musei e istituti similari sono: Lazio, Toscana e Campania che, complessivamente, attraggono quasi 56 milioni di visitatori (pari al 51,7 per cento).
Il Lazio con le sue 302 strutture museali (6,8 per cento) è la prima regione per numero di visitatori (25.803.001, pari al 23,9 per cento del totale nazionale). La regione ospita nella Capitale le prime tre strutture più visitate: il Colosseo, con quasi 6 milioni di visitatori, il Pantheon, con quasi 5 milioni di visitatori e l’area archeologica del Foro Romano e Palatino, con poco meno di 4 milioni.
In Toscana, con il 12,0 per cento delle strutture, si registrano oltre 18 milioni di visitatori (17,1 per cento del totale nazionale). Nella città di Firenze, si trovano due dei musei più visitati d’Italia: la Galleria degli Uffizi e Corridoio Vasariano (oltre 2,2 milioni di visitatori), la Galleria dell'Accademia (1,4 milioni di visitatori).
La Campania, con solo 213 strutture (pari al 4,8 per cento del totale nazionale) attrae più di 11 milioni di visitatori (10,7 per cento del totale nazionale). L’area Archeologica di Pompei, che registra quasi 3 milioni visitatori, occupa il quarto posto delle strutture museali più visitate.
Nel 2022, le prime dieci città per totale di visitatori dei musei sono, nell’ordine: Roma, Firenze, Napoli, Milano, Venezia, Torino, Pompei, Siena, Ravenna e Verona. Con l’8,8 per cento del totale dei musei, le dieci città d’arte attraggono oltre 60 milioni di visitatori (pari al 55,7 per cento del totale dei visitatori).
Nel 2023, come nel 2022, le regioni del Mezzogiorno, rispetto a quelle del Nord-ovest e Nord-est, manifestano una minore propensione alla lettura di libri (rispettivamente, 28,5 per cento e 47,1 per cento), con l’eccezione della Sardegna, che registra una quota di lettori più elevata (38,6 per cento), se confrontata con le altre regioni del Mezzogiorno.
Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi. Anno 2023 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
Nel 2023, nel Nord, rispetto alle altre ripartizioni, la lettura dei quotidiani coinvolge una percentuale più alta dei residenti, in particolare al Nord-est (32,7 per cento). Nel Mezzogiorno, fa eccezione la Sardegna, dove la quota di lettori di quotidiani supera quella di alcune regioni settentrionali (30,7 per cento), così come la quota dei lettori forti (5 o più volte a settimana), pari al 36,8 per cento.
Nel 2022, rispetto al 2019, quasi tutte le aree del paese mostrano un miglioramento nella presenza di biblioteche nei comuni, tranne il Nord-est, dove si registra un calo: dal 92,9 per cento dei comuni con almeno una biblioteca, nel 2021, si è scesi all’80,9 per cento, nel 2022. La Sicilia mostra l’aumento più stabile, passando dal 60,5 per cento (2019) al 73,7 per cento (2022), mentre le altre regioni del Mezzogiorno, pur migliorando, continuano ad avere una copertura inferiore, rispetto al resto d’Italia.
Anche la distribuzione delle biblioteche, in rapporto agli abitanti varia molto: la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste hanno il maggior numero di biblioteche per abitanti (rispettivamente, 5,1 e 4,7 ogni 10 mila abitanti), mentre Sicilia, Lazio e Puglia sono tra le regioni con i valori più bassi (sotto l’1,4 della media nazionale).
Nel 2022, le regioni del Nord registrano molti più ingressi fisici alle biblioteche (954 ogni mille abitanti), rispetto al Mezzogiorno (169). Infine, rispetto al 2019, le biblioteche che offrono più servizi all’utenza sono aumentate, soprattutto nel Nord-est (9,4 per cento) e nelle Isole (6,0 per cento), mentre le regioni del Sud e del Nord-ovest restano ancora sotto la media nazionale (rispettivamente, 3,1 per cento e 2,4 per cento).
Nel 2024, la lettura di giornali, informazioni e riviste su Internet è più diffusa nel Nord. Spiccano, in testa alla graduatoria, la Provincia autonoma di Trento (53 per cento), il Lazio (52,2 per cento) seguite dal Friuli-Venezia Giulia (51,1 per cento), mentre Basilicata, Sicilia e Calabria sono le Regioni dove tale fenomeno è meno diffuso.
L’uso della “rete” per leggere o scaricare ebook è più diffuso nel Centro-nord (16,4 per cento), in particolare in: Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste (20,15), Provincia autonoma di Trento (19,4 per cento) e Lazio (18,4 per cento); nel Mezzogiorno, la quota scende al 12,4 per cento.
Per quanto riguarda la pratica sportiva nel tempo libero, nel 2023 la propensione più alta si registra nel Nord-Est del Paese (45,2 per cento) ed è particolarmente elevata in Trentino-Alto Adige/Sudtirol (53,8 per cento). La propensione più bassa si rileva, invece, nel Mezzogiorno (27,5 per cento) che mostra la quota più elevata di sedentari.
NOTA: A settembre 2024 le serie storiche dei conti economici nazionali sono state oggetto di una revisione generale finalizzata a introdurre miglioramenti dei metodi di misurazione di componenti e variabili specifiche, derivanti anche dall’utilizzo di fonti informative più aggiornate o, in alcuni casi, del tutto nuove. I dati per l’Italia riportati nella sezione “EUROPA” corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate nel mese di settembre 2024, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2020. Invece per questa edizione di Noi Italia non sono ancora disponibili le nuove serie regionali di fonte Istat, si è pertanto deciso, per favorire un confronto con le serie storiche nazionali, di non modificare rispetto alla edizione 2024 dati e testi della sezione nazionale e di quella regionale. I dati riportati nella sezione “ITALIA” corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate a settembre 2023 e quelli nella sezione “REGIONI” alla serie dei Conti economici territoriali pubblicate a dicembre 2023, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2015.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2023, la quota di spesa delle famiglie italiane destinata a consumi culturali (5,8 per cento) è decisamente inferiore alla media dei paesi UE (7,6 per cento). Oltre all’Italia, i paesi che si collocano nella parte più bassa della graduatoria UE, e che presentano una quota percentuale di spesa in consumi culturali inferiore a quella europea, sono: Spagna, Malta, Ungheria, Francia, Belgio, Lituania, Estonia, Irlanda e Cipro. All’estremo opposto, si trovano Germania e Svezia, la cui spesa supera il 9 per cento.
Spesa delle famiglie per ricreazione e cultura. Anno 2023 (in percentuale della spesa totale per consumi finali)
Nel 2024, l’Italia occupa l’ultima posizione nella graduatoria europea, con il 54,9 per cento di individui nella fascia d’età compresa tra i 16 e i 74 anni che legge giornali, informazioni e riviste su Internet, mentre la Finlandia occupa il primo posto, con una percentuale pari a 88,2 per cento. Il valore medio per i 27 paesi UE è pari al 65 per cento.
NOTA: A settembre 2024 le serie storiche dei conti economici nazionali sono state oggetto di una revisione generale finalizzata a introdurre miglioramenti dei metodi di misurazione di componenti e variabili specifiche, derivanti anche dall’utilizzo di fonti informative più aggiornate o, in alcuni casi, del tutto nuove. I dati per l’Italia riportati nella sezione “EUROPA” corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate nel mese di settembre 2024, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2020. Invece per questa edizione di Noi Italia non sono ancora disponibili le nuove serie regionali di fonte Istat, si è pertanto deciso, per favorire un confronto con le serie storiche nazionali, di non modificare rispetto alla edizione 2024 dati e testi della sezione nazionale e di quella regionale. I dati riportati nella sezione “ITALIA” corrispondono alle serie dei Conti economici nazionali pubblicate a settembre 2023 e quelli nella sezione “REGIONI” alla serie dei Conti economici territoriali pubblicate a dicembre 2023, dove i valori concatenati hanno come anno di riferimento il 2015.