L’approvvigionamento energetico è fondamentale per le società contemporanee; è essenziale per l’alimentazione del sistema produttivo, il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione e ha ricadute sullo stato dell’ambiente. L’analisi della domanda e dell’offerta energetica, nonché dell’apporto delle differenti fonti di produzione di energia è indispensabile per valutare potenzialità e limiti del sistema energetico. In un contesto interessato da cambiamenti climatici e perturbazioni del mercato energetico mondiale, assumono un ruolo di rilievo sia la dimensione complessiva e la dinamica del fabbisogno energetico del sistema economico (misurato attraverso il Net domestic energy use - Ndeu), sia la percentuale di energia prodotta attraverso fonti rinnovabili. In materia di energia e clima, agli obiettivi europei per il 2020 hanno fatto seguito quelli relativi al 2030, indicati per la prima volta con il Clean energy for all europeans package. Sulla base di tale pacchetto, sono state emanate nuove direttive europee e redatti i primi Piani Nazionali Integrati per l'Energia e il Clima (PNIEC), contenenti gli obiettivi nazionali dei singoli Stati membri. Con l’accordo europeo sul Fit for 55 (55% di riduzione dei gas climalteranti entro 2030, anziché 40%) e con la proposta di piano RepowerEu, sono stati individuati obiettivi più ambiziosi, ratificati in un recente pacchetto di direttive. In particolare, la Direttiva (Ue) 2023/2413 (Red III) innalza la quota rinnovabile almeno al 42,5%, contro il 32% previsto dalla Direttiva (Ue) 2018/2001 (Red II), di conseguenza, gli Stati membri hanno recentemente provveduto all’aggiornamento dei PNIEC.
In breve
- Nel 2021, il consumo di energia delle attività produttive e delle famiglie residenti in Italia, misurato attraverso il Net domestic energy use (Ndeu), è 7,0 milioni di terajoule, l’8,8% in più rispetto al 2020, tornando sostanzialmente ai livelli pre-pandemici. Nel 2022, il Ndeu cala del 5,0% arrivando a 6,7 milioni di terajoule (stime provvisorie).
- Nel 2021, il consumo di energia delle unità residenti (Ndeu) dell‘Ue è pari a 62,1 milioni di terajoule (+7,1%). Tutti i Paesi europei vedono aumentare il proprio Ndeu.
- In Italia, nel 2022, il consumo di energia elettrica pro capite diminuisce (-1,5%) rispetto al 2021, pur rimanendo sui livelli pre-pandemici. Diminuisce dell’1,6% anche la produzione interna.
- I consumi pro capite di energia elettrica più alti si registrano in Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Lombardia; i più bassi in Sicilia, Campania e Calabria.
- Nel 2022, la quota di consumi elettrici coperta con fonti di energia rinnovabili è del 100% in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Trentino-Alto Adige/Sudtirol e Basilicata. Queste Regioni realizzano un surplus di produzione green che viene trasferito alle altre Regioni.
- Nel 2021, nell’Ue, le fonti rinnovabili generano in media il 37,8% dell’energia elettrica consumata; nella graduatoria dei 27 Paesi, l’Italia, con il 36,0%, si colloca al dodicesimo posto.
- Nel biennio 2021-2022, per i consumi energetici complessivi (elettrici, termici e di trasporto) coperti da fonti rinnovabili, l’Italia, dopo avere centrato l’obiettivo europeo prefissato per il 2020, con circa il 19%, resta lontana dal nuovo obiettivo (40,5%) stabilito per il 2030 dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
- Nel 2021, l’intensità energetica del Pil dei 27 Paesi Ue è 109,8 Tep/M€, stabile rispetto all’anno precedente. Quello dell’Italia è tra i valori più bassi (91,8 Tep/M€): solo Irlanda, Danimarca e Lussemburgo si attestano su un livello inferiore.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
La quantità e la qualità delle fonti energetiche disponibili, nonché la tecnologia impiegata per la produzione e il loro utilizzo, hanno un ruolo determinante nello sviluppo economico sostenibile di un Paese, condizionandone sia l’entità dello sviluppo, sia l’impatto sull’ambiente.
Nel 2021, il consumo di energia delle attività produttive e delle famiglie residenti in Italia, misurato attraverso il Net domestic energy use (Ndeu), è 7,0 milioni di terajoule, l’8,8% in più rispetto al 2020, tornando sostanzialmente ai livelli pre-pandemici.
Nel 2022, il Ndeu cala del 5,0%, arrivando a 6,7 milioni di terajoule (stime provvisorie), di cui il 31,6% effettuato dalle famiglie e il restante 68,4 % dalle attività produttive. La contrazione dei consumi energetici è trainata prevalentemente dalla riduzione della domanda di gas naturale che, a sua volta, è dovuta allo shock sui prezzi connesso anche al conflitto russo-ucraino, alle misure di contenimento dei consumi energetici imposte dal governo per far fronte alla crisi energetica e alla condizione climatica particolarmente mite nella seconda metà del 2022.
CONSUMI DI ENERGIA DEI RESIDENTI (NDEU IN TERAJOULE)
Con riferimento alla sola energia elettrica, in Italia, nel 2022, il consumo elettrico ammonta mediamente a 5.013,3 kWh per abitante, in diminuzione dell’1,5%, rispetto all’anno precedente. I livelli di consumo pro capite permangono al di sotto di quelli del 2008, anno antecedente la crisi economica del 2009.
Nel 2022, la produzione interna di energia elettrica si attesta a 48,1 GWh per 10 mila abitanti, in diminuzione dell’1,6%, rispetto al 2021. Si riducono le quattro produzioni rinnovabili: idroelettrica (-36,2%), a causa della siccità dell’anno, da biocarburanti (-7.6%), eolica (-2.1%) e geotermica (-1,3%); aumentano, invece, quella termoelettrica non rinnovabile (+6,4%) e quella fotovoltaica (+12,3%), che nel 2022, registra il suo record storico. Nel complesso, la produzione nazionale, insufficiente da sola a soddisfare i consumi interni, è stata coperta per il 63,9% dalla produzione termoelettrica non rinnovabile, per il 10,7% dalla produzione idroelettrica e, per il restante 25,4%, dalle altre fonti rinnovabili.
La strategia europea per una crescita economica sostenibile promuove la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico, quali mezzi di contrasto ai cambiamenti climatici e al depauperamento delle risorse; in quest’ottica, tutti gli Stati membri sono chiamati a incrementare l’uso delle fonti rinnovabili di energia (Fer). Con il 2021, si è avviato il nuovo percorso comunitario verso gli obiettivi fissati inizialmente dalla Direttiva (Ue) 2018/2001 (Red II), ma ora rivisti al rialzo dalla nuova Direttiva (Ue) 2023/2413 (Red III), che vincolerà, almeno al 42,5%, la quota di Fer sui consumi finali lordi di energia dell’Ue, entro il 2030. In previsione della Red III, l’Italia ha aggiornato il suo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), portando il proprio obiettivo 2030 dal 30% al 40,5%. Nel 2022, la quota del nostro Paese si attesta al 19,0%, in linea con il valore dell’anno precedente e circa due punti percentuali superiore al target (17%) fissato dalla vecchia Direttiva 2009/28/Ce (Red I), per il 2020. Va rimarcato però che, a partire dal 2021, il confronto in serie storica con gli anni precedenti, in particolare con il 20,4% registrato nel 2020, è influenzato, oltre che dall'andamento effettivo del fenomeno in esame, anche dall’avere adottato una nuova metodologia di calcolo.
Nel 2022, relativamente all’energia elettrica, per la quale le direttive non pongono un obiettivo vincolante, l’incidenza delle Fer sul consumo interno lordo di energia elettrica si attesta al 30,7% (dato di fonte Terna, l’operatore di reti per la trasmissione di energia elettrica), in diminuzione di 4,4 punti percentuali, rispetto al 2021.
Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili (in percentuale del consumo interno lordo di energia elettrica)
L’intensità energetica - determinata dal rapporto tra disponibilità energetica lorda e Pil - è una misura proxy dell’efficienza energetica complessiva di un’economia: una diminuzione di intensità energetica è indizio di un incremento di efficienza. I dati di fonte Eurostat registrano per l’Italia lievi aumenti di intensità energetica dal 2019 al 2021, passata infatti da 91,4 a 91,5 e a 91,8 tonnellate equivalenti petrolio per milione di euro (Tep/M€), facendo ben sperare per il 2022, quando si dovrebbe confermare una discreta diminuzione fino a 84,9 Tep/M€.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2022, ad eccezione della Liguria, tutte le Regioni del Nord Italia, insieme a Toscana, Umbria e Sardegna, presentano un consumo pro capite di energia elettrica superiore alla media nazionale. I valori più alti si registrano in Friuli-Venezia Giulia (8.114,4 kWh per abitante), Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (7.722,8) e Lombardia (6.537,2); i più bassi in Sicilia (3.627,0), Campania (2.986,1) e Calabria (2.737,1).
Per quanto concerne la produzione lorda di energia elettrica in rapporto alla popolazione, la situazione è più variegata: a mostrare le produzioni maggiori sono principalmente le Regioni del Nord (per la presenza di centrali idroelettriche) e del Mezzogiorno (per la presenza di impianti eolici e fotovoltaici), mentre tutte le Regioni del Centro presentano valori inferiori al dato medio nazionale. La massima quantità di energia elettrica pro capite prodotta si riscontra in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (203,3 GWh per 10 mila abitanti), Puglia (87,9) e Molise (85,3); i valori più bassi si registrano in Lazio (25,2), Liguria (24,6), Campania (21,0) e Marche (15,7).
Nel 2022, la quota di consumi elettrici coperta con fonti di energia rinnovabili è del 100% in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Basilicata e nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen. Inoltre, un surplus di produzione elettrica green è trasferito alle altre Regioni dalla rete di trasporto nazionale. In Trentino-Alto Adige/Sudtirol, Molise, Puglia e Calabria, la quota di consumi elettrici coperta con fonti di energia rinnovabili supera il 50%. In fondo alla graduatoria, con valori inferiori al 25%, troviamo: Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio. Il dato nazionale di fonte Terna si attesta, nello stesso anno, al 30,7%.
Consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili. Anno 2022 (in percentuale del consumo interno lordo di energia elettrica)
Per i consumi energetici complessivi (elettrici, termici e di trasporto), se si osserva il dato regionale più aggiornato relativo al 2021, emerge che, anche con la nuova metodologia di calcolo, la maggior parte delle Regioni ha una quota dei consumi finali lordi di energia coperta da fonti rinnovabili superiore all’obiettivo fissato per ciascuna dal Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo economico. Nel 2021, si confermano sotto l’obiettivo 2020 solo la Liguria (l’unica a mostrare nel periodo 2012-2021 un trend negativo della quota di Fer), il Lazio e la Sicilia. A livello complessivo nazionale, per motivi metodologici, il dato rilevato per il 2021 (17,7%, al netto del contributo Fer nel settore dei trasporti) non è confrontabile con quello dell’anno precedente, tuttavia risulta superiore all’obiettivo previsto dallo stesso Decreto per il 2020 (14,3%).
Le intensità energetiche del Pil calcolate con riferimento alle Regioni (fonte Enea) risultano, nel 2021, inferiori al dato nazionale per 7 Regioni: Liguria, Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Campania, Marche, Lombardia, Trentino-Alto Adige/Südtirol e Lazio, cui compete il valore più piccolo (56,5 Tep/M€). Le Regioni con le intensità energetiche più alte sono Puglia (151,6 Tep/M€) e Sardegna (209,5 Tep/M€). Le differenze territoriali si mantengono praticamente invariate con il passare degli anni.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2021 – l’anno più recente per il quale sono disponibili dati armonizzati a livello europeo – il Net domestic energy use (Ndeu) della Ue27 è pari a 62,1 milioni di terajoule (con un’incidenza media delle famiglie pari al 26,7%). Tutti i Paesi europei vedono aumentare il proprio Ndeu rispetto all’anno precedente, che, nel totale Ue27, aumenta del 7,1%. Tra i Paesi che maggiormente contribuiscono alla crescita dei consumi energetici europei, ovvero Francia (+11,8%), Italia (+8,8%) e Polonia (+7,4%), l’incremento è superiore a quello della media Ue27, mentre in Germania, Paese europeo con il maggior consumo assoluto di energia (12,8 milioni di terajoule), è inferiore (+5,6%); il Portogallo è il Paese in cui si registra il minore aumento percentuale (+1,8%).
Consumo di energia dei residenti (Ndeu in terajoule) per Paese Ue27. Anni 2020-2021
Nel 2021, il consumo di energia elettrica nei 27 Paesi Ue è in media uguale a 5.573,9 kWh per abitante. Rispetto all’anno precedente, il consumo risulta stabile nei Paesi Bassi e in aumento in tutti gli altri Paesi; gli incrementi più consistenti si registrano in Croazia (+11,1%), Estonia (+9,7%) e Bulgaria (+9,1%). In Italia, l’incremento è stato del 6,7%, superiore sia a quello della Francia (+5,0%), sia a quello della Germania (+3,6%), mentre l’incremento della media Ue è stato del 4,6%. Il nostro Paese, con un consumo di energia elettrica pari a 4.941,4 kWh per abitante, si pone al quindicesimo posto della graduatoria decrescente, al di sotto della media Ue e di alcuni Paesi di maggiore dimensione demografica, quali Francia e Germania, rispettivamente con 6.390,9 e 6.006,7kWh per abitante.
Nel 2021, la produzione lorda di energia elettrica per l’Ue è di 65,2 GWh per 10 mila abitanti: +4,6%, rispetto al 2020. Diminuisce in sette dei 27 Stati membri considerati, mentre cresce tra il 12 e il 15% in Belgio, Polonia, Danimarca e Grecia, e di oltre il 15% in Croazia, Bulgaria ed Estonia (i Paesi che mostrano anche i maggiori aumenti percentuali dei consumi pro capite). L’Italia, con 48,9 GWh per 10 mila abitanti, si pone al diciannovesimo posto della graduatoria decrescente e al di sotto della media Ue. In cima alla graduatoria, si trovano Svezia e Finlandia, con una produzione doppia rispetto alla media dell’Unione e in buona parte spesa per alimentare la fiorente industria della cellulosa e della carta.
Nel 2021, i Paesi che presentano valori superiori al 50% della quota di consumi di energia elettrica, generata da fonti rinnovabili, sono Svezia, Austria, Danimarca, Portogallo, Croazia e Lettonia. L’Italia, con un valore pari al 36,0%, si attesta al dodicesimo posto nella graduatoria decrescente e al di sotto della media dei 27 Paesi Ue (37,8%).
Per quanto riguarda i consumi energetici complessivi (elettrici, termici e di trasporto) coperti da fonti rinnovabili, l’Italia supera, con il 19,2%, anche nel 2021, l’obiettivo fissato dalla vecchia Direttiva 2009/28/CE per il 2020 (17%), tuttavia molta strada resta da fare per raggiungere l’obiettivo previsto dal PNIEC per il 2030 (40,5%). Complessivamente, nel 2021, i 27 Paesi dell’Ue realizzano il 21,9%, con valori compresi tra il 12% (Lussemburgo e Irlanda) e il 63% (Svezia). La Direttiva Red III, attualmente in vigore, innalza l’obiettivo dell’Unione, stabilendo un impiego delle fonti di energie rinnovabili in grado di soddisfare almeno il 42,5% dei consumi finali lordi di energia dell’Unione, entro il 2030. Solo Svezia e Finlandia (42,9%) superano al momento il nuovo obiettivo.
Nel 2021, l’intensità energetica del Pil dei 27 Paesi Ue è in media pari a 109,8 Tep/M€, valore stabile rispetto all’anno precedente. Per l’Italia, l’indicatore assume uno dei valori più bassi (91,8 Tep/M€), infatti solo Irlanda, Danimarca e Lussemburgo si attestano su un livello inferiore, ma proprio questa caratteristica consente di mitigare gli effetti negativi derivanti dalla forte dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese. I maggiori livelli di intensità energetica, superiori a 200 Tep/M€ sono caratteristici di Malta, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Bulgaria. Per confronto, Germania e Francia, le maggiori economie Ue, impiegano rispettivamente 92,6 Tep/M€ e 104,7 Tep/M€.
Consumi finali di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili. Anni 2004-2021 (valori percentuali)