L’attività di ricerca e sviluppo, l’innovazione, l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono riconosciuti come motori fondamentali dell’economia della conoscenza; il loro ruolo è basilare nelle strategie di sviluppo europee. Tra le priorità della strategia Europa 2020 adottata dall’Unione europea a partire dal 2010 vi è, infatti, l’attuazione di azioni concrete, a livello europeo e nazionale, per assicurare una crescita economica ‘intelligente’, caratterizzata da investimenti nei settori dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione.
In breve
- Nel 2019, in Italia, la spesa totale per ricerca e sviluppo (R&S) è uguale all’1,42% del Pil, inferiore alla spesa media in Unione europea (2,23%).
- Nel 2019, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) aumenta del 3% rispetto al 2018. Il 65,2% degli addetti opera nel settore privato, il 23,6% nelle Università e l’11,2% nelle Istituzioni pubbliche.
- Nel triennio 2018-2020 il 50,9% delle imprese ha svolto attività innovative, una quota in calo di circa 5 punti percentuali rispetto al periodo 2016-2018. L’Industria si conferma il settore più dinamico (58,5% di imprese con attività innovative) ma anche il più colpito dal calo degli investimenti in innovazione (-7,2 punti percentuali rispetto al triennio precedente).
- Nel 2021, il 74,8% delle imprese italiane con almeno 10 addetti utilizza un sito web o pagine web per valorizzare la propria attività (65,2% nel Mezzogiorno). A livello europeo, l’Italia recupera posizioni, attestandosi al quattordicesimo posto in graduatoria.
- Nel 2019, in Italia, i giovani tra i 20 e 29 anni che hanno conseguito un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono il 16,1 per mille. Si accentua il divario fra maschi (19,2) e femmine (12,9).
- Nel 2021, il 77,1% della popolazione di 6 anni e più usa internet. Nel Mezzogiorno, si rileva la percentuale più bassa (72,9%). A livello europeo, l’Italia continua ad occupare le ultime posizioni.
- Nel 2021, il 79,5% delle famiglie accede alla “rete” da casa, utilizzando una connessione a banda larga. Nel Mezzogiorno si rileva la percentuale più bassa (76,1%).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2019, in Italia, l’ammontare della spesa totale per attività di ricerca e sviluppo (R&S) interna, sostenuta da imprese, Istituzioni pubbliche, Istituzioni private non profit e Università, si stima ammonti a circa 26,3 miliardi di euro, in aumento del 4,1% rispetto all'anno precedente. L’incidenza percentuale della spesa totale per la ricerca e sviluppo sul prodotto interno lordo è pari, nel 2019, all’1,46%, ed è in crescita rispetto al 2018 (1,42%).
Nel 2019, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) è pari a 355.853 unità e registra un incremento del 3 % rispetto all'anno precedente. Il 65,2% degli addetti dedicati alla R&S opera nel settore privato (imprese e Istituzioni private non profit), il 23,6% nelle Università e l’11,2% nelle Istituzioni pubbliche.
Spesa totale per ricerca e sviluppo (in percentuale del Pil)
Nel triennio 2018-2020, si stima che il 50,9% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia svolto attività finalizzate all’innovazione. Rispetto al periodo precedente (2016-2018), la quota di imprese innovatrici si è ridotta di circa 5 punti percentuali. Si conferma la tendenza crescente della propensione all’innovazione all’aumentare della dimensione aziendale (dal 48,4% nella classe 10-49 addetti, al 65,7% in quella 50-249 addetti e al 76,0% nelle imprese con 250 addetti e oltre), ma la contrazione degli investimenti in innovazione rispetto al 2016-2018 interessa tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione (le piccole imprese -4,8 punti percentuali, quelle di media dimensione -5,7 punti e le grandi -5,0 punti). Con il 58,5% di imprese impegnate in investimenti innovativi, l’Industria resta il settore con la maggiore propensione all’innovazione, ma registra un crollo pari a -7,2 punti percentuali. Anche il settore dei Servizi subisce un calo ma più contenuto (-3,9 punti percentuali). In controcorrente le Costruzioni, in cui le attività innovative sono in aumento (+3,3 punti percentuali).
Nel periodo 2018-2020, le imprese con attività innovative, nella maggior parte dei casi, hanno introdotto con successo, sul mercato o all’interno dell’azienda, almeno un’innovazione di prodotto o di processo (45,9% del totale delle imprese). Tuttavia, anche la quota delle imprese innovatrici diminuisce (-3,8 punti percentuali), sebbene in misura inferiore rispetto alla più ampia categoria delle imprese con attività innovative.
Nel 2020, la spesa sostenuta per le attività innovative è complessivamente pari a 33,6 miliardi di euro, inferiore di oltre un quarto rispetto al 2018 (45,5 miliardi). Anche l’intensità di innovazione, calcolata come spesa per addetto nelle imprese con attività innovative, si è ridotta sensibilmente: in media è pari a 6.900 euro per addetto contro i 9.000 euro per addetto nel 2018. Non si è ridotta, invece, la quota di imprese che, per superare le barriere interne all’innovazione, hanno stipulato accordi di cooperazione con altri soggetti: nel triennio 2018-2020, infatti, è pari al 21,4% delle imprese con attività innovative, a fronte del 21,6% nel periodo 2016-2018.
Nel 2021, in Italia, cresce di quasi due punti percentuali la quota di imprese con almeno 10 addetti che, per valorizzare la propria attività, dispongono di un proprio sito web o di pagine su Internet (74,8%).
Nel 2019, i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni che hanno conseguito un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono il 16,1 per mille. Rispetto al 2018, si registra una crescita di 1 punto, in linea con il trend lievemente crescente degli ultimi anni. L'aumento è più consistente nelle regioni del Centro, che si confermano quelle con i livelli più elevati. Allo stesso modo, l'incremento più elevato per la componente maschile dei giovani che hanno concluso un percorso STEM, rispetto a quella femminile (rispettivamente +1,2 e +0,8), porta ad un ampliamento ulteriore del divario di genere che raggiunge i 6,3 punti, con una quota che supera il 19 per mille per gli uomini e sfiora appena il 13 per mille per le donne.
Nel 2021, il 77,1% della popolazione di 6 anni e più usa Internet e, tra i giovani di età compresa tra 11 e 24 anni, la quota di utenti supera il 95%. Naviga su Internet l'80,3% degli uomini e il 74,1% delle donne. Fino ai 54 anni, le differenze di genere sono pressoché nulle e, tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni, si registra un vantaggio a favore delle donne.
Nel 2021, in Italia, il 79,5% delle famiglie accede alla rete internet da casa utilizzando una connessione a banda larga, con un aumento di +1,8 punti percentuali rispetto all'anno precedente.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2019, il 61,2 % della spesa totale in R&S si concentra nel Nord del Paese; il Centro copre il 24,3% del totale, mentre il Mezzogiorno contribuisce con una quota pari al 14,5%. In termini di incidenza della spesa totale in R&S sul Pil regionale, i valori più alti dell'indicatore si registrano in Piemonte (2,27%) e in Emilia-Romagna (2,08%); valori superiori alla media nazionale si rilevano anche nel Lazio (1,85%), in Friuli-Venezia Giulia (1,69%), in Toscana (1,60%), nella Provincia autonoma di Trento (1,54%) e in Liguria (1,48%).
Considerando la spesa delle imprese per ricerca e sviluppo rapportata al Pil, ad occupare le prime tre posizioni sono Piemonte (1,78%), Emilia-Romagna (1,61%) e Lombardia (1,04%). Nel Mezzogiorno, i risultati migliori si registrano in Molise (0,79%) e in Campania (0,66%).
Nel 2019, in Italia, si rilevano, in media, 6 addetti alla R&S ogni mille abitanti. I valori più alti dell’indicatore si registrano in Emilia-Romagna (10,1) e nella Provincia autonoma di Trento (8,5). Tutte le Regioni del Centro- Nord, con l'eccezione di Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Provincia autonoma di Bolzano/Bozen e Umbria, mostrano valori superiori, o di poco inferiori, alla media nazionale, mentre le Regioni del Mezzogiorno (dove il dato medio è uguale a 3 addetti alla R&S ogni mille abitanti) si confermano su livelli sensibilmente inferiori alla media nazionale.
Nel periodo 2018-2020, in termini di propensione innovativa, si conferma il primato delle imprese del Nord, in particolare, di quelle residenti in Piemonte (58,3%) e Lombardia (54,8%), ma si posiziona molto bene anche la Regione Marche (59,0%). Una minore propensione all’innovazione caratterizza le imprese residenti nel Mezzogiorno, salvo quelle dell'Abruzzo, dove si registra una propensione all'innovazione superiore alla media nazionale (51,9% di imprese con attività innovative). Ultime in graduatoria sono le imprese residenti in Sardegna (40,1%), Sicilia (40,0%) e Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste (35,4%).
Imprese con attività innovative. Anno 2020 (percentuale sul totale imprese )
Continua la crescita della quota di imprese del Mezzogiorno che utilizzano il sito web (da 60,7% a 65,2%), riducendo di ulteriori 3,5 punti percentuali il divario rispetto al Centro-Nord che, tuttavia, rimane ancora consistente (12 punti percentuali). Anche nel 2021, la quota delle imprese del Centro (69,6%) si colloca ancora al di sotto della media nazionale, mentre le imprese del Nord-Est fanno da traino.
Nel 2019, la quota di giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni, residenti in Italia, con un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) aumenta in quasi tutte le Regioni, in particolare in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+2,6 punti), Lazio (+1,7) e Calabria (+1,5). Anche nel 2019, sono le Regioni del Centro Italia a presentare il valore più elevato (16,7 per mille), con il Lazio che arriva al 18 per mille. Nel Mezzogiorno, spiccano Abruzzo e Molise con valori che raggiungono, rispettivamente, quasi il 19 e il 20 per mille. Il divario di genere, pari a 6,3 punti a favore dei maschi, è più elevato nelle Regioni del Nord-Est (9,4 punti), in particolare in Veneto e Friuli Venezia Giulia (circa 11 punti).
Per quanto riguarda la percentuale della popolazione di 6 anni e più che usa Internet, nel 2021, i divari territoriali si riducono rispetto all’anno precedente, anche se si continua a registrare un vantaggio del Centro-Nord (79,2 %) rispetto al Mezzogiorno (72,9%). Nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (81,2%) si trova la più alta percentuale di internauti. Il Molise è la Regione con la più bassa quota di utenti di Internet (69,2%).
Nel 2021, per quanto riguarda la quota di famiglie che accedono alla rete internet da casa utilizzando una connessione a banda larga, diminuisce la differenza tra le Regioni, ma si conferma il vantaggio del Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno (81,2% contro il 76,1%). Le Regioni con il minor tasso di diffusione della connessione a banda larga sono: Calabria, Basilicata e Sicilia.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2019, nella Ue27, l’incidenza della spesa in R&S sul Pil è pari al 2,23%. I Paesi europei in cui l’indicatore assume i valori più elevati e superiori alla soglia del 3%, fissata come obiettivo comune per la Strategia Europa 2020, sono: Svezia, Germania, Belgio e Austria; l'Italia si colloca al di sotto della media europea, a fronte del relativo obiettivo nazionale fissato all’1,53% del Pil.
Nel 2019, nella Ue27, gli addetti alla R&S (espressi in unità equivalenti a tempo pieno) sono mediamente 6,4 ogni mille abitanti. Nel 2019, in Italia, si rilevano in media 6 addetti alla R&S ogni mille abitanti.
Nel 2021, per quanto riguarda l’utilizzo dei siti web da parte delle imprese, l’Italia recupera posizioni (dal diciottesimo al quattordicesimo posto tra i Paesi Ue), riducendo da 4 a 3 punti percentuali la distanza dalla media europea (78,0%). Finlandia e Paesi Bassi sono ai primi posti nell’utilizzo dei siti web, con quote superiori al 91,0%.
Nel 2019, il tasso di conseguimento di un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics), tra i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni, cresce ancora in molti Paesi europei, in particolare è la Germania a registrare l'aumento più elevato (+4,3 punti rispetto al 2018), seguita da Irlanda (+1,7) e Romania (+1,6). In Italia, la quota di giovani tra i 20 e i 29 anni, con un titolo terziario in discipline STEM conseguito nel 2019, è inferiore alla media degli altri paesi europei (16,4 per mille contro 21,6 per mille della media Ue28), con una differenza più marcata per gli uomini (oltre 8 punti), rispetto alle donne (meno di 2 punti). In particolare, per la componente maschile, il divario risulta importante nel confronto con i coetanei dell'Irlanda (superiore ai 30 punti) e con i giovani francesi (più di 18 punti).
Nel 2021, 'Italia si trova tra le ultime posizioni nella graduatoria europea, con l’80,0% di utenti internet regolari nella fascia d’età 16-74 anni. Il valore medio per i Paesi dell’Ue27 è 87,0%, mentre, tra i Paesi con le percentuali prossime alla saturazione, vi sono Irlanda, Danimarca e Lussemburgo.
Nel 2021, la percentuale di famiglie italiane che dispone di un accesso ad Internet mediante banda larga (88,0%) si avvicina alla media europea (90%), mentre tra i Paesi con le percentuali più alte vi sono Paesi Bassi (99%), che hanno raggiunto la quasi totalità delle famiglie, seguiti da Lussemburgo (97,0%) e Spagna (96,0%).
Utenti di Internet. Anno 2021 (per 100 persone di 16-74 anni con le stesse caratteristiche)