L’attività di ricerca e sviluppo (R&S), l’innovazione, l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono riconosciuti come motori fondamentali dell’economia della conoscenza; il loro ruolo è cruciale nelle strategie di sviluppo europee. Nel 2021, la Commissione europea ha adottato una “comunicazione” su un approccio globale alla ricerca e all'innovazione, con la quale intende assumere un ruolo guida nel sostenere i partenariati internazionali e fornire soluzioni innovative, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nello stesso anno, la Commissione ha anche definito il modello digitale per il decennio 2020-2030, articolandolo in quattro assi di intervento e monitoraggio, incentrati su: capacità digitali a livello di infrastrutture, istruzione, competenze e digitalizzazione di imprese e servizi pubblici.
In breve
- Nel 2022, in Italia, l'intensità di ricerca è pari all’1,37 per cento del Pil, ancora lontana dai livelli medi dell’Unione europea (2,21 per cento).
- Nel 2022, il personale italiano impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) è pari a 338 mila unità, in aumento dell’1,5 per cento, rispetto all'anno precedente. I ricercatori rappresentano il 49,3 per cento del totale degli addetti alla R&S.
- Nel triennio 2020-2022, oltre un’impresa su due (industriale e dei servizi con 10 o più addetti) ha svolto attività di innovazione (58,6 per cento delle imprese). La propensione ad innovare interessa tutte le imprese, comprese le piccole, dove l’incidenza di quelle che svolgono attività innovative riguarda il 55,8 per cento delle imprese tra 10 e 49 addetti.
- Nel triennio 2020-2022, con il 65,1 per cento di imprese impegnate in attività per l’innovazione, l’Industria in senso stretto si conferma il settore con la maggiore propensione all’innovazione. Seguono i Servizi con il 56,1 per cento e le Costruzioni con il 46,7 per cento.
- Nel 2023, il 74,2 per cento delle imprese con almeno 10 addetti utilizza un sito web o pagine web per valorizzare la propria attività. Si regista una flessione nelle regioni del Mezzogiorno (dal 65,2 per cento, nel 2021, al 62,5 per cento, nel 2023), con particolare riferimento ad Abruzzo (dal 73,7 per cento al 63,9 per cento) e Sicilia (dal 78,4 per cento al 63,5 per cento). A livello europeo, l’Italia torna al sedicesimo posto in graduatoria.
- Nel 2022, in Italia, i giovani tra i 20 e 29 anni che hanno conseguito un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono il 17,7 per mille. Resta invariato il divario fra maschi (21,0) e femmine (14,2).
- Nel 2023, in Italia, l’86,2 per cento delle famiglie accede ad Internet da casa. Nel Mezzogiorno, si rileva la percentuale più bassa (79,9 per cento).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2022, in Italia, la spesa totale per attività di ricerca e sviluppo (R&S) interna sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università, ammonta a circa 27,3 miliardi di euro. Nel 2022, si conferma la ripresa delle attività di R&S dopo la contrazione dovuta al periodo pandemico; la spesa in R&S aumenta del 5,0 per cento, rispetto all’anno precedente e del 3,9 per cento, rispetto al 2019. L'incremento interessa tutti i settori esecutori: università (+7,5 per cento), istituzioni pubbliche (+5,2 per cento), imprese (+4,0 per cento) e istituzioni private non profit (+2,7 per cento); nell’ambito delle imprese, l'aumento della spesa è sostenuto dalle imprese di grandi e medie dimensioni, mentre le piccole imprese registrano una contrazione della spesa pari al 5,3 per cento, rispetto al 2021. L’incidenza percentuale della spesa totale per R&S sul prodotto interno lordo è pari all’1,37 per cento, in diminuzione rispetto al 2021 (1,41 per cento).
Nel 2022, il personale impegnato in attività di R&S (espresso in unità equivalenti a tempo pieno) ammonta a 338 mila unità e registra un aumento dell’1,5 per cento, rispetto all'anno precedente. I ricercatori rappresentano il 49,3 per cento del totale degli addetti e sono in aumento rispetto al 2021 (+4,9 per cento). Nel 2022, il 60,9 per cento degli addetti dedicati alla R&S lavora nel settore privato (imprese e istituzioni private non profit), il 26,5 per cento nelle università e il 12,6 per cento nelle istituzioni pubbliche.
Spesa totale per ricerca e sviluppo (in percentuale del Pil)
Nel triennio 2020-2022, si stima che il 58,6 per cento delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia svolto attività finalizzate all’introduzione di innovazioni. La propensione all’innovazione varia sensibilmente nei diversi comparti economici. Nel macro-settore dell’Industria, i più innovativi sono l’industria farmaceutica, l’elettronica e la fabbricazione di autoveicoli (con oltre l’80 per cento delle imprese che svolgono attività innovative). Importanti anche i valori registrati nell’industria chimica e nella produzione di macchinari e di articoli in gomma e materie plastiche (dove innovano tre imprese su quattro). Nei Servizi, i settori più innovativi sono: Ricerca e sviluppo, settore Assicurativo, della Pubblicità, ricerche di mercato e Informatica; in tutti questi settori, oltre il 75 per cento delle imprese ha svolto attività innovative, nel triennio 2020-2022.
Nel periodo 2020-2022, le imprese con attività innovative possono definirsi innovatrici nella maggior parte dei casi, avendo introdotto con successo, sul mercato o all’interno dell’azienda, almeno un’innovazione di prodotto o di processo (55,7 per cento del totale delle imprese). Le imprese innovatrici sono più diffuse tra le grandi imprese (81,6 per cento), rispetto alle piccole (53,0 per cento). L’Industria supera il dato medio nazionale con il 61,5 per cento.
Nel 2022, la spesa per le attività innovative è stata complessivamente pari a 30,6 miliardi di euro e l’intensità di innovazione, calcolata come spesa per addetto, in media è stata pari a 5,4 mila euro per addetto. Risulta maggiore nelle piccole imprese (6,1 mila euro contro i 4,2 mila euro delle imprese di media dimensione e i 5,7 delle grandi) e nell’Industria in senso stretto (7,8 mila euro contro 3 mila delle costruzioni e i 3,4 mila dei servizi).
Nel periodo 2020-2022, in Italia, solo il 22,7 per cento delle imprese con attività innovative ha stipulato accordi di cooperazione per l’innovazione con altri soggetti. Prevalgono le grandi imprese: il 52,1 per cento di queste sono interessate a modalità di cooperazione formale, a fronte del 19,7 per cento delle piccole e del 33,4 per cento di quelle di media dimensione. Il macro-settore in cui è più diffusa la tendenza a cooperare per l’innovazione è l’Industria, con il 26,1 per cento, rispetto al 21,6 per cento dei Servizi e al 12,2 per cento delle Costruzioni.
Nel 2023, rimane stabile la quota di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di un proprio sito web o di pagine su Internet per valorizzare la propria attività (da 74,8 per cento a 74,2 per cento).
Nel 2022, i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni che hanno conseguito un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono il 17,7 per mille, quota che risulta pressocché costante, rispetto all'anno precedente, in tutte le ripartizioni. I giovani che hanno concluso un percorso Stem sono il 21 per mille tra i maschi e il 14,2 per mille tra le femmine, mantenendo invariato il divario di genere (6,8 punti percentuali).
Nel 2024, in Italia, l'86,2 per cento delle famiglie accede ad Internet da casa. Per quanto riguarda invece l’uso del web, l’82,7 per cento della popolazione di 6 anni e più, residente in Italia, ha usato Internet nei 12 mesi precedenti l'intervista. L'uso di Internet ha raggiunto livelli prossimi alla saturazione per gran parte della popolazione. Infatti, oltre il 90 per cento delle persone nella fascia d’età 11-59 anni si è connessa ad Internet; tale quota scende, invece, al 69,4 per cento, tra le persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni e raggiunge il 32,6 per cento, tra le persone di 75 anni e più. Naviga sul web l'85,3 per cento dei maschi e l’80,2 per cento delle femmine, va però sottolineato che tale divario riguarda soprattutto le fasce di età più anziane.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2022, rispetto all’anno precedente, la spesa in R&S è in aumento in tutte le ripartizioni territoriali, con livelli più elevati nel Mezzogiorno (+11,2 per cento nelle Isole e +6,1 per cento nel Sud) e nel Nord-ovest (+5,2 per cento). Gli incrementi maggiori si rilevano in Basilicata (+25,4 per cento) e in Sardegna (+15,2 per cento) ma anche Piemonte, Marche e Sicilia registrano aumenti di circa il 10 per cento, rispetto al 2021.
In termini di incidenza della spesa totale in R&S sul Pil regionale, Piemonte e Emilia-Romagna sono le regioni con l'intensità di ricerca più alta, rispettivamente 2,13 e 2,02 per cento; il Lazio si colloca in terza posizione (1,89 per cento); valori superiori al dato medio nazionale si rilevano anche in: Toscana (1,53 per cento), Friuli-Venezia Giulia (1,49 per cento), Liguria (1,48 per cento) e nella Provincia autonoma di Trento (1,46 per cento). Tra le regioni del Mezzogiorno (tutte al di sotto della media nazionale) il risultato migliore si registra in Campania (1,29 per cento).
Nel 2022, considerando la spesa in R&S delle imprese rapportata al Pil (0,84 per cento a livello nazionale), i risultati migliori si registrano in Piemonte (1,65 per cento) e in Emilia-Romagna (1,50 per cento), segue la Lombardia (0,90 per cento). Nel Mezzogiorno i valori più alti dell'indicatore si registrano in Campania (0,60 per cento).
Nel 2022, in Italia, gli addetti alla R&S sono in media 5,7 ogni mille abitanti. I valori più alti dell'indicatore si registrano nel Nord-est (7,8 addetti ogni mille abitanti), con valori massimi in Emilia-Romagna (9,5) e nella Provincia autonoma di Trento (8,9). Tutte le regioni del Centro-nord, con l'eccezione della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, delle Marche e dell'Umbria, mostrano valori superiori o prossimi al dato medio nazionale, mentre tutte le regioni del Mezzogiorno (complessivamente con una media di 3,0 addetti alla R&S ogni mille abitanti) restano su livelli ancora molto lontani dalla media nazionale.
Nel periodo 2020-2022, in termini di propensione innovativa, si conferma il primato delle imprese del Nord, in particolare di quelle residenti in Piemonte (63,4 per cento) e Lombardia (62,8 per cento), ma si posiziona molto bene anche una regione del Sud, la Calabria (62,0 per cento). Una minore propensione all’innovazione caratterizza le imprese del Centro-sud, salvo quelle della suddetta Calabria e della Campania, dove si registra una propensione all'innovazione in linea con la media nazionale (58,2 per cento del totale). Ultime in graduatoria sono le imprese residenti in Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste (37,7 per cento) e Molise (48,9 per cento).
Imprese con attività innovative. Anno 2022 (percentuale sul totale imprese)
Nel 2023, la flessione della quota di imprese del Mezzogiorno che utilizzano il sito web (da 65,2 per cento a 62,5 per cento) aumenta di 3 punti percentuali il divario con le imprese del Centro-nord. La quota delle imprese del Centro si colloca al di sotto della media nazionale (70,8 per cento), mentre le imprese del Nord-est fanno da traino (81,2 per cento).
Nel 2022, la quota di giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni residenti in Italia che ha conseguito un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) si mantiene più elevata nelle regioni del Centro Italia (quasi il 18 per mille). Nel Mezzogiorno, spiccano Molise e Basilicata con valori, rispettivamente, pari al 21,8 e al 21,0 per mille. Come per il 2021, in Italia, il divario di genere è pari a 6,8 punti a favore dei maschi, mantenendosi più elevato nelle regioni del Nord-est (8,6 punti), in particolare in Veneto e Friuli- Venezia Giulia (10,6 e 8,9 punti). Nel Mezzogiorno, il gap è più contenuto (5 punti), in particolare in Sardegna (3,1 punti), Basilicata (3,3) e Campania (3,8 punti).
Nel 2024, in Italia, 86,2 per cento delle famiglie dispone di un accesso ad Internet da casa. Le regioni che presentano i valori più elevati sono: Veneto e Friuli -Venezia Giulia (89,3 per cento entrambi), Trentino-Alto Adige/Sudtirol (89,1 per cento). In generale, tutte le regioni del Centro-nord presentano valori o superiori o quasi, in linea al dato medio nazionale. Anche per il 2024, si conferma quindi, un forte gradiente tra le regioni del Centro-nord e il Mezzogiorno. Solo la Sardegna presenta un valore che supera quello medio.
Per quanto riguarda la percentuale della popolazione di 6 anni e più che usa Internet, è altrettanto evidente il divario territoriale. Il ritardo del Mezzogiorno è reso particolarmente evidente da uno scarto di 6,6 punti percentuali, rispetto al Nord e di 5,5 punti percentuali, rispetto al Centro. Nella Provincia autonoma di Trento si trova la più alta percentuale di internauti (86,5 per cento). La Calabria è la regione con la più bassa quota di utenti di Internet (74,2 per cento).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2022, nella UE27, l'intensità di ricerca è uguale al 2,21 per cento del Pil (2,06 per cento nel 2012). I paesi europei in cui si registra l'intensità di ricerca più elevata sono: Svezia (3,47 per cento), Belgio (3,29 per cento), Austria (3,18 per cento) e Germania (3,07 per cento); l'Italia, con un'intensità di ricerca pari all'1,37 per cento del Pil, si conferma ancora lontana dalla media europea.
Nel 2022, nella UE27, gli addetti alla R&S (espressi in unità equivalenti a tempo pieno) sono in media 7,2 ogni mille abitanti. Nel 2022, in Italia, si rilevano in media 5,7 addetti alla R&S ogni mille abitanti.
Nel triennio 2020-2022, l’Italia, con il 63,1 per cento di imprese che hanno svolto attività innovative, si colloca al di sopra della media europea (51,4 per cento). L’Italia riduce la distanza da un paese leader nell’innovazione, come il Belgio (70,3 per cento), per avvicinarsi a paesi come la Germania (63,4 per cento), superando altri come la Svezia (57,6 per cento), senza peggiorare il suo posizionamento in termini di imprese innovatrici (imprese che hanno svolto con successo attività innovative). Rispetto a queste, l’Italia con il 60,1 per cento, si conferma migliore della media europea (46,9 per cento).
Nel 2023, per quanto riguarda l’utilizzo dei siti web da parte delle imprese, l’Italia perde due posizioni (dal quattordicesimo al sedicesimo posto, tra i Paesi UE), pur mantenendo stabile la sua quota, rispetto al 2021, così come quella europea al 78 per cento. Finlandia e Germania sono ai primi posti nell’utilizzo dei siti web, con quote superiori al 92,0 per cento.
Nel 2022, il tasso di conseguimento di un titolo di studio terziario in discipline tecnico-scientifiche (STEM - Science, Technology, Engineering and Mathematics) per i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni presenta variazioni temporali contenute nei diversi paesi europei. Nel 2022, la crescita è più rilevante per la Francia, il cui valore è uguale al 35,3 per mille (29,7 per mille, nel 2021) che presenta, insieme all'Irlanda (40,1 per mille), un valore decisamente più elevato rispetto alla media UE27 (23,0 per mille). In Italia, il tasso si attesta al 18,5 per mille, ben 4,5 punti al di sotto della media UE27, con una differenza più marcata per i maschi (oltre 7 punti) rispetto alle femmine (meno di 2 punti). Per la componente maschile il divario maggiore si osserva nei confronti dei coetanei irlandesi (oltre 29 punti).
Nel 2024, la percentuale di famiglie italiane con almeno un componente nella fascia d’età tra i 16 e i 74 anni, che dispone di un accesso ad Internet, è pari a 93,4 per cento, valore prossimo alla media UE (94,1 per cento). Ad occupare le ultime posizioni nella graduatoria sono: Grecia, Croazia e Lituania. Per quanto riguarda l’uso regolare di internet, l’Italia si trova, invece, ad occupare le ultime posizioni nella graduatoria europea, con l’88,1 per cento di utenti Internet regolari, nella fascia d’età tra i 16 e i 74 anni. Il valore medio per i paesi dell’UE corrisponde al 91,7 per cento.
Utenti di Internet. Anno 2024 (per 100 persone di 16-74 anni con le stesse caratteristiche)