La garanzia dei servizi sociali è parte integrante del sistema dei diritti del cittadino ed è essenziale per un tenore di vita accettabile; per assicurare questi servizi sono quindi necessari investimenti economici da parte dello Stato. Le statistiche della protezione sociale aiutano a comprendere e quantificare le dimensioni del fabbisogno, misurando l’entità della spesa di settore e dei servizi erogati. Una parte importante della spesa per la protezione sociale, in particolare, è rappresentata dalla previdenza e dall’assistenza.
In breve
- Nel 2020, in Italia, la spesa per la protezione sociale è pari al 34,5% del Pil nazionale. È destinata prevalentemente alla funzione vecchiaia (46,5%) e alla funzione malattia (22,4%), ma è rilevante anche l’incidenza delle due funzioni congiunte, disoccupazione e altra esclusione sociale non altrove classificata (13,5%).
- Nel 2019, in Italia, la spesa pro capite per la protezione sociale è di 8.697 euro annui, appena al di sotto della media Ue (8.769 euro). Se rapportata al Pil, la spesa dell’Italia (29,3% nel 2019) supera la media Ue (27,9%).
- Nel 2019, l’incidenza dei trattamenti pensionistici è uguale al 16,7% del PIL, in aumento rispetto al 2018.
- Nel 2018, il 38,1% delle risorse gestite dai Comuni per i servizi sociali è destinato alle famiglie con figli, il 26,8% ai disabili, il 17,2% agli anziani, il 7,5% al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, il 4,7% agli immigrati e lo 0,3% alle dipendenze da droghe e alcool. Nel Mezzogiorno, i livelli di spesa pro capite sono inferiori rispetto alle Regioni del Centro-Nord, ad eccezione della Sardegna.
- Nell’anno scolastico 2019/2020, il 60,1% dei Comuni italiani ha offerto servizi socio-educativi per la prima infanzia.
- I bambini al di sotto dei tre anni accolti nelle strutture socio-educative pubbliche o finanziate dal settore pubblico sono il 14,7%. La percentuale minima è in Calabria (2,2%).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
La protezione sociale comprende la previdenza, l’assistenza e la sanità (per approfondimenti su quest’ultima si rimanda al settore “Sanità e Salute”).
Nel 2020, la spesa per la protezione sociale è uguale al 34,5% del Pil. L’andamento negli anni 2016-20 evidenzia un incremento di oltre 5 punti percentuali (+5,4), concentrato quasi esclusivamente nell’ultimo anno (+5,3) e dovuto in prevalenza alle misure di sostegno al reddito e alle famiglie introdotte per contrastare gli effetti economici della pandemia da COVID-19. La spesa per prestazioni sociali è destinata, per il 46,5%, alla funzione vecchiaia, per il 22,4% alla funzione malattia e per il 13,5% alle due funzioni congiunte, disoccupazione e altra esclusione sociale non altrove classificata.
Nel 2019, la spesa per prestazioni sociali erogate dagli Enti previdenziali registra un aumento, rispetto al 2018, attestandosi al 19,1% del Pil. Si registra anche una crescita della spesa pro capite per prestazioni sociali (5526 euro nel 2019, a fronte di 5.436 euro nel 2018). La spesa per prestazioni sociali è solo in parte coperta dai contributi sociali (il 14,3% del Pil), come emerge dall'indice di copertura previdenziale, misurato dal rapporto tra contributi e prestazioni, pari al 74,6%, e in diminuzione rispetto al 2018 (76,5%).
Nel 2019, rispetto all'anno precedente, l'incidenza sul Pil della spesa per le pensioni è lievemente aumentata (16,7% a fronte del 16,5% nel 2018). Il tasso di pensionamento, ovvero il numero totale di pensioni in rapporto alla popolazione al 31/12 dell'anno, è pari al 37,5% e rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2018. Infine, nel 2019, l'indice di beneficio relativo è pari al 44,4% e identifica la quota di reddito medio per abitante che è alimentata da trattamenti pensionistici.
Spesa per pensioni degli Enti di previdenza (in percentuale del Pil)
I Comuni singoli o associati hanno il compito di garantire interventi e servizi sociali a favore dei cittadini, come previsto dalla legge quadro sull’assistenza (L. 328/2000).
Nel 2018, la spesa dei Comuni per i servizi sociali, al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, ammonta a 7 miliardi 472 milioni di euro, corrispondenti allo 0,42% del Pil nazionale. Per il quinto anno consecutivo, dopo un triennio di flessione, si conferma la tendenza alla ripresa della spesa, iniziata nel 2014.
La spesa per il welfare territoriale in rapporto alla popolazione residente è pari a 124 euro nel 2018 (120 euro nel 2017). Dopo il calo registrato nel triennio 2011-2013, a partire dal 2014, si registra una debole ripresa che ha riportato gradualmente la spesa sociale dei Comuni ai livelli precedenti la crisi economica e finanziaria.
Nel 2018, il 38,1% delle risorse gestite dai Comuni per i servizi sociali è destinato alle famiglie con figli, il 26,8% ai disabili, il 17,2% agli anziani, il 7,5% al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, il 4,7% agli immigrati e lo 0,3% alle dipendenze (droghe e alcool). Il rimanente 5,4% della spesa sociale dei Comuni è assorbito dalle spese generali, di organizzazione e dei servizi rivolti alla “multiutenza”.
Nell'anno educativo 2019/2020, i Comuni italiani che hanno offerto almeno un servizio tra nido, micronido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia, risultano il 60,1% del totale. Il 58,0% dei Comuni ha offerto il servizio di nido; il 15,2% ha garantito un’offerta di servizi integrativi per la prima infanzia.
Dopo il calo registrato nel periodo precedente, si conferma la ripresa dell'offerta pubblica di servizi per la prima infanzia, iniziata con l'anno educativo 2016/17. Infatti, la percentuale di bambini fra 0 e 2 anni accolti nelle strutture socio-educative pubbliche o finanziate dal settore pubblico aveva fatto registrare una flessione dal 14,0% del 2010/11 al 12,6% del 2014/15, nonostante la parallela riduzione delle nascite e del potenziale bacino d’utenza. Nel 2019/20, l'indicatore si è attestato al 14,7%.
Su un totale di 197.525 bambini fruitori di strutture comunali o convenzionate con i Comuni, il 93,3% è iscritto nei nidi d’infanzia e il restante 6,7% nei nidi in famiglia o negli altri servizi integrativi.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Le prestazioni e i contributi sociali sono in parte un effetto delle policies adottate, in parte dipendono dalla struttura demografica del Paese. Nel 2019, nel Mezzogiorno, l'indice di copertura previdenziale risulta pari al 50,8%, a fronte del 79,7% rilevato per il Centro, l'82,5% per il Nord-Est e l'89,4% per il Nord-Ovest. Le Regioni dove l'indice di copertura previdenziale risulta superiore al 100% sono: Lombardia e Trentino Alto Adige/Sudtirol. Il valore più basso si osserva in Calabria (39,5%).
Nel 2019, il Mezzogiorno registra, rispetto al Pil, una spesa per pensioni superiore alla media nazionale (21,1%), mentre il Centro si pone leggermente al di sotto di essa (16,3%). Il Nord-Ovest e il Nord-Est mostrano una spesa per pensioni, in rapporto al PIL, inferiore alla media nazionale (rispettivamente 15,2% e 14,9%). Infine, l'indice di beneficio relativo è superiore alla media nazionale nel Mezzogiorno (59,3%), mentre risulta inferiore alla media nazionale nel Centro-Nord (40%).
Nel 2018, la spesa per la rete territoriale dei servizi sociali, in rapporto al Pil, è mediamente più alta nel Nord-Est (0,50%), risulta più contenuta nel Centro e nel Mezzogiorno (rispettivamente 0,43% e 0,41%) e assume i valori più bassi al Nord-Ovest (0,37%). A livello regionale, le quote più alte del Pil si rilevano in Sardegna (1,16%), nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (1,14%), in Friuli-Venezia Giulia (0,88%) e nella Provincia autonoma di Trento (0,70). Sul versante opposto si trovano Calabria (0,13% del Pil) e Basilicata (0,26%).
Nel 2018, nelle Regioni del Mezzogiorno, i livelli di spesa pro-capite per il welfare sono decisamente inferiori rispetto alle Regioni del Centro-Nord, ad eccezione della Sardegna, dove i Comuni hanno speso 243 euro per abitante, ben al di sopra della media nazionale; per le altre Regioni del Mezzogiorno si passa da un minimo di 22 euro per abitante, in Calabria, a un massimo di 82 euro, in Sicilia. Nel Centro-Nord, viceversa, dove si concentra il 78% della spesa per i servizi sociali, si passa da un minimo di 94 euro pro-capite in Umbria fino al massimo di 540 per la Provincia di Bolzano/Bozen.
Bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi per l'infanzia (valori percentuali)
A livello regionale, l’indicatore di diffusione dell’offerta pubblica di servizi socio-educativi per la prima infanzia presenta variazioni molto significative: nell'anno educativo 2019/2020, si passa dal 100% dei Comuni che garantiscono la presenza dei servizi in Valle D'Aosta/Vallée d'Aoste, al 22,8% della Calabria.
Le Regioni del Nord-Est godono mediamente di una maggiore presenza dei servizi per l’infanzia pubblici o finanziati dal settore pubblico, con una media di ripartizione dell’84,5% dei Comuni attivi in questo settore; Centro (55,6%) e Mezzogiorno (48,6%) registrano valori inferiori al dato nazionale (60,1%). Nel corso degli ultimi anni di osservazione, si registra un miglioramento della copertura e dell'utilizzo dei servizi per l’infanzia pubblici o finanziati dal settore pubblico nelle Regioni meridionali e il conseguente attenuarsi delle divergenze: i Comuni del Mezzogiorno che offrono i servizi sono passati dal 35,4% del 2014/15 al 48,6% del 2019/20. Tuttavia, la percentuale di utenti sui bambini residenti di 0-2 anni mostra ancora divari molto ampi: nell’anno educativo 2019/2020, la percentuale di bambini che ha usufruito dei servizi per l'infanzia finanziati dai Comuni è superiore al 27,0% in Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e nella Provincia autonoma di Trento, mentre, in Calabria e in Campania, si ha appena il 3,1% e il 4,0% rispettivamente. Il divario tra i territori è ben sintetizzato dal confronto tra i valori assunti dall'indicatore al Centro-Nord (19,3%) e nel Mezzogiorno (6,4%).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
La spesa per la protezione sociale è un indicatore collegato, sia al modello di welfare adottato, sia al livello di reddito e alle caratteristiche strutturali della popolazione (la spesa è più elevata nei Paesi con popolazione polarizzata nelle classi d’età giovani e/o anziane).
Nel 2019, la spesa pro capite in Italia, pari a 8.697 euro annui, si colloca appena al di sotto della media Ue27 (8.769) e l’Italia si colloca all’undicesimo posto tra i 27 Paesi europei. Se rapportata al Pil, la spesa relativa alla protezione sociale pone l’Italia in una posizione più elevata (sesto posto), con un valore pari al 29,3%, superiore alla media Ue27 (27,9%). Il contesto europeo mostra valori di spesa rispetto al Pil piuttosto variabili: dal minimo rilevato per l'Irlanda (13,6%), al massimo della Francia (33,6%).
Spesa per la protezione sociale. Anno 2019 (in percentuale del Pil)