Nell’analisi delle condizioni socio-economiche di un Paese, occorre tener conto di alcune dimensioni che riguardano le famiglie e gli individui e che, al di là delle grandezze economiche, coinvolgono la sfera della percezione personale e aspetti trasversali quali la coesione sociale e il benessere della popolazione. Gli indicatori illustrati in questa sezione permettono di descriverli. La lente di ingrandimento dell’Istat sulla situazione socio-economica delle famiglie mette in evidenza dati che mostrano, a livello regionale ed europeo, una forte associazione con il territorio, la struttura familiare, il livello di istruzione e la partecipazione al mercato del lavoro.
In breve
- Nel 2022, la spesa media mensile per consumi delle famiglie è pari a 2.625 euro. Le famiglie spendono in media 482 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche, mentre la spesa per beni e servizi non alimentari è di 2.143 euro al mese.
- Nel Nord-Ovest, si spendono in media 755 euro in più del Mezzogiorno. Le Regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro).
- Nel 2022, si rileva un peggioramento della povertà assoluta, dinamica che si conferma sia a livello familiare (8,3%, da 7,7% nel 2021), sia a livello individuale (9,7%, dal 9,1% dell’anno precedente), imputabile, in larga misura, alla forte accelerazione dell'inflazione.
- L’incidenza della povertà relativa familiare scende al 10,1%: su scala regionale, Calabria (30,0%), Campania (20,8%) e Puglia (20%) sono le Regioni che registrano i valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3,6%), Emilia-Romagna e Lazio (entrambe al 5,2%) presentano i valori più bassi.
- Nel 2022, nel Mezzogiorno, il 9,3% della popolazione residente (più di 1,8 milioni di persone) vive in condizione di grave deprivazione materiale e sociale; nel Nord-Est la quota è 1,6%.
- Nel 2021, Il reddito familiare netto medio è di 33.798 euro, ma la metà delle famiglie non supera i 26.979 euro. La distribuzione del reddito a livello regionale mostra forti differenze. Le maggiori concentrazioni del reddito sono in Calabria e Sicilia, la maggior uniformità in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e nelle Marche. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Italia è superiore alla media Ue.
- Nel 2023, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è in aumento, rispetto all’anno precedente, e si attesta al 59,5%.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2022, la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.625 euro, +8,7% rispetto all’anno precedente (2.415 euro nel 2021), ma la crescita in termini reali risulta pressoché nulla per effetto dell’inflazione (+8,7% la variazione su base annua dell’Indice dei prezzi al consumo armonizzato, IPCA).
Le famiglie spendono in media 482 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche (18,4% della spesa media familiare totale). La spesa per beni e servizi non alimentari è, invece, di 2.143 euro al mese (81,6% del totale). Il capitolo di spesa che pesa di più è quello per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie, che ammonta a 1.010 euro al mese (38,5% della spesa media familiare totale).
Nel 2022, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale, da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1% dell’anno precedente).
Nel 2022, la povertà assoluta in Italia interessa quasi 1 milione 269 mila minori, appartenenti a 720 mila famiglie (l’incidenza delle famiglie con minori è pari all’11,8%; 11% nel 2021).
Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre 1 milione 700 mila, con un’incidenza pari al 34,0%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4%, in aumento dal 6,9% del 2021).
Per le famiglie con almeno uno straniero, l’incidenza di povertà assoluta è pari al 28,9% (28,1% nel 2021); è al 33,2% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (32,8% nel 2021) e al 6,4% per le famiglie di soli italiani (5,8%, in crescita rispetto al 2021).
Incidenza della povertà assoluta e relativa (per 100 famiglie residenti)
L’incidenza di povertà assoluta varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive: si contano oltre 983 mila famiglie povere in affitto, che rappresentano il 45% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del 21,2%, contro il 4,8% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà. Entrambi i valori sono in crescita, rispetto al 2021.
Le famiglie in condizione di povertà relativa, cioè la cui spesa risulta sotto la soglia nazionale, sono oltre 2,6 milioni (10,1%), per un totale di 8,2 milioni di individui (14,0%, in calo rispetto al 14,8% dell’anno precedente).
Nel 2021, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto medio annuo uguale a 33.798 euro, (circa 2.816 euro al mese). Tuttavia, poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all’importo medio. Infatti, il valore mediano, fornendo il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due parti uguali, mostra che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito annuo non superiore a 26.979 euro (circa 2.248 euro al mese).
Nel 2023, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è in aumento, rispetto all’anno precedente, e si attesta al 59,5%.
NOTA: Nel 2022 la metodologia di stima della povertà è stata aggiornata incorporando sia le novità introdotte dalla più recente versione della classificazione dei consumi delle famiglie (COICOP 2018), adottata nello stesso anno per l’Indagine sulle Spese, sia la ricostruzione della popolazione rilasciata sulla base dei risultati del censimento permanente della popolazione dell’Istat. Pertanto, la serie storica delle stime di povertà per gli anni 2014-2021 è stata ricostruita per garantire il corretto confronto con gli anni precedenti il 2022.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2022, nel Nord-Ovest, si spendono in media 755 euro in più del Mezzogiorno, mentre rispetto alle Regioni del Centro il vantaggio del Nord-Ovest, in valori assoluti, è di soli 105 euro. Le Regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta (rispettivamente, 1.983 e 1.839 euro al mese).
La quota più alta per alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 26,8%, a fronte del 18,4% osservato a livello nazionale e del 12,8% del Trentino-Alto Adige/Sudtirol.
Nel 2022, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021), con un picco nel Sud (11,2%), seguito da Nord-Est (7,9%) e Nord-Ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi di incidenza (6,4%).
La crescita dell’incidenza a livello individuale, osservata nel 2022, è da addebitare al Mezzogiorno (12,7%, dall’11,8%), soprattutto nelle Isole (11,3%, dal 10%), ma anche al Nord (8,5%, dal 7,7%), sia nel Nord-Ovest (8,3%, dal 7,5%), sia nel Nord-Est (8,8%, dall’8,1%). Fa eccezione il Centro, dove l’incidenza individuale è stabile.
Nel 2022, l’incidenza di povertà relativa familiare decresce nel Mezzogiorno (19,3% rispetto al 21,2% nel 2021); in particolare, nel Sud passa al 20,6% dal 23,1% nel 2021, mentre le restanti ripartizioni mostrano stabilità.
A livello individuale, i segnali di miglioramento della povertà relativa riguardano il Nord-Est (7,9%, dall’8,7% del 2021) e il Mezzogiorno, che arriva al 24,2%, dal 26,2% del 2021 (i valori dell’incidenza individuale del Sud arrivano a 25,3%, dal 28,5% del 2021).
Su scala regionale, Calabria (30,0%), Campania (20,8%) e Puglia (20%) sono le Regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3,6%), Emilia-Romagna e Lazio (entrambe al 5,2%) presentano i valori più bassi. Le incidenze regionali non sono significativamente diverse dallo scorso anno, ad eccezione della Puglia, che vede un miglioramento (nel 2021, era pari al 28,8%).
Nel 2021, il reddito familiare netto mediano (calcolato escludendo gli affitti figurativi) presenta una distribuzione territoriale eterogena: l’Emilia-Romagna registra il valore più elevato (pari a 33.431 euro, circa 2.786 euro mensili), con oltre 11.858 euro di scarto rispetto alla Calabria che, invece, si colloca ultima nella graduatoria per questo indicatore (21.573 euro annui, circa 1.798 euro mensili). Le Regioni con una concentrazione dei redditi più alta sono Calabria e Sicilia, con valori dell’indice di concentrazione di Gini rispettivamente uguali a 0,354 e 0,336; una maggiore uniformità nella distribuzione dei redditi si registra per le Marche (0,272) e per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (0,267).
Nel 2022, in Campania, gli individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale sono oltre 771 mila, vale a dire il 14,0% della popolazione che vi risiede. Invece, in Emilia-Romagna soltanto l’1% degli individui (oltre 42 mila persone) è in condizione di grave deprivazione materiale e sociale; in Lombardia, l’1,5% (oltre 146 mila individui). Il divario più ampio risulta quindi tra Mezzogiorno e Nord-Est. In particolare, nel Mezzogiorno, vive in condizione di grave deprivazione il 9,3% della popolazione residente (oltre 1,8 milioni di individui), mentre, nel Nord-Est l’1,6% (più di 182 mila individui).
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Anno 2022 (per 100 individui residenti)
Spesa media mensile familiare per alimentari e bevande analcoliche (valori in euro correnti)
Spesa media mensile familiare per beni e servizi non alimentari (valori in euro correnti)
La soddisfazione per la situazione economica varia sensibilmente tra le diverse aree geografiche del Paese. Nel 2023, l’area con la quota più elevata di persone di 14 anni e più molto o abbastanza soddisfatte è il Nord-Ovest con il 63,4%, mentre il Mezzogiorno rappresenta l’area con la minor quota di soddisfazione (53,4%). Rispetto al 2022 l’incremento più marcato si registra nelle regioni del Centro la cui soddisfazione sale dal 56,7% al 60,8%.
NOTA: Nel 2022 la metodologia di stima della povertà è stata aggiornata incorporando sia le novità introdotte dalla più recente versione della classificazione dei consumi delle famiglie (COICOP 2018), adottata nello stesso anno per l’Indagine sulle Spese, sia la ricostruzione della popolazione rilasciata sulla base dei risultati del censimento permanente della popolazione dell’Istat. Pertanto, la serie storica delle stime di povertà per gli anni 2014-2021 è stata ricostruita per garantire il corretto confronto con gli anni precedenti il 2022.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2022, l’indice di disuguaglianza di Gini, calcolato in base ai redditi del 2021 rilevati per tutti i Paesi dell’Ue dall’indagine Reddito e condizioni di vita (Eu-Silc), consente un confronto a livello europeo. L’Italia, con un valore pari a 0,327, al di sopra della media europea (0,296), si colloca in ventiquattresima posizione nella graduatoria dei Paesi dell’Ue. Per questo indice, i cui valori sono compresi nell’intervallo di estremi 0 e 1, si registrano marcate differenze territoriali, tra i Paesi europei: si passa, infatti, dai valori più alti della Bulgaria (0,384) e della Lituania (0,362), dove la distribuzione dei redditi è fortemente diseguale, ai valori più bassi registrati in Slovacchia (0,212) e in Slovenia (0,231), Paesi caratterizzati da distribuzioni del reddito più eque.
L’indicatore di grave deprivazione materiale e sociale nei Paesi dell’Ue mostra il valore più elevato in Romania (24,3%), seguita dalla Bulgaria (18,7%) e dalla Grecia (13,9%). I Paesi che presentano i valori più contenuti sono Slovenia (1,4%), Finlandia (1,9%) e Lussemburgo (2,0%). L’Italia si discosta di 2,2 punti percentuali dal valore della media europea (6,7%).
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Anno 2022 (per 100 individui residenti)