La sicurezza dei cittadini, tanto nella sua componente oggettiva (comportamenti antisociali o delittuosi), quanto in quella soggettiva (percezione di allarme sociale da parte degli individui), costituisce uno degli indicatori dello “stato di salute” di una comunità e rappresenta una dimensione essenziale della convivenza civile. L’informazione statistica, in questo ambito, costituisce un aiuto fondamentale per orientare e valutare le politiche in materia di sicurezza, nel miglioramento della convivenza tra cittadini.
In breve
- Nel 2023, in Italia, la criminalità complessiva denunciata è tornata ai livelli osservati nel 2018, in netta risalita rispetto al dato registrato nel 2020, superando i livelli del 2019. Nel confronto con gli anni precedenti, va comunque considerato il mutamento dei comportamenti sociali imposto dalla pandemia.
- Nel 2023, in Italia, gli omicidi volontari consumati sono 341 (0,58 per 100 mila abitanti); l’aumento del fenomeno rallenta, rispetto all’anno precedente: rispettivamente, +3 per cento nel 2023; +9 per cento nel 2022.
- L’Italia, nel 2022, è il paese dell’Unione europea con l’incidenza di omicidi più bassa.
- Quasi stabili i tentati omicidi (da 1,73 a 1,75 per 100 mila abitanti), tranne che nelle due ripartizioni del Nord, dove -in controtendenza- si riscontra un incremento (da 1,49 a 1,59 nel Nord-ovest; da 1,14 a 1,24 nel Nord-est).
- Nel 2023, aumentano i furti: 1.731 ogni 100 mila abitanti (1.632 nel 2022). Particolarmente elevato l’aumento nel Centro (+ 253 furti ogni 100 mila residenti).
- Nel 2024, il 26,6 per cento delle famiglie residenti dichiara la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui vive.
- Alla fine del 2024, i detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti sono 61.861 mila (+2,8 per cento, rispetto all’anno precedente). Tale crescita ha comportato un aumento dell’indice di affollamento delle carceri, che passa da 117,6 detenuti per cento posti regolamentari, nel 2023, a 120,6, nel 2024.
-
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2023, i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria ammontano a circa 2,341 milioni, circa 39 delitti ogni mille abitanti (3,8 per cento in più, rispetto all’anno precedente). Tale ammontare è di poco inferiore rispetto a quello rilevato nel 2018, anno in cui si sono registrati i valori più alti prima della brusca caduta dei reati conseguente alla pandemia e ai mutati comportamenti sociali connessi.
Nel 2023, tra i delitti contro la persona, rispetto al 2022, sono in aumento gli omicidi volontari consumati e tentati (rispettivamente +3,0 per cento e +1,5 per cento). Al contrario, le denunce di violenza sessuale sono in lieve diminuzione (-0,9 per cento). Com’è noto, le denunce rappresentano solo una parte esigua delle violenze sessuali effettivamente commesse.
Per la componente femminile di popolazione, si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. Il contesto in cui avvengono i femminicidi è, infatti, prevalentemente familiare/affettivo (nell’81 per cento circa dei casi), senza differenze significative per età. Nel 2023, il tasso di donne uccise da un partner o ex partner (sia esso un coniuge, un convivente, un fidanzato o un amante) è pari allo 0,21 per 100 mila donne, del tutto simile a quello del 2022 (0,20). In particolare, sono i partner con cui la donna ha una relazione al momento della morte (coniugi, conviventi, fidanzati) a compiere il maggior numero degli omicidi nella coppia (41 per cento), mentre sono il 12,8 per cento gli ex partner (ex coniugi, ex conviventi, ex fidanzati). Per la componente maschile, l’ambito familiare è invece relativamente sicuro (21,3 per cento degli omicidi, solo in piccola parte commessi dalla partner o da ex partner), mentre in poco meno della metà dei casi (48,8 per cento) l’omicida era uno sconosciuto per la vittima.
Nel 2023, continuano ad aumentare, in generale, i delitti contro il patrimonio, a partire dai furti, circa 17 ogni mille abitanti, contro i 16 dell’anno precedente. L’aumento del numero di denunce per furto è dovuto ad un aumento della diffusione dei furti in appartamento (da 226,7 nel 2022 a 250,3 ogni 100 mila abitanti) e dei borseggi (passati da 219 a 237 per 100 mila abitanti), mentre è nullo il contributo degli scippi, per i quali il tasso ogni 100 mila abitanti passa da 22,7 a 22,5.
Aumento significativo anche per le rapine, il cui tasso ogni 100 mila abitanti aumenta di 4 denunce (da 43,5 a 47,6).
Tra le rapine, aumentano quelle compiute in strada, che costituiscono la parte maggioritaria del fenomeno (da 25 a 28,1 ogni 100 mila abitanti), mentre più limitato è l’aumento di rapine negli esercizi commerciali (da 6,1 a 6,5 per 100 mila abitanti). In linea con l’aumento dei furti, crescono le rapine in abitazione, che passano da 2,8 a 3,1 ogni 100 mila abitanti.
Accanto a questi risultati, nel 2024, rispetto all’anno precedente, si stima un aumento della quota di famiglie che percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive (26,6 per cento, a fronte del 23,3 per cento nel 2023).
Alla fine del 2024, i detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti sono 61.861 (+2,8 per cento, rispetto all’anno precedente). La quasi totalità è di sesso maschile (95,6 per cento), quota stabile nel tempo, mentre gli stranieri costituiscono il 31,8 per cento del totale dei detenuti. Per questi, i paesi di cittadinanza più frequenti sono: Marocco (21,5 per cento del totale dei detenuti stranieri), Romania (10,9 per cento), Tunisia (10,8 per cento) e Albania (9,8 per cento). Nonostante il limitato allargamento della capienza degli istituti penitenziari (+0,25 per cento), tra il 2023 e il 2024, l’aumento del numero dei detenuti presenti ha comportato un aumento dell’indice di affollamento delle carceri, dopo quello già consistente dell’anno precedente. L’affollamento passa dai 109,5 detenuti per cento posti regolamentari, nel 2022, a 120,6, nel 2024.
Detenuti in Italia (Valori assoluti)
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
La distribuzione delle denunce di delitto sul territorio nazionale si differenzia notevolmente, in funzione del tipo di reato considerato. Nel 2023, per quanto riguarda gli omicidi volontari consumati, si registra un’incidenza più elevata nel Mezzogiorno, rispetto a quella del Centro-nord (rispettivamente, 0,68 e 0,53 omicidi per 100 mila abitanti). La distanza tra i due tassi territoriali è comunque diminuita nell’ultimo anno (da 0,34, nel 2022 a 0,16, nel 2023). Per quanto riguarda il genere delle vittime, nel Mezzogiorno, il 67 per cento circa delle vittime è di sesso maschile, mentre, nel Centro-nord, il numero di vittime tra i maschi è di poco inferiore ai due terzi (61 per cento circa).
La distribuzione delle denunce di delitto sul territorio nazionale si differenzia notevolmente, in funzione del tipo di reato considerato. Nel 2023, per quanto riguarda gli omicidi volontari consumati, si registra un’incidenza più elevata nel Mezzogiorno, rispetto a quella del Centro-nord (rispettivamente, 0,68 e 0,53 omicidi per 100 mila abitanti). La distanza tra i due tassi territoriali è comunque diminuita nell’ultimo anno (da 0,34, nel 2022 a 0,16, nel 2023). Per quanto riguarda il genere delle vittime, nel Mezzogiorno, il 67 per cento circa delle vittime è di sesso maschile, mentre, nel Centro-nord, il numero di vittime tra i maschi è di poco inferiore ai due terzi (61 per cento circa).
Tra gli altri delitti di criminalità violenta, le rapine sono più diffuse nel Centro-nord, rispetto al Mezzogiorno (52,8, a fronte di 37,3 rapine per 100 mila abitanti), ma è una regione del Sud, la Campania, a primeggiare stabilmente nella deprecabile graduatoria (73,9 rapine per 100 mila abitanti). La Campania è seguita da otto regioni del Centro-nord, a iniziare da Lombardia e Toscana (rispettivamente, 65,5 e 63,8 rapine per 100 mila abitanti). Le regioni in cui l’incidenza è minore, invece, sono la Basilicata (8,2 rapine per 100 mila abitanti) e altre tre regioni meno urbanizzate: Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste, Molise e Calabria (con valori compresi tra 13,8 e 10,0 rapine per 100 mila abitanti).
Nel 2023, a livello regionale, la distribuzione dei furti, depurata dagli effetti della dimensione demografica, presenta un campo di variazione molto elevato: dai 28 furti per mille abitanti del Lazio ai 4,5 della Basilicata. Come per altri reati predatori, occorre considerare molti aspetti che influenzano il dato, tra cui la disuguale attrattività economica delle diverse aree del Paese, la presenza di grandi centri urbani e la differente propensione alla denuncia, che interviene soprattutto nei casi in cui i beni sottratti sono di scarso valore o il furto non riguarda oggetti particolari (veicoli, armi o documenti eccetera).
Nel 2024, la quota più elevata di famiglie che percepisce il rischio di criminalità si registra nel Centro (30,7 per cento), seguita dal Nord-ovest (27,5 per cento). Le regioni che manifestano le percentuali più elevate sono Campania (39,6 per cento) e Lazio (38,3 per cento), dove il valore è sensibilmente superiore al dato nazionale (26,6 per cento).
Rischio di criminalità percepito dalle famiglie. Anno 2024 (per 100 famiglie della stessa zona)
Alla fine del 2024, il 73 per cento degli istituti penitenziari (138 su 189) risulta in condizioni di sovraffollamento, ovvero ospita più detenuti di quanti siano i posti regolamentari destinati a tale scopo. Gli istituti sovraffollati ospitano l’84,3 per cento delle persone detenute in Italia. La necessità di custodire distintamente i detenuti, oltre che per sesso, anche secondo altri criteri (tossicodipendenti, detenute madri, detenuti a custodia attenuata, di alta sicurezza eccetera), può portare localmente a situazioni più critiche di quanto il dato nazionale sul sovraffollamento suggerisce.
A livello regionale, nel 2024, in Italia, il sovraffollamento maggiore si riscontra in Puglia e in Lombardia (rispettivamente, 148,0 e 142,4 detenuti per 100 posti letto regolamentari).
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2022, l’incidenza maggiore degli omicidi volontari consumati nell’Unione europea si è registrata in Lettonia, con 3,57 omicidi per 100 mila abitanti, un valore che precede quello di un altro stato baltico, la Lituania (2,39), decisamente sopra la media, insieme alla Lettonia. Per gli altri venticinque paesi dell’UE, si osservano condizioni leggermente più omogenee, ma con differenze importanti, in un campo di variazione compreso tra gli 1,55 omicidi per 100 mila abitanti del Lussemburgo e gli 0,55 dell’Italia, che presenta il valore più basso dell’UE.
Se si considerano le sole vittime femminili di omicidio, il valore più alto caratterizza, anche in questo caso, gli stati baltici, con la Lettonia che presenta 3,97 femmine uccise per 100 mila femmine residenti, seguita dalla Lituania (con 1,93 donne uccise ogni 100 mila donne). Per gli altri venti paesi per i quali sono disponibili i dati, il campo di variazione va da 1,56 vittime, in Lussemburgo, a 0,39 vittime femmine per 100 mila residenti, in Irlanda. L’Italia è caratterizzata da un valore pari a 0,42 vittime per 100 mila femmine, simile a quello dell’anno precedente (0,41).
Omicidi volontari consumati. Anno 2022 (per 100.000 abitanti)
Nell’anno 2022, il tasso di detenzione presenta una notevole variabilità tra i paesi dell’Unione europea. Assume i suoi valori più elevati in Ungheria e Polonia (rispettivamente, 199,7 e 190,5 detenuti per 100 mila abitanti), i minimi in Paesi Bassi e Finlandia (63,9 e 51,6 detenuti per 100 mila abitanti). Il valore dell’Italia, pari a 97,3 detenuti per 100 mila abitanti, comprendente sia i detenuti adulti presenti negli istituti penitenziari sia i minori ospitati nelle strutture residenziali del Ministero della giustizia, la colloca in una posizione intermedia nella graduatoria dell’Unione europea (appena sotto la mediana europea di 105,9). Nel confronto tra i tassi, tuttavia, vanno considerati molti fattori, tra cui la differente possibilità di accesso alle misure alternative alla detenzione, previste nei diversi paesi.
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.