L’assistenza sanitaria, insieme alla previdenza, rappresenta un asse portante del welfare. Obiettivo dei sistemi sanitari nazionali è promuovere e migliorare la salute dei cittadini per mezzo di iniziative di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Gli indicatori sanitari misurano una realtà che, oltre a rappresentare una voce centrale nel bilancio dello Stato, è soprattutto l’elemento primario di programmazione del sistema dell’assistenza sociale. Da oltre un decennio, in Italia e nell’Unione europea, il sistema sanitario è sottoposto a riforme che hanno come obiettivo la razionalizzazione delle risorse e il contenimento della spesa.
In breve
- Nel 2020, la spesa sanitaria pubblica è inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. La Germania è al primo posto per spesa pro capite.
- Nel 2021, le famiglie italiane hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per più del 24%, ciò colloca l’Italia tra i primi Paesi dell’Ue nella graduatoria per contributo delle famiglie alla spesa sanitaria.
- Nel 2020, i posti letto ospedalieri sono 3,1 per mille abitanti; il tasso si mantiene stabile negli ultimi tre anni. Il valore più basso si registra in Campania e Calabria (2,6), il valore più alto in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (3,9).
- A livello europeo, l’Italia si posiziona tra i Paesi con i livelli più bassi di posti letto ogni mille abitanti.
- Nel 2021, il sistema ospedaliero ha parzialmente recuperato l’attività che era stata rinviata a causa della pandemia da COVID-19: rispetto al 2020, sono aumentati i tassi di ricovero per malattie del sistema circolatorio e i tumori che rimangono però su valori più bassi, rispetto al 2019.
- Nel 2021, torna ad aumentare l’emigrazione ospedaliera tra le Regioni, dopo la significativa diminuzione registrata nel 2020: nelle Regioni del Centro-Sud, con quote più elevate di flussi in uscita, l’indice di emigrazione ospedaliera torna ai livelli pre-pandemia.
- Nel 2020, la mortalità per tumori continua a diminuire (23,9 per 10 mila abitanti) e si riducono le differenze di genere. I tassi più elevati si registrano nel Nord-Ovest (24,3 decessi per 10 mila abitanti), ma Campania e Sardegna hanno i tassi più elevati, a livello nazionale, per la componente maschile della popolazione (rispettivamente 34,0 e 32,9 decessi per 10 mila abitanti).
- Nel 2020, la mortalità per malattie del sistema circolatorio subisce un leggero incremento, confermando lo svantaggio del Mezzogiorno, rispetto al Nord.
- In Italia, la mortalità infantile è tra le più basse in Europa; nel Mezzogiorno è più elevata rispetto al Centro-Nord.
- Nel 2021, è nel Nord-Est la più alta quota di consumatori di alcol a rischio (17,2%), nel Mezzogiorno quella di persone obese (13,9%) e al Centro la quota più alta di fumatori (21,5%).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2021, in Italia, fra la popolazione di 14 anni e più, la quota dei fumatori è uguale al 19,0% e quella dei consumatori di alcol a rischio 14,5%, mentre tra la popolazione adulta (18 anni e più) le persone obese sono il 12,0%. Il programma "Guadagnare salute" della Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità sostiene gli interventi economici, sanitari e di comunicazione volti a contrastare la diffusione dei principali fattori di rischio quali fumo, alcol, stili alimentari non salutari e sedentarietà (questi ultimi strettamente connessi all'obesità).
Nel 2020, la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammonta a 121 miliardi e 868 milioni di euro, pari al 7,3% del Pil e a 2.050 euro annui per abitante.
Nel 2021, le famiglie italiane hanno contribuito con risorse proprie alla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata), per una quota pari al 24,4%, con un aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2004. La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta il 2,3% del Pil nazionale.
L'offerta ospedaliera continua a ridursi nel tempo, con un conseguente risparmio di risorse economiche. La tendenza verso un modello di rete ospedaliera sempre più integrato con l’assistenza territoriale ha determinato una diminuzione del numero di ospedali, passato da 1.378 nel 2002 a 1.048 nel 2020, e della dotazione di posti letto che, negli stessi anni, è passata da 4,4 ogni mille abitanti a 3,1.
Nel 2021, viene recuperato, anche se parzialmente, il decremento dell’attività ospedaliera registrato nel 2020, in conseguenza della pandemia da COVID-19. I ricoveri ospedalieri per 100 mila abitanti, in regime ordinario, per le malattie del sistema circolatorio nel 2021 sono il 15,4% più bassi rispetto al 2019 (da 1.810 nel 2019 a 1.530 nel 2021); quelli per tumori il 7,2% (da 1.102 a 1.023). Il recupero dei ricoveri per malattie del sistema circolatorio è stato più consistente per i maschi (il tasso nel 2021 è il 13,7% più basso rispetto al 2019), mentre per i tumori è stato più forte per le femmine (-5,5% nel 2021 rispetto al 2019).
Nel 2020, il tasso di mortalità (standardizzato) per malattie del sistema circolatorio, responsabile della maggior parte dei decessi, e che si era ridotto negli ultimi 10 anni, ha subito una battuta d’arresto, tornando ai valori del 2018, cioè a 28,1 decessi per 10 mila abitanti. Continua, invece, a diminuire la mortalità per tumori a livello nazionale (23,9 decessi per 10 mila abitanti), grazie al successo di misure di prevenzione primaria e avanzamenti diagnostici e terapeutici. Le differenze di genere, anche se si attenuano, persistono e gli uomini continuano a presentare livelli di mortalità superiori a quelli alle donne, sia per le malattie del sistema circolatorio (33,5 decessi per 10 mila maschi rispetto a 24,1 decessi per 10 mila femmine) che per i tumori (31,1 decessi per 10 mila maschi rispetto a 18,9 decessi per 10 mila femmine).
In Italia, il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un Paese, presenta, fin dal 2014, un valore inferiore a tre decessi per mille nati vivi. Nel 2020, il tasso è pari a 2,5 decessi per mille nati vivi, come nel 2019.
Tassi di mortalità standardizzati (valori per 10.000 abitanti)
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati della serie storica Spesa sanitaria delle famiglie (valori correnti in percentuale del Pil) -Anni 2004-2020 (dati Italia e Regioni).
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2021, il consumo di alcol a rischio e l’obesità fanno emergere situazioni territoriali differenti: nel Centro-Nord è più alta la quota di consumatori di alcol a rischio (16,3%), nel Mezzogiorno quella di persone obese (13,9%). Per l'abitudine al fumo, la quota più elevata si osserva nelle regioni dell’Italia centrale (21,5%).
Fattori di rischio - Consumatori di alcol a rischio di 14 anni e oltre. Anno 2021 (per 100 persone)
Nel 2020, a livello regionale, i livelli di spesa sanitaria per abitante sono molto variabili, a causa delle differenze esistenti nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nei modelli di gestione dei sistemi sanitari regionali. La spesa pro capite delle ripartizioni geografiche del Centro (2.079 euro), del Nord-Est (2.100 euro) e del Nord-Ovest (2.076 euro) sono simili fra loro. La ripartizione del Centro-Nord, nel suo insieme (2.084 euro), è al di sopra della media nazionale (2.050 euro), mentre nel Mezzogiorno (1.984 euro) la spesa pro capite è inferiore alla spesa media nazionale.
Nel 2020, la spesa sanitaria complessiva rappresenta l’8,9% del Pil e, di questa quota, 2,2 punti percentuali sono finanziati con risorse dirette delle famiglie. Il peso della spesa delle famiglie in percentuale del Pil è più alto nel Mezzogiorno (2,5%) e nel Nord-Est (2,2%); le Regioni in cui la quota è più elevata (superiore a tre punti e mezzo in percentuale del Pil) sono Calabria e Friuli-Venezia Giulia. Considerando, invece, la distribuzione della spesa sanitaria tra le due componenti, pubblica e privata, il contributo delle famiglie alla spesa sanitaria totale è più basso nel Mezzogiorno (18,6%) che nel Centro-Nord, dove si attesta al 24,6%, con un picco del 26,4% nel Nord-Est. La maggiore partecipazione delle famiglie alla spesa sanitaria totale si registra in Friuli-Venezia Giulia (30,3%), Le incidenze più basse si rilevano, invece, per le Regioni del Mezzogiorno, in particolare, Campania e Sicilia (17,3% per entrambe).
I posti letto ospedalieri continuano a diminuire in tutte le Regioni italiane. In particolare, a partire dal 2002, Lazio, Toscana, Molise, Calabria, Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen hanno fatto registrare le riduzioni maggiori. Nel 2020, si osserva un ampio divario tra le aree geografiche del Paese: il Mezzogiorno, con 2,8 posti letto ogni mille abitanti, si posiziona al di sotto della media nazionale (3,1 per mille abitanti). I valori più bassi si registrano in Campania e Calabria (2,6 posti letto per mille abitanti). Il valore più alto si osserva in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (3,9).
Nel 2021, con il recupero di parte dell’attività ospedaliera dopo lo shock pandemico, rispetto al 2020, anche l’emigrazione ospedaliera è in aumento in tutte le Regioni, eccetto la Provincia Autonoma di Trento, Lazio e Abruzzo, dove rimane ai livelli del 2020. L’indice di attrazione continua ad essere superiore a 1 in molte Regioni del Centro-Nord (per effetto di una mobilità attiva, maggiore di quella passiva), ma in diminuzione in Lombardia (da 2,7 nel 2019, a 2,0 nel 2020 e 2,1 nel 2021), per una immigrazione ospedaliera in decrescita, negli ultimi due anni.
Tra 2020 e 2021, in aumento i ricoveri per malattie del sistema circolatorio e per tumori in tutte le aree geografiche, ma il recupero rispetto al 2019 è stato più lento, per le prime nel Mezzogiorno (-17,7% rispetto a -15,4% a livello Italia) e per i secondi nel Nord-Ovest (-10,5% rispetto a -7,2% a livello Italia).
Nel 2020, al netto delle differenze di composizione per età della popolazione, il tasso di mortalità (standardizzato) per le malattie del sistema circolatorio evidenzia uno svantaggio del Mezzogiorno (tasso uguale a 31,8 decessi per 10 mila abitanti), rispetto a tutte le altre ripartizioni. Per quanto riguarda la mortalità per tumore, il Nord-Ovest presenta il tasso più alto (24,3 decessi per 10 mila abitanti), anche se in Campania e Sardegna si registrano, per i maschi, i tassi più elevati a livello nazionale (rispettivamente 34,0 e 32,9).
Anche la mortalità infantile è più elevata nel Mezzogiorno (3,2 decessi per mille nati vivi), rispetto al Centro (2,3), al Nord-Ovest (2,2) e al Nord-Est (1,9). La disuguaglianza territoriale tra Mezzogiorno e Nord, che si era ridotta nel 2019, è tornata ad aumentare.
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati della serie storica Spesa sanitaria delle famiglie (valori correnti in percentuale del Pil) -Anni 2004-2020 (dati Italia e Regioni).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
La spesa sanitaria pubblica corrente italiana è di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. A parità di potere di acquisto, a fronte di 2.851 dollari per abitante spesi in Italia, nel 2020, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Svezia superano i 4.000 dollari, mentre la Germania, con i suoi 5.905 dollari per abitante, si conferma al primo posto per spesa pro capite, seguita dai Paesi Bassi che si attestano al di sopra dei 5.000 dollari di spesa per abitante.
Il confronto europeo evidenzia che, in Italia, nel 2021, la quota di spesa sanitaria privata sulla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) è uguale al 24,4%. Il Paese in cui i contributi della spesa privata sono maggiori è il Portogallo (con il 36,0%); tutti gli altri Paesi dell’Ue presentano quote inferiori al 30% e i contributi minori si registrano per la Germania (14,0%).
Nel 2020, l'Italia si colloca tra i Paesi dell’Ue con i livelli più bassi di posti letto per mille abitanti con un valore pari a 3,2, preceduta da Francia e Germania con, rispettivamente, 5,7 e 7,8 posti letto per mille abitanti.
Tra il 2019 e il 2020, l’emergenza sanitaria da COVID-19 ha determinato una forte diminuzione dei ricoveri ospedalieri in regime ordinario per tumori e soprattutto per malattie del sistema circolatorio in tutti i Paesi dell’Unione europea, in particolare in alcuni paesi dell’est Europa (Romania, Ungheria, Polonia). L’Italia, con livelli di ospedalizzazione medio-bassi per queste patologie, rispetto agli altri Paesi, ha fatto registrare un calo dei ricoveri per malattie del sistema circolatorio (-15,4%) superiore a quello di Irlanda (-7,9%), Svezia (-8,5%) e Paesi Bassi (-8,9%), mentre per i tumori (-7,2%) è il Paese con la variazione più contenuta.
Nel 2020, in Italia, i tassi di mortalità per tumori e per malattie del sistema circolatorio sono entrambi inferiori a quelli della maggior parte dei Paesi europei e a quelli della media europea. L'Italia si conferma tra i Paesi con il più basso valore del tasso di mortalità infantile (2,6 per mille nati vivi, mentre la media Ue è di 3,3 per mille), valore simile a quello della Spagna.
Tassi di mortalità standardizzati per malattie del sistema circolatorio. Anno 2020. (valori per 10.000 abitanti)
Tassi di mortalità standardizzati per tumori. Anno 2020. (valori per 10.000 abitanti)
Riguardo all'abitudine al fumo, nel 2021 l'Italia, con una percentuale di fumatori uguale al 19,1% della popolazione (di 15 anni o più), si colloca in posizione centrale nella classifica dei Paesi Ue; nelle prime posizioni si trovano Francia, Grecia e Ungheria (24,9%). L'abitudine al fumo è meno diffusa in Svezia (9,5%) e Finlandia (12,0%).
Riguardo all'obesità, nel 2021, l'Italia presenta una percentuale di persone obese uguale al 12,0% della popolazione (di 18 anni o più); questo dato la colloca tra i Paesi con i valori più bassi insieme a Paesi Bassi (13,4%), Svezia e Francia (14,4%) e Spagna (14,9%). I valori più alti si osservano per Irlanda (26,9%), Ungheria (23,9%), Finlandia (23%), Lettonia (21,6%) ed Estonia (20,5%).
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati e i relativi testi descrittivi della serie storica Spesa sanitaria pubblica corrente (dollari per abitante in parità di potere d'acquisto) - Anno2020 (dati Europa).