Gli indicatori della finanza pubblica caratterizzano la politica economica di un Paese e sono oggetto di particolare interesse nella programmazione dell’economia dell’area euro. In particolare, la spesa pubblica e la tassazione sono i principali strumenti di politica fiscale di cui dispone un governo e rappresentano aspetti ai quali l’opinione pubblica è particolarmente sensibile. Lo stato della finanza pubblica, così come l’andamento dell’inflazione, consentono di misurare in modo sintetico il livello di stabilità economica e monetaria di un Paese; dunque, è sulla base di indicatori di questo tipo che è possibile valutare, ad esempio, le tendenze di crescita e il grado di adeguamento al patto di stabilità dei singoli Stati membri dell’Unione europea.
In breve
- Nel 2022, l’indebitamento netto dell’Italia si attesta al -8,0% del Pil, con un saldo primario pari al -3,8%.
- Nel 2022, in Italia, la spesa delle Amministrazioni Pubbliche per abitante (18.519 euro) supera di poco meno del 5% quella della media Ue27 (17.660 euro), mentre è inferiore a quella delle principali economie dell’Ue, con l’unica eccezione della Spagna (13.350 euro).
- Nel 2022, in Italia, la pressione fiscale raggiunge il 42,7% del Pil.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Il livello dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in percentuale del Pil costituisce l’indicatore di riferimento per la gestione di bilancio sia come livello-obiettivo, sia, a consuntivo, per la valutazione dello stato dei conti pubblici. Negli accordi di Maastricht, è stato fissato un deficit massimo del 3% come condizione per l’adesione all’Unione economica e monetaria (Uem). Questo vincolo è stato sospeso nel marzo 2020, a fronte del dilagare in Europa della Pandemia da COVID-19.
Se dall’indebitamento netto si sottraggono le spese per interessi passivi, si ottiene il saldo primario che, sempre rapportato al Pil, rappresenta un altro importante indicatore di finanza pubblica.
La relazione tra indebitamento netto e saldo primario può essere molto diversa tra singoli Paesi, in funzione delle differenze negli oneri del debito.
Nel 2022, per l’Italia, l’indebitamento netto è pari a -8,0% del Pil, in riduzione, rispetto al 2021 (-8,8% del Pil), mentre il saldo primario è negativo (-3,8% del Pil), anche questo in miglioramento, rispetto al 2021 (-5,3% del Pil).
Indebitamento netto (in percentuale del Pil)
Saldo primario (in percentuale del Pil)
La pressione fiscale è un elemento fondamentale per determinare i livelli di competitività e performance del sistema economico. L’analisi delle componenti della pressione fiscale negli anni mostra gli effetti della variabilità delle politiche fiscali adottate. A fronte di una generale prevalenza delle imposte dirette negli anni Novanta, a partire dal 1998, si registra un’inversione di tendenza che mostra un maggiore peso relativo delle imposte indirette fino al 2006. Dal 2007 al 2010, invece, torna ad avere maggiore consistenza il peso della pressione fiscale diretta su famiglie e imprese, mentre, negli ultimi anni, si assiste a una fase più altalenante dell’andamento delle imposte. Ciò dipende prevalentemente dall’evoluzione della ripartizione della fiscalità e dei suoi proventi tra i diversi livelli di governo. Negli anni, infatti, si è assistito a un progressivo aumento dell’autonomia tributaria delle amministrazioni locali e del peso complessivo dei tributi locali sul prelievo complessivo, per effetto del decentramento di importanti funzioni di spesa, cui è seguita un’attribuzione di fonti di gettito crescenti. Nell’ultimo ventennio, In Italia, la pressione fiscale, nel complesso, è andata aumentando: dal 40% del Pil nel 2000, si è arrivati a un minimo del 39%, nel 2005, per poi raggiungere un massimo del 43,4%, nel 2013.
Nel 2022, la pressione fiscale è uguale al 42,7% (+0,1% rispetto all’anno precedente).
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2021, in Italia, la spesa statale per abitante regionalizzata è pari a 11.946 euro; nel Centro-Nord, come negli anni precedenti, tale spesa è superiore a quella del Mezzogiorno. Nel 2021, il divario tra queste due ripartizioni, pari all’8,8%, è di poco superiore rispetto a quello rilevato nel 2020 (7,6%), ma resta di gran lunga superiore rispetto al valore del 2012 (pari al 4,1%).
Nella classifica delle Regioni con la più alta spesa statale per abitante, al primo posto, si colloca la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (18.396 euro), al secondo posto il Trentino-Alto Adige/Sudtirol (17.106 euro), seguita ad una certa distanza da Lazio (15.447 euro) e Friuli-Venezia-Giulia (14.464 euro); agli ultimi posti della classifica, vi sono Campania, Veneto, Puglia, Lombardia e Sicilia (tra i 10,5 mila e gli 11,3 mila euro). Tra le Regioni del Mezzogiorno, la Sardegna è quella che presenta la spesa statale per abitante più elevata (13.706 euro).
Spesa statale regionalizzata. Anno 2021 (euro per abitante)
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Il 2022 è segnato dalla crisi economica dovuta alla guerra in Ucraina e vede un gran numero di Paesi dell’Ue con un rapporto tra indebitamento e Pil superiore alla soglia del 3%. La soglia, peraltro sospesa dal marzo 2020 con l’applicazione delle clausole di salvaguardia, è rispettata solo da 16 Paesi su 27 (nel 2021, 12 su 27). Tra le maggiori economie europee, Italia, Francia e Spagna hanno un rapporto tra indebitamento netto e Pil superiore alla media Ue (-3,3%) e, rispettivamente uguale a -8,0%, -4,8% e -4,7%, mentre, in Germania, il deficit è uguale al -2,5%. Il saldo primario è negativo in 19 Paesi su 27 (nel 2021, 24 su 27), le maggiori economie europee Italia, Francia, Spagna e Germania hanno un dato superiore alla media Ue (-1,7%) e rispettivamente uguale a -3,8%, -2,9%, -2,3% e -1,9%.
I sistemi fiscali dei Paesi dell’Ue, seppur caratterizzati da un crescente grado di armonizzazione e da molte similitudini, presentano divari molto ampi. Per quanto attiene alla pressione fiscale nel suo complesso, si osserva una notevole variabilità tra i Paesi dell'Ue. Nel 2022, in Italia, la pressione fiscale risulta uguale al 42,7% del Pil, valore che la colloca al sesto posto nella graduatoria decrescente dei Paesi dell’Ue.
Pressione fiscale. Anno 2022 (in percentuale del Pil)
Nel 2022, in quasi tutti i Paesi dell’Ue (27 Paesi), si registrano aumenti nei livelli della spesa delle Amministrazioni Pubbliche per abitante, con una crescita media del 5,0%; gli unici Paesi in cui si registra una flessione, seppur lieve, sono Irlanda e Danimarca (rispettivamente -0,3 e -0,6%), mentre in Svezia tale spesa è sostanzialmente stazionaria (0,1%). Nel 2022, In Italia, la spesa per abitante è cresciuta ad un ritmo più sostenuto, pari al 6,7%, e ammonta a 18.519 euro, contro un valore medio Ue pari a 17.660 euro. Tra le maggiori economie dell’Ue, solo la Spagna spende (13.350 euro) meno della media Ue. Il primato della spesa per abitante spetta, come atteso, al Lussemburgo, con oltre 52 mila euro (+7,5% rispetto al 2021), seguito ad una notevole distanza dalla Danimarca, con circa 29 mila euro di spesa; in Austria, Finlandia e Svezia il valore della spesa per abitante si attesta intorno ai 26 mila euro. La spesa per abitante è decisamente più contenuta, rispetto alla media Ue, nei Paesi che hanno aderito a partire dal 2004, oltre che in Grecia e Portogallo.