Nell’analisi delle condizioni socio-economiche di un paese, occorre considerare alcune dimensioni relative a famiglie e individui che coinvolgono la sfera della percezione personale, oltre ad aspetti trasversali, quali la coesione sociale e il benessere della popolazione, inteso in senso ampio. Gli indicatori illustrati in questa sezione permettono di descrivere queste variabili. La lente di ingrandimento dell’Istat sulla situazione socio-economica delle famiglie mette in evidenza dati che mostrano, a livello regionale ed europeo, una forte associazione con il territorio, la struttura familiare, il livello di istruzione e la partecipazione al mercato del lavoro.
In breve
- Nel 2023, in Italia, la spesa media mensile per consumi delle famiglie è pari a 2.738 euro, in valori correnti. Le famiglie italiane spendono in media 526 euro mensili per prodotti alimentarie e bevande analcoliche, mentre la spesa per beni e servizi non alimentari è pari a 2.212 euro al mese.
- Nel Nord-ovest, si spendono in media 736 euro in più che nel Mezzogiorno. Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3.478 euro) e Lombardia (3.189 euro).
- Nel 2023, la povertà assoluta si conferma ai livelli del 2022, sia per le famiglie (8,4 per cento) sia per gli individui (9,7 per cento).
- La stessa dinamica è rilevata per la povertà relativa: stabile, a livello familiare, al 10,6 per cento. A livello regionale, Calabria (26,8 per cento), Puglia (22,3 per cento) e Campania (21,2 per cento) sono le regioni che registrano i valori più elevati dell’incidenza della povertà relativa familiare, mentre Trentino-Alto Adige/Sudtirol (4,9 per cento), Toscana (5,0 per cento) e Veneto (al 5,2 per cento) presentano i valori più bassi.
- Nel 2023, nel Mezzogiorno, il 9,8 per cento della popolazione residente (oltre 1,9 milioni di persone) vive in condizione di grave deprivazione materiale e sociale; nel Nord-est, la quota è pari all’1,6 per cento.
- Nel 2022, Il reddito familiare netto medio è pari a 35.995 euro, ma la metà delle famiglie non supera i 28.865 euro. A livello regionale, la distribuzione del reddito mostra forti differenze. Le maggiori concentrazioni del reddito si registrano in Calabria e Sicilia; la maggior uniformità nel Molise e nelle Marche. In Italia, la disuguaglianza nella distribuzione del reddito è superiore alla media UE.
- Nel 2024, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è pari al 57,6 per cento.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2023, la spesa media mensile per consumi delle famiglie è pari a 2.738 euro, in valori correnti +4,3 per cento, rispetto all’anno precedente (2.625 euro nel 2022), ma in termini reali si riduce dell’1,5 per cento per effetto dell’inflazione (+5,9 per cento la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo - IPCA).
Le famiglie spendono in media 526 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche (19,2 per cento della spesa media familiare totale). La spesa per beni e servizi non alimentari è, invece, pari a 2.212 euro al mese (80,8 per cento del totale). Le famiglie spendono principalmente per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie, per un ammontare di 985 euro al mese (36,0 per cento della spesa media familiare totale).
Nel 2023, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4 per cento del totale; 8,3 per cento nel 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7 per cento).
Nel 2023, la povertà assoluta in Italia riguarda 1 milione 295 mila minori appartenenti a quasi 748 mila famiglie (l’incidenza delle famiglie con minori è pari al 12,4 per cento; 11,7 per cento nel 2022).
Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre 1,7 milioni, con un’incidenza pari al 35,1 per cento, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4 per cento, come nel 2022).
Per le famiglie con almeno uno straniero, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 30,4 per cento (28,9 per cento nel 2022); per le famiglie composte esclusivamente da stranieri, è pari al 35,1 per cento (33,2 per cento nel 2022); infine, per le famiglie composte da soli italiani, corrisponde al 6,3 per cento (come nel 2022).
L’incidenza della povertà assoluta varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive: si rileva circa un milione di famiglie povere in affitto, che rappresentano il 46,5 per cento di tutte le famiglie povere, con un’incidenza della povertà assoluta pari al 21,6 per cento; al contrario, il 4,7 per cento vive in abitazioni di proprietà. I valori sono stabili, rispetto all’anno precedente.
Le famiglie in condizione di povertà relativa, cioè la cui spesa risulta sotto la soglia nazionale, sono oltre 2,8 milioni (10,6 per cento), per un totale di oltre 8,4 milioni di individui (14,5 per cento, in crescita rispetto al 14,0 per cento dell’anno precedente).
Incidenza della povertà assoluta e relativa (per 100 famiglie residenti)
Nel 2022, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto medio annuo pari a 35.995 euro (circa 3 mila euro al mese). Tuttavia, poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all’importo medio. Infatti, il valore mediano, fornendo il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due parti uguali, mostra che il 50 per cento delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito annuo non superiore a 28.865 euro (circa 2.400 euro al mese).
Nel 2024, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è in diminuzione, rispetto all’anno precedente (57,6 per cento; 59,5 per cento nel 2023).
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2023, nel Nord-ovest, si spendono in media 736 euro in più che nel Mezzogiorno, mentre la differenza, in valori assoluti, con le regioni del Centro è di appena 15 euro. Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige/Sudtirol (3.478 euro) e Lombardia (3.189 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta (rispettivamente, 2.060 e 2.008 euro al mese).
La quota più alta per alimentari e bevande analcoliche si registra in Calabria, dove è pari al 28,0 per cento (a fronte del 19,2 per cento osservato a livello nazionale) e del 14,9 per cento per il Trentino-Alto Adige/Sudtirol.
Nel 2023, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859 mila famiglie: 10,2 per cento), seguita dal Nord-ovest (585 mila famiglie: 8,0 per cento) e Nord-est (413 mila famiglie: 7,9 per cento), mentre il Centro conferma i valori più bassi (360 mila famiglie: 6,7 per cento).
Nel 2023, la stabilità dell’incidenza della povertà assoluta registrata a livello individuale è frutto di dinamiche territoriali differenti: aumenta per i residenti nel Nord-ovest (9,1 per cento; 8,2 per cento nel 2022), mentre si riduce per chi vive nel Sud (12,0 per cento; 13,3 per cento nel 2022).
Rispetto al 2022, l’incidenza della povertà relativa familiare è stabile in tutte le ripartizioni territoriali, mentre, a livello individuale, si registra un peggioramento nel Nord-ovest (10,1 per cento; 9,0 per cento nel 2022).
Le regioni che registrano i valori più elevati dell’incidenza della povertà relativa familiare sono: Calabria (26,8 per cento), Puglia (22,3 per cento) e Campania (21,2 per cento); mentre Trentino-Alto Adige/Sudtirol (4,9 per cento), Toscana (5,0 per cento) e Veneto (5,2 per cento) presentano i valori più bassi. A livello regionale, i valori non sono significativamente diversi dall’anno precedente.
Nel 2022, il reddito familiare netto mediano (calcolato escludendo gli affitti figurativi) presenta una distribuzione territoriale eterogena: il Trentino-Alto Adige/Sudtirol registra il valore più elevato (pari a 37.563 euro; circa 3.100 euro mensili), con oltre 15 mila euro di differenza rispetto alla Calabria che, invece, mostra il valore più basso (22.225 euro annui, circa 1.850 euro mensili). Le regioni con una concentrazione dei redditi più alta sono Calabria e Sicilia, con valori dell’indice di concentrazione di Gini, rispettivamente di 0,373 e 0,334; una maggiore uniformità nella distribuzione dei redditi si registra per Marche (0,263) e Molise (0,271).
Nel 2023, in Calabria, gli individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale sono oltre 380 mila, il 20,7 per cento della popolazione che vi risiede. Invece, in Emilia-Romagna poco meno dell’1 per cento degli individui (oltre 41 mila persone) è in condizione di grave deprivazione materiale e sociale; nelle Marche, l’1,0 per cento degli individui si trova in questa condizione (oltre 15 mila). Il divario più ampio è rilevato tra Mezzogiorno e Nord-est. In particolare, nel Mezzogiorno, vive in condizione di grave deprivazione il 9,8 per cento della popolazione residente (oltre 1,9 milioni di individui), mentre, nel Nord-est l’1,6 per cento (oltre 188 mila individui).
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Anno 2023 (per 100 individui residenti)
Spesa media mensile familiare per alimentari e bevande analcoliche (valori in euro correnti)
Spesa media mensile familiare per beni e servizi non alimentari (valori in euro correnti)
La soddisfazione per la situazione economica varia sensibilmente tra le diverse aree geografiche del Paese. In Italia, nel 2024, l’area geografica con la quota più elevata di persone di 14 anni e più molto o abbastanza soddisfatte è il Nord-est (61,5 per cento), mentre, a distanza di quasi dieci punti percentuali, il Mezzogiorno rappresenta il territorio con la minor quota di soddisfazione (51,7 per cento). Rispetto al 2023, la flessione più significativa si registra nelle regioni del Nord-ovest, la cui soddisfazione scende dal 63,4 per cento al 61,0 per cento.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2023, l’indice di disuguaglianza di Gini, calcolato in base ai redditi del 2022 rilevati per tutti i paesi dell’UE dall’indagine “Reddito e condizioni di vita (EU-SILC)”, consente un confronto a livello europeo in relazione alla concentrazione dei redditi. L’Italia, con un valore pari a 0,315, si colloca alla ventesima posizione nella graduatoria dei paesi dell’UE. Per questo indice, i cui valori sono compresi nell’intervallo 0-1, si registrano differenze territoriali significative tra i paesi europei: si passa, infatti, dai valori più alti della Lituania (0,357) e della Lettonia (0,340), dove la distribuzione dei redditi è fortemente diseguale, ai valori più bassi registrati in Slovacchia (0,216) e in Slovenia (0,234), paesi caratterizzati da distribuzioni del reddito più eque.
Nel 2023, l’indicatore di grave deprivazione materiale e sociale nei paesi dell’UE mostra il valore più elevato in Romania (19,8 per cento), seguita dalla Bulgaria (18,0 per cento) e dalla Grecia (13,5 per cento). I paesi che presentano i valori più contenuti sono Slovenia (2,0 per cento), Cipro (2,4 per cento), Estonia e Svezia (2,5 per cento). L’Italia si colloca al tredicesimo posto nella graduatoria dei paesi dell’UE, con un valore pari a 4,7 per cento.
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Anno 2023 (per 100 individui residenti)