La sicurezza dei cittadini, tanto nella sua componente oggettiva (comportamenti antisociali o delittuosi), quanto in quella soggettiva (percezione di allarme sociale da parte degli individui), costituisce uno degli indicatori dello “stato di salute” di una comunità e rappresenta una dimensione essenziale della convivenza civile. L’informazione statistica in questo ambito costituisce un aiuto fondamentale per orientare e valutare le politiche in materia di sicurezza, nel miglioramento della convivenza tra cittadini.
In breve
- Nel 2021, si osserva una moderata ripresa dei livelli di criminalità, largamente prevedibile con il graduale ritorno alla normalità dopo il 2020, anno caratterizzato da profonde modifiche nei comportamenti sociali dovuti alla pandemia da COVID-19.
- Nel 2021, gli omicidi volontari consumati sono stati 304 (0,51 per 100 mila abitanti), un valore che, pur in crescita rispetto all’anno precedente, si riallinea al trend discendente di lungo periodo che caratterizza questo reato.
- Della diminuzione nel tempo degli omicidi hanno beneficiato quasi esclusivamente gli uomini, anche se tuttora continuano a essere uccisi più delle donne (3 vittime su 5 sono uomini).
- Le donne, al contrario degli uomini, sono uccise quasi sempre in famiglia: nel 58,8% dei casi dal partner o ex, nel 25,2% da un altro parente.
- L’Italia è uno dei Paesi dell’Unione europea in cui, per entrambi i sessi, l’incidenza degli omicidi è più bassa.
- Non si è interrotta con la pandemia la forte crescita di truffe e frodi informatiche (+38,9% nel 2021, rispetto al 2019) e dei delitti informatici (+36,7%).
- Nel 2022, il 21,9% delle famiglie residenti dichiara la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui vive.
- Nel 2022, l’indice di affollamento nelle carceri aumenta, passando a 109,5 detenuti per cento posti regolamentari, ai 106,5 del 2021. Localmente la situazione può essere più critica, come in Puglia e in Lombardia (rispettivamente 135,7 e 132,0 detenuti per 100 posti previsti).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2021, si osserva un aumento del numero dei delitti denunciati (+10,7%), che compensa solo in parte la contrazione registrata nell’anno precedente. La diminuzione che aveva caratterizzato il 2020, e che ha riguardato quasi tutti i tipi di reato (in particolare quelli di criminalità violenta e microcriminalità), è strettamente legata ai profondi cambiamenti nei comportamenti sociali legati alla situazione pandemica, pertanto una ripresa dei livelli di criminalità era largamente prevedibile con il graduale ritorno alla normalità. Vi sono anche reati il cui compimento non è stato ostacolato, ma anzi favorito da tale situazione, come le truffe e frodi informatiche, per le quali si osserva un incremento del 38,9% tra il 2019 e il 2021, e i delitti informatici (+36,7% nello stesso periodo).
In Italia, nel 2021, gli omicidi volontari consumati sono stati 304 (0,51 per 100 mila abitanti), un valore che, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, è inferiore a quello dell’anno 2019 (0,53 omicidi per 100 mila abitanti) e si riallinea al trend discendente di lungo periodo che caratterizza questo reato. Di tale diminuzione complessiva hanno però beneficiato quasi esclusivamente i maschi, mentre il dato relativo alle femmine – pur sempre nettamente inferiore rispetto a quello dei maschi – non fa registrare progressi nell’ultimo quinquennio. Tre vittime su cinque sono uomini, e le circostanze degli omicidi presentano profonde differenze di genere. Quando la vittima è una donna, l’omicidio si consuma, in maniera quasi esclusiva, in ambito familiare: nel 58,8% dei casi, l’assassino è il partner o l’ex partner; nel 25,2% un altro parente. Le femmine assassinate conoscevano il proprio assassino ad altro titolo nel 5,0% dei casi, mentre non emerge alcuna relazione nel restante 11,0%. Per i maschi, invece, solo il 4,3% degli omicidi avviene all’interno della relazione di coppia attuale (3,8%) o passata (0,5%), e nel 16,8% è opera di un altro parente; per il 15,2% dei casi, si tratta di persone conosciute, mentre, nel 43,0%, non risulta alcuna relazione tra autore e vittima. Quando la vittima di omicidio è un uomo, l’autore rimane sconosciuto nel 20,7% dei casi (non ci sono casi irrisolti invece, nell’anno 2021, tra gli omicidi di donne).
Accanto a questi risultati, nel 2022, si stima un leggero aumento, rispetto all’anno precedente, della quota di famiglie che percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive (21,9% a fronte del 20,6% nel 2021).
Nel 2022, la popolazione carceraria adulta è cresciuta del 3,8 %, rispetto all’anno precedente, e ammonta a 56.196 unità alla fine dell’anno. Poiché i posti regolamentari nelle strutture carcerarie nello stesso arco di tempo risultano anch’essi aumentati, ma in misura minore (+1,0%), si registra un aumento dell’indice di affollamento, che passa dai 106,5 detenuti per 100 posti regolamentari dell’anno 2021, ai 109,5 del 2022.
Detenuti in Italia (Valori assoluti)
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
La distribuzione delle denunce di delitto sul territorio nazionale si differenzia notevolmente in funzione del tipo di reato considerato. Nel 2021, per quanto riguarda gli omicidi volontari consumati, il Mezzogiorno fa registrare un’incidenza decisamente più elevata rispetto a quella del Centro-Nord (rispettivamente 0,67 e 0,43 omicidi per 100 mila abitanti). Se si considera il Centro-Nord, l’incidenza degli omicidi è sostanzialmente uguale tra i sessi, mentre, nel Mezzogiorno, quasi i tre quarti degli omicidi hanno come vittima un uomo.
Tra gli altri delitti di criminalità violenta, la Campania si distingue negativamente per l’incidenza delle rapine (62,1 per 100 mila abitanti), seguita da alcune regioni del Centro-Nord, tra cui Lombardia (52,8), Emilia-Romagna e Lazio (rispettivamente 47,8 e 47,5 rapine per 100 mila abitanti), mentre, a grande distanza, la minore incidenza riscontrata contraddistingue la Basilicata (7,9 rapine per 100 mila abitanti).
Anche l’incidenza territoriale dei furti non è omogenea sul territorio nazionale, principalmente in ragione della disuguale attrattività economica e di una differente propensione alla denuncia, soprattutto quando i beni sottratti sono di scarso valore e il furto non riguarda oggetti particolari quali, ad esempio, veicoli, armi, documenti. Nell’anno 2021, nel Lazio, risultano denunciati 2.004,0 furti per 100 mila abitanti e, a seguire, tra le Regioni maggiormente colpite dal fenomeno, compaiono Lombardia ed Emilia Romagna (rispettivamente 1.686,1 e 1.652,1 per 100 mila abitanti).
Nel 2022, la quota più elevata di famiglie che percepisce il rischio di criminalità si registra nel Centro (25,5%), seguita dal Mezzogiorno (22,7%). Le Regioni che manifestano le percentuali più elevate sono Campania (33,6%) e Lazio (31,5%), dove il valore è sensibilmente superiore al dato nazionale (21,9%).
Rischio di criminalità percepito dalle famiglie. Anno 2022 (per 100 famiglie della stessa zona)
Alla fine del 2022, in Italia, il 61,9% degli istituti penitenziari risulta in condizioni di sovraffollamento, cioè ospita più detenuti di quanti siano i posti regolamentari destinati a tale scopo. In tali Istituti, è ospitato il 75,0% delle persone detenute in Italia. La necessità di custodire distintamente i detenuti, oltre che per sesso anche secondo altri criteri (tossicodipendenti, detenute madri, detenuti a custodia attenuata, di alta sicurezza, ecc.), può portare localmente a situazioni più critiche di quanto il dato nazionale sul sovraffollamento possa suggerire. A livello regionale, il sovraffollamento maggiore si riscontra in Puglia e in Lombardia (rispettivamente 135,7 e 132,0 detenuti per 100 posti letto regolamentari).
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2020, in Italia, sono stati commessi 0,49 omicidi volontari per 100 mila abitanti, un valore più elevato nell’ambito dei Paesi Ue solo rispetto al Lussemburgo - nel quale si sono registrati due soli omicidi – che ha un tasso pari a 0,32 per 100 mila abitanti. La variabilità tra i Paesi dell’Unione europea è elevata, in ragione degli alti valori riscontrati nei Paesi baltici (4,88 omicidi per 100 mila abitanti in Lettonia, 3,54 in Lituania e 2,78 in l’Estonia), mentre, per gli altri Paesi, il tasso varia in un intervallo più ristretto, tra l’1,69 di Cipro e il già citato 0,32 del Lussemburgo.
Anche per gli omicidi con vittime femminili, si riscontra una situazione simile, con i tre Paesi baltici – in particolare la Lettonia - caratterizzati da valori più elevati degli altri, e l’Italia nelle posizioni più favorevoli della graduatoria, con un valore di 0,38 omicidi per 100 mila donne, peggiore solo rispetto a Grecia e Irlanda (rispettivamente 0,35 e 0,24).
Omicidi volontari consumati. Anno 2020 (per 100 vittime di omicidio)
Il tasso di detenzione, nell’anno 2020, presenta una notevole variabilità tra i Paesi dell’Ue. Esso assume i suoi valori più elevati in Slovacchia e Lituania (rispettivamente 192,7 e 190,4 detenuti per 100 mila abitanti), e i più bassi in Finlandia (49,8 detenuti per 100 mila abitanti). L’Italia, con 91,6 detenuti per 100 mila abitanti, occupa una posizione intermedia nella graduatoria dell’Unione europea (quindicesimo posto tra i 26 Paesi per i quali si dispone di dati). Nel confronto tra i tassi, tuttavia, vanno considerati molti fattori, tra cui la differente possibilità di accesso alle misure alternative alla detenzione previste nei diversi Paesi.
NOTA: La rilevazione Istat “Delitti denunciati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale e sui minorenni denunciati per delitto” (ex-modelli 310 e 320) è stata momentaneamente sospesa in attesa di riscontri tecnico-legali. La ridefinizione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, determinato dall’adeguamento dell’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2016/679, ha comportato una modifica delle regole che disciplinano l’attività dell'Istituto in materia. L’Istat è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale che disciplini il trattamento dei dati giudiziari per poter riprendere le normali attività di rilevazione.