Gli indicatori della finanza pubblica caratterizzano la politica economica di un Paese e sono oggetto di particolare interesse nella programmazione dell’economia dell’area euro. In particolare, la spesa pubblica e la tassazione sono i principali strumenti di politica fiscale di cui dispone un governo e rappresentano aspetti sui quali l’opinione pubblica è particolarmente sensibile. Lo stato della finanza pubblica, così come l’andamento dell’inflazione, consente di misurare in modo sintetico il livello di stabilità economica e monetaria di un Paese; dunque, è sulla base di indicatori di questo tipo che è possibile valutare, ad esempio, le tendenze di crescita e il grado di adeguamento al patto di stabilità dei singoli Stati membri dell’Unione europea.
In breve
- Nel 2018, il saldo primario nazionale per l’Italia si attesta all'1,5% del Pil, l’indebitamento netto al 2,2%.
- Il rapporto tra il debito delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil dell'Italia (134,8%) è tra i più elevati dei Paesi dell’Unione europea e cresce, fra 2017 e 2018, di 0,7 punti percentuali.
- Nel 2018, la spesa media dell’Amministrazione Pubblica italiana per abitante (14.129 euro) è inferiore a quella delle principali economie dell’Unione europea.
- La pressione fiscale in Italia raggiunge, nel 2018, il 41,8% del Pil.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Il livello dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in percentuale del Pil costituisce l’indicatore di riferimento per la gestione di bilancio, sia come livello-obiettivo sia, a consuntivo, per la valutazione dello stato dei conti pubblici. Negli accordi di Maastricht è stato fissato un deficit massimo del 3% come condizione per l’adesione all’Unione economica e monetaria (Uem). Se dall’indebitamento netto si sottraggono le spese per interessi passivi si ottiene il saldo primario che, sempre rapportato al Pil, rappresenta un altro importante indicatore di Finanza Pubblica. La relazione tra indebitamento netto e saldo primario può essere molto diversa tra singoli Paesi in funzione delle differenze negli oneri del debito. Nel 2018, il saldo primario nazionale per l’Italia si attesta all'1,5% del Pil, mentre l’indebitamento netto al 2,2%.
Alla fine del 2018 il debito pubblico, misurato al lordo delle passività connesse con gli interventi di sostegno finanziario in favore di Stati Membri dell’Uem, ammontava a 2.380.306 milioni di euro (134,8% del Pil). Rispetto al 2017 il rapporto tra il debito delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil è aumentato di 0,7 punti percentuali.
Rapporto debito/Pil (Valori percentuali)
La pressione fiscale è un elemento fondamentale per determinare i livelli di competitività e performance del sistema economico. L’analisi delle componenti della pressione fiscale mostra negli anni gli effetti della variabilità delle politiche fiscali adottate. A fronte di una generale prevalenza delle imposte dirette negli anni Novanta, a partire dal 2000 vi è stata un’inversione di tendenza che mostra un maggiore peso relativo delle imposte indirette fino al 2006; dal 2007, invece, torna ad avere maggiore consistenza il peso della pressione fiscale diretta su famiglie e imprese. Ciò dipende prevalentemente dall’evoluzione della ripartizione della fiscalità e dei suoi proventi tra i diversi livelli di governo. Negli anni, infatti, per effetto del decentramento di importanti funzioni di spesa, si è assistito a un progressivo aumento dell’autonomia tributaria delle amministrazioni locali e del peso complessivo dei tributi locali sul prelievo complessivo al quale è seguita un’attribuzione di fonti di gettito crescenti.
Nell’ultimo ventennio, In Italia, la pressione fiscale nel complesso è andata aumentando, partendo dal 40% del Pil nel 2000, raggiungendo un minimo del 39,1% nel 2005 e crescendo fino a raggiungere nel 2018 il 41,8%.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
La spesa statale regionalizzata per abitante del Centro-Nord risulta essere sistematicamente superiore a quella del Mezzogiorno. Nel 2017 il primato della maggiore spesa statale per abitante va a Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige/Sudtirol e Lazio che superano i 12 mila euro, mentre si collocano in coda alla graduatoria Campania, Puglia, Veneto e Sicilia, con una spesa per abitante intorno agli 8 mila euro.
Spesa statale regionalizzata. Anno 2017 (euro per abitante)
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
In Italia, negli anni Novanta è stato effettuato un aggiustamento drastico di finanza pubblica, che ha portato alla fine del decennio il deficit sotto la soglia del 3%, come richiesto per l’adesione all’Uem.
La prima metà degli anni Duemila è stata caratterizzata da un indebitamento netto crescente e da saldi primari decrescenti, tanto da far avviare per l’Italia, nel 2005, la procedura per deficit eccessivo.
Nel 2007 l’Italia, impegnata a raggiungere l’obiettivo di medio periodo del bilancio in pareggio, aveva un indebitamento netto dell’1,5%, considerevolmente più basso rispetto al 1995.
A partire dalla seconda metà del 2009, anno in cui nessun Paese dell’Unione registrava un avanzo di bilancio, il riequilibrio dei conti pubblici è diventato obiettivo prioritario dei Paesi Ue e la Commissione ha attivato la procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti di 17 Stati membri, tra i quali anche l’Italia.
Nel 2018, l’Italia ha un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 2,2%, mentre nella media Ue è uguale allo 0,7%.
Nel 2018, il rapporto tra il debito delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil dell'Italia (134,8%) è tra i più elevati dei Paesi dell’Ue, essendo inferiore solo a quello della Grecia (181,2%). In Spagna (97,6%) e Germania (61,9%) il peso del debito è sceso (rispettivamente di 1 e 3,4 punti percentuali), mentre per la Francia risulta invariato (98,4%). Nella media dei 19 Paesi dell'area dell'euro il rapporto debito/Pil è sceso all’85,9%, con un calo di 1,9 punti percentuali rispetto al 2017; per l’insieme dei 28 Paesi della Ue il medesimo indicatore è di poco più basso (80,4%) ed è anch'esso in riduzione rispetto al 2017.
I sistemi fiscali dei Paesi dell’Ue, pur caratterizzati da un crescente grado di armonizzazione e da molte somiglianze presentano anche divari molto ampi. Per quanto attiene alla pressione fiscale nel suo complesso, si osserva una notevole variabilità, in cui ai due estremi si pongono i Paesi nordici, i quali tradizionalmente presentano livelli di tassazione e welfare elevati, e i Paesi membri di più recente ingresso, con valori notevolmente al di sotto della media Ue.
Nel 2018, in Italia la pressione fiscale risulta uguale al 41,8% del Pil, valore che la colloca al sesto posto nella graduatoria decrescente dei Paesi dell’Ue.
Pressione fiscale. Anno 2018 (in percentuale del Pil)
L’Italia presenta livelli di spesa dell’Amministrazione Pubblica per abitante inferiore alle principali economie dell’Ue. Nel 2018, l’Italia spende 14.129 euro per abitante e si colloca al dodicesimo posto nella graduatoria decrescente europea, preceduta da: Regno Unito (14.975 euro), Irlanda (17.011 euro), Germania (18.003 euro), Paesi Bassi (18.946 euro) e Francia (19.703 euro). Ai vertici della graduatoria si trovano il Lussemburgo con oltre 41 mila euro per abitante, la Danimarca con circa 26 mila euro, la Svezia con oltre 23 mila euro e altri Paesi del nord Europa. Tra le grandi economie dell’Unione, solo la Spagna spende meno dell’Italia (10.749 euro per abitante). Infine, quasi tutti i Paesi di più recente adesione presentano una spesa pubblica per abitante decisamente più contenuta rispetto alla media dei Paesi Ue (14.214 euro).