L’assistenza sanitaria, insieme alla previdenza, rappresenta un asse portante del welfare. Obiettivo dei sistemi sanitari nazionali è promuovere e migliorare la salute dei cittadini per mezzo di iniziative di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Gli indicatori sanitari misurano una realtà che, oltre a rappresentare una voce centrale nel bilancio dello Stato, è soprattutto elemento primario del sistema dell’assistenza sociale. Da oltre un decennio, in Italia e nell’Unione europea, il sistema sanitario è sottoposto a riforme che hanno come obiettivo la razionalizzazione delle risorse e il contenimento della spesa.
In breve
- Nel 2017 la spesa sanitaria pubblica è inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. La Germania è al primo posto per spesa pro capite.
- Nel 2018 le famiglie italiane hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per il 25,8%, ciò colloca l’Italia in una posizione intermedia rispetto a una graduatoria di 21 Paesi dell’Ue.
- La mortalità per tumori continua a diminuire (25 per 10 mila abitanti nel 2017) e si riducono le differenze di genere. In Campania, per gli uomini, si registra il tasso più alto a livello nazionale (36,5 decessi per 10 mila abitanti).
- È nel Nord-Ovest la più alta quota di consumatori di alcol a rischio (18,3%), al Sud quella di persone obese (11,6%) e nel Lazio quella di fumatori (23,4%).
- Nel 2017 in Italia ci sono 3,1 posti letto ogni mille abitanti, a fronte di un valore medio Ue di 5,0. In particolare, Nord-Ovest e Nord-Est hanno 3,4 posti letto ogni mille abitanti, il Mezzogiorno ne ha 2,8 e la Calabria presenta il valore più basso in assoluto: 2,5.
- La mortalità infantile in Italia è tra le più basse in Europa, ma nel Mezzogiorno è più elevata rispetto al Centro-Nord e la differenza non si è ridotta negli ultimi dieci anni.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2018 in Italia fra la popolazione adulta (18 anni e più) la quota dei fumatori è uguale al 19,0%, quella dei consumatori di alcol a rischio 16,4%, mentre le persone obese sono il 10,7%. Il programma "Guadagnare salute" della Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità sostiene gli interventi economici, sanitari e di comunicazione volti a contrastare la diffusione dei principali fattori di rischio quali fumo, alcol, stili alimentari non salutari e sedentarietà (questi ultimi strettamente connessi all'obesità).
Nell’area europea il finanziamento pubblico dei servizi sanitari rappresenta la scelta prevalente. In Italia, la spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) nel 2016 rappresenta l’8,7% del Pil e 2,1 punti percentuali di questa quota sono finanziati con risorse dirette delle famiglie. Tra il 2001 e il 2016 il contributo diretto delle famiglie alla spesa sanitaria complessiva risulta in calo, mentre il peso della spesa sanitaria complessiva sul Pil aumenta di oltre un punto percentuale; questo incremento è stato, quindi, quasi interamente finanziato attraverso un aumento della spesa pubblica (a partire dal 2010 la quota di spesa privata sulla spesa totale è in crescita). Nel 2017, la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammonta a circa 113 miliardi di euro, pari al 6,5% del Pil e a 1.866 euro annui per abitante.
L'offerta ospedaliera continua a ridursi nel tempo: le strutture di ricovero diminuiscono passando da 1.378 nel 2002 a 1.091 nel 2016 e a 1.055 nel 2017; i posti letto ordinari erano 4,4 ogni mille abitanti nel 2002 e sono 3,1 nel 2017. Questi andamenti derivano dagli interventi normativi volti a ridurre e razionalizzare la spesa sanitaria, promuovendo la deospedalizzazione dei casi meno complessi che vengono trattati dalla rete di assistenza territoriale. Rimangono sostanzialmente stabili i ricoveri ospedalieri in regime ordinario per tumori: da 1.102 ricoveri per 100 mila residenti nel 2017 a 1.110 ricoveri nel 2018; prosegue invece il trend decrescente dei ricoveri per le malattie del sistema circolatorio: da 1.856 ricoveri per 100 mila residenti nel 2017 a 1.816 ricoveri nel 2018. Anche in questo caso la riduzione dei ricoveri è determinata principalmente dalla presa in carico da parte dei servizi sanitari extra ospedalieri dei pazienti con problemi di salute che possono essere gestiti in regime ambulatoriale, piuttosto che da cambiamenti del quadro epidemiologico della popolazione.
Nel 2017, in Italia il tasso di mortalità (standardizzato) per tutte le cause è di 86,7 decessi per 10 mila abitanti, in aumento rispetto al 2016 (84,2 per 10 mila abitanti).
Tassi di mortalità standardizzati (Valori per 10 mila abitanti)
Il tasso relativo alle malattie del sistema circolatorio, responsabili della maggior parte dei decessi, si è ridotto di circa il 20% negli ultimi dieci anni sia per gli uomini sia per le donne, raggiungendo nel 2017 un valore di 30,3 decessi per 10 mila abitanti. Questo valore mostra tuttavia una lieve crescita rispetto al 2016 (29,6). Continua la diminuzione della mortalità per tumori a livello nazionale (25,0 per 10 mila abitanti), grazie al successo di misure di prevenzione primaria e avanzamenti diagnostici e terapeutici. Per entrambe le cause gli uomini presentano livelli di mortalità superiori a quelli delle donne, ma per i tumori il divario di genere diminuisce nel tempo. Il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un Paese, stabile negli ultimi anni, nel 2017 è di poco inferiore a tre decessi per mille nati vivi.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2018, i fenomeni del consumo di alcol a rischio e dell’obesità fanno emergere situazioni territoriali differenti: nel Centro-Nord è più alta la quota di consumatori di alcol a rischio (18,3%), al Sud e nel Nord-Est quella di persone obese (rispettivamente l’11,6% e l’11.5%). Per i fumatori, la quota più alta si rileva nel Lazio (23,4%), in Umbria (20,5%), nelle Marche (20,4%), in Piemonte (20,2%) ed in Toscana (20,0%).
Nel 2016, a livello regionale i livelli di spesa sanitaria per abitante sono molto variabili a causa delle differenze esistenti nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nei modelli di gestione dei sistemi sanitari regionali. La spesa pro capite delle ripartizioni geografiche del Centro (1899,2 euro), del Nord-Est (1894,6) e del Nord-Ovest (1904,3 euro) sono simili fra loro e al di sopra della media nazionale (1866,0 euro), mentre nel Mezzogiorno (1800,8 euro) la spesa pro capite è inferiore alla spesa media nazionale. Nel 2016, il peso della spesa sanitaria delle famiglie in percentuale del Pil regionale è più alto nel Mezzogiorno (2,5%) rispetto al Centro-Nord (2,0%). La spesa sanitaria privata media annua familiare ammonta a poco più di 1.100 euro nel Mezzogiorno e raggiunge i 1.500 euro nel Centro-Nord. Questo dato sottolinea un aspetto determinate nelle quote di spesa legato a differenziali di reddito tra le ripartizioni.
Nel 2018, i valori dell’indice di attrazione confermano che Lombardia (2,8), Emilia-Romagna (2,6), Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (2,1) e Toscana (1,8) sono le aree territoriali dove sono collocati gli ospedali che curano molti pazienti residenti in altre Regioni. Al contrario, elevati flussi in uscita rispetto a quelli in entrata interessano la Sicilia (0,3), la Sardegna (0,4), la Campania (0,4) e soprattutto la Calabria (0,1).
I posti letto ospedalieri continuano a diminuire in tutte le Regioni italiane e il divario tra le aree geografiche del Paese è ampio: nel 2017 il Nord-Ovest e il Nord-Est hanno 3,4 posti letto ogni mille abitanti, mentre il Mezzogiorno ne ha 2,8. Tra le Regioni del Sud la Calabria, con 2,5 posti letto ogni mille abitanti, presenta il valore più basso in assoluto. A seguire, tra le Regioni del Centro, la Toscana con 2,8 posti letto ogni mille abitanti e, tra quelle del Nord, il Friuli-Venezia Giulia con 3,2. I valori più elevati sono quelli dell’Emilia- Romagna (3,7 posti letto ogni mille abitanti), della Valle d’Aosta (3,6), del Molise (3,4) e della Sardegna (3,0).
Fattori di rischio - Consumatori di alcol a rischio di 14 anni e oltre. Anno 2018 (per 100 persone)
Nel 2017, al netto delle differenze di composizione per età della popolazione, il tasso di mortalità (standardizzato) per tutte le cause evidenzia uno svantaggio delle Regioni del Mezzogiorno: nel Sud e nelle Isole si osserva un tasso superiore a 93 decessi per 10 mila abitanti, mentre nelle ripartizioni del Centro e nel Nord questo valore varia tra 81 e 85. Anche la mortalità infantile è più elevata nel Mezzogiorno e la differenza con le ripartizioni del Centro e del Nord non tende a ridursi negli ultimi dieci anni. Pur essendo la mortalità per tumore mediamente più bassa nel Mezzogiorno (24,4 decessi per 10 mila abitanti), in Campania per gli uomini si registrano i tassi più elevati a livello nazionale (36,5).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Riguardo all'abitudine al fumo, nel 2018 l'Italia, con una percentuale di fumatori uguale al 18,6% della popolazione (di 15 anni o più), si colloca in posizione centrale nella classifica dei Paesi Ue; nelle prime posizioni si trovano Grecia (27,3%), Ungheria (25,8%) e Francia (25,4%). L'abitudine al fumo è meno diffusa in Svezia (10,4%), Finlandia (14%) e Lussemburgo (14,5%).
Riguardo all'obesità, nel 2018 l'Italia presenta una percentuale di persone obese uguale al 10,7% della popolazione (di 15 anni o più); questo dato la colloca tra i Paesi con i valori più bassi insieme a Svezia (13,1%) e Paesi Bassi (13,4%). I valori più alti si osservano per Ungheria (21,2%), Regno Unito (20,1%), Finlandia (20%) e Slovenia (19,2%).
La spesa sanitaria pubblica corrente italiana è di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. A parità di potere d’acquisto, a fronte dei circa 2.495 dollari per abitante spesi in Italia nel 2017, Austria, Belgio, Irlanda e Finlandia superano i 3.000 dollari, mentre la Germania con 4.933 dollari per abitante, si attesta al primo posto per spesa pro capite.
Nel 2018, la quota di spesa sanitaria privata sulla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) in Italia è pari al 25,8%, uguale alla quota osservata in Irlanda e simile a quella dell'Austria. Il Paese in cui i contributi della spesa privata sono maggiori è la Grecia (39,6%); soltanto Portogallo e Grecia registrano una quota di spesa privata di oltre il 30% rispetto alla spesa totale; i contributi minori sono quelli registrati in Lussemburgo (14,8%), Germania (15,5%) e Danimarca (15,6%).
Riguardo all'offerta di posti letto ospedalieri, nel 2017 l'Italia si colloca al 24° posto e continua ad essere al di sotto della media europea (3,1posti letto ogni mille abitanti in Italia, rispetto al valore medio Ue di 5,0). Nel 2017, per i ricoveri ospedalieri per tumori e malattie del sistema circolatorio, l’Italia continua a occupare una posizione centrale nella graduatoria dei Paesi dell’Ue, collocandosi rispettivamente in dodicesima e undicesima posizione nella graduatoria crescente dei ricoveri ordinari.
Posti letto ordinari. Anno 2017 (per 1.000 abitanti)
Nel 2016, i tassi di mortalità per tumori e per malattie del sistema circolatorio sono entrambi inferiori alla media europea. Nel 2017, l'Italia si conferma tra i Paesi con il più basso valore del tasso di mortalità infantile (2,7 per mille nati vivi, mentre la media Ue è di 3,6 per mille), valore simile a quello di Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca e di poco superiore a quello della Svezia.