Vi sono dimensioni che riguardano le famiglie e gli individui e che, al di là delle grandezze economiche, coinvolgono la sfera della percezione personale e aspetti trasversali quali la coesione sociale e il benessere della popolazione. Gli indicatori illustrati in questa sezione permettono di descriverle. La lente di ingrandimento dell’Istat sulla situazione socio-economica mette in evidenza dati che mostrano, a livello regionale ed europeo, una forte associazione con il territorio, la struttura familiare, il livello di istruzione e la partecipazione al mercato del lavoro.
In breve
- Nel 2018, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia (2.571 euro) è inferiore a quella del 2011, anche se in crescita per il sesto anno consecutivo.
- Il 18% della spesa familiare è destinato a prodotti alimentari e bevande analcoliche. Nel Mezzogiorno, l’incidenza sale al 22,4%.
- La povertà assoluta riguarda il 7% delle famiglie residenti, oltre cinque milioni di persone. È in condizione di povertà assoluta l’11,3% delle famiglie con minori e il 30,3 % degli individui stranieri.
- Nel Mezzogiorno il 16,7% della popolazione residente (quasi 3,5 milioni di persone) vive in condizione di grave deprivazione; nel Nord-Est la quota è 3,2%.
- Il reddito familiare netto medio, nel 2017, è di 31.393 euro, ma la metà delle famiglie non supera i 25.426 euro.
- La distribuzione del reddito a livello regionale mostra forti differenze. Le maggiori concentrazioni sono in Sicilia e Campania, la maggior uniformità in Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Italia è superiore alla media Ue.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Nel 2018, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.571 euro. Seppur in crescita per il sesto anno consecutivo, rimane al di sotto del livello del 2011 (2.640 euro). Le famiglie spendono in media 462 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche (il 18% della spesa media familiare totale). La spesa per beni e servizi non alimentari è, invece, di 2.110 euro al mese (l’82% del totale). Il capitolo di spesa che pesa di più è quello per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Nel 2018, la povertà assoluta coinvolge il 7,0% delle famiglie residenti (oltre un milione 821 mila famiglie) e l’8,4% degli individui residenti (oltre 5 milioni di persone). Si conferma notevolmente più frequente tra le famiglie numerose (riguarda l’8,9% delle famiglie di quattro componenti e il 19,6% di quelle con 5 e più). Aumenta l'incidenza, rispetto al 2017, tra le famiglie monogenitore (da 9,1% a 11,0%). Sono 725 mila le famiglie con minori in povertà assoluta e costituiscono l’11,3% del totale delle famiglie con minori. Gli individui stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 500 mila con un'incidenza del 30,3% (tra gli individui italiani, è in povertà assoluta il 6,4%). La situazione è particolarmente critica per le famiglie in povertà assoluta che vivono in affitto (sono quasi 850 mila e rappresentano il 46,6% di tutte le famiglie residenti in povertà assoluta). Le famiglie in condizioni di povertà relativa nel 2018 sono poco più di 3 milioni (11,8%), composte complessivamente da circa 9 milioni di persone (15,0% del totale della popolazione residente).
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione (per cento individui residenti)
Nel 2017, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto medio annuo uguale a 31.393 euro, (circa 2.616 euro al mese). Tuttavia, poiché la distribuzione dei redditi è asimmetrica, la maggioranza delle famiglie ha conseguito un reddito inferiore all’importo medio. Il valore mediano, infatti, che fornisce il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due parti uguali, mostra che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito annuo non superiore a 25.426 euro (2.119 euro al mese).
Nel 2019, la quota di persone molto o abbastanza soddisfatte per la propria situazione economica è in aumento rispetto all'anno precedente e si attesta al 56,5%.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2018, le famiglie del Centro-Nord spendono mediamente 2.799 euro, 718 euro in più di quelle del Sud e delle Isole. Lombardia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige/Sudtirol sono le Regioni con la spesa media mensile familiare più elevata (circa 3.000 euro mensili); Calabria, Sicilia e Puglia sono le Regioni con la spesa più contenuta (circa 2.000 euro al mese). La quota destinata alla spesa alimentare è massima nel Mezzogiorno (22,4%) e minima nel Nord-Est (16,0%).
Spesa media mensile familiare per alimentari e bevande analcoliche (valori in euro correnti)
Spesa media mensile familiare per beni e servizi non alimentari (valori in euro correnti)
L'incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma notevolmente superiore nel Mezzogiorno (10%) rispetto alle altre ripartizioni (6,1% nel Nord-Ovest e 5,3% nel Nord-Est e nel Centro). Presentano maggiori segnali di disagio le famiglie che abitano nelle aree metropolitane del Nord e del Mezzogiorno (l'incidenza è del 7,0% nel Nord e del 13,6% nel Mezzogiorno) rispetto a quelle dei Comuni medi e piccoli; al Centro, viceversa, i Comuni centrali delle aree metropolitane presentano un'incidenza della povertà assoluta minore di quelli periferici e piccoli. Fra il 2017 e il 2018 la povertà relativa peggiora nel Nord (da 5,9% a 6,6%) e, in particolare, nel Nord-Est (da 5,5% a 6,6%), mentre mostra una dinamica opposta nel Mezzogiorno (dal 24,7% al 22,1%) seppur con valori superiori alla media nazionale.
Nel 2017, il reddito familiare netto mediano (calcolato escludendo gli affitti imputati) mostra una differente distribuzione territoriale: la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen continua a registrare il valore più elevato (pari a 31.882 euro, circa 2.657 euro mensili), con oltre 12.903 euro di scarto rispetto alla Sicilia che, invece, si colloca ultima nella graduatoria per questo indicatore (18.979 euro annui, pari a 1.582 euro mensili). Le Regioni con una concentrazione dei redditi più alta sono la Sicilia e la Campania, che presentano valori dell’indice di concentrazione di Gini rispettivamente uguali a 0,360 e 0,358; una maggiore uniformità nella distribuzione dei redditi si registra, invece, per le Regioni del Nord, in particolare per il Friuli-Venezia Giulia (0,276) e per la Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste (0,265).
Nel 2018, l’ammontare degli individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione in Sicilia e in Campania supera il milione, vale a dire rispettivamente il 20,9% e il 20,2% della popolazione che vi risiede. Le percentuali più contenute si rilevano in Trentino-Alto-Adige/Sudtirol (valore uguale al 2,2% e corrispondente a oltre 23 mila individui) e nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (valore uguale al 2,8% e corrispondente a circa 15 mila individui). Il divario è più ampio tra Mezzogiorno e Nord-Est. In particolare, nel Mezzogiorno vive in condizione di grave deprivazione il 16,7% della popolazione residente (corrispondente a quasi 3,5 milioni di individui) mentre nel Nord-Est il 3,2% (corrispondente a più di 567 mila di individui).
Nel 2019, la soddisfazione per la situazione economica varia sensibilmente tra le diverse aree geografiche del Paese. Nel Nord-Est, la quota delle persone di 14 anni e più soddisfatte raggiunge il 62,5%, nel Mezzogiorno si ferma al 49,3%. Nonostante ciò, rispetto allo scorso anno, la crescita maggiore riguarda le Regioni del Sud.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Nel 2018, l’indice di disuguaglianza di Gini, calcolato sui dati dei redditi del 2017 rilevati per tutti i Paesi dell’Ue dall'indagine sul reddito e condizioni di vita (Eu-Silc), consente un confronto a livello europeo. L'Italia, con un valore pari a 0,334, al di sopra della media europea (0,309), si colloca in ventitreesima posizione nella graduatoria dei Paesi dell’Ue. Per questo indice, i cui valori sono compresi nell’intervallo di estremi 0 e 1, si registrano marcate differenze territoriali tra i Paesi dell’Ue: si passa, infatti, dai valori più alti assunti dalla Bulgaria (0,396) e dalla Lituania (0,369), dove la distribuzione dei redditi è fortemente diseguale, ai valori più bassi assunti dalla Slovacchia (0,209) e dalla Slovenia (0,234), Paesi caratterizzati da distribuzioni del reddito più eque.
L’indicatore di grave deprivazione materiale nei Paesi dell’Ue mostra il valore più elevato in Bulgaria (20,9%) seguita dalla Romania (16,8%) e dalla Grecia (16,7%). I Paesi che presentano i valori più contenuti sono il Lussemburgo (1,3%), la Svezia (1,6%) e i Paesi Bassi (2,4%). Il valore italiano dell’indice (8,5%) è più elevato della media europea di 2,6 punti percentuali.
Individui che vivono in famiglie in condizione di grave deprivazione. Anno 2018 (per cento individui residenti)