I cittadini stranieri regolarmente presenti sono una realtà consolidata anche in Italia, sebbene in misura più contenuta rispetto a molti altri Paesi europei. È quindi importante conoscere dimensioni e caratteristiche di questa parte della popolazione e comprenderne il livello di integrazione, soprattutto sul piano dell’accesso al mercato del lavoro.
In breve
- Al 1° gennaio 2019 risiedono in Italia 5,3 milioni di cittadini stranieri e rappresentano l’8,7% del totale dei residenti. L’82,9% si concentra nel Centro-Nord.
- Il 10,7% degli stranieri fra i 15 e i 64 anni ha una laurea, il 34,4% ha un diploma di scuola superiore.
- I cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia all’inizio del 2019 sono poco più di 3 milioni e 700 mila. Rispetto all’anno precedente, nel 2018 i nuovi permessi di soggiorno rilasciati sono 20 mila in meno (-7,9%).
- Il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri (13,8%) nel 2019 è superiore a quello dei cittadini italiani (9,5%).
- Il tasso di occupazione degli stranieri tra i 20 e i 64 anni rimane stabile (64,4%) mentre quello dei coetanei italiani (63,4%) cresce di 0,6 punti percentuali.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Al 1° gennaio 2019 risiedono in Italia 5,3 milioni di cittadini stranieri e rappresentano l’8,7% del totale dei residenti. Rispetto all’anno precedente aumentano di 111 mila unità (+2,2%).
Diminuiscono le nascite di bimbi stranieri (65 mila) e le iscrizioni anagrafiche dall’estero (286 mila); restano pressoché stabili le cancellazioni anagrafiche per l’estero (40 mila). Nel 2018, 113 mila cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana (-23,1% rispetto al 2017).
All’inizio del 2019 sono regolarmente presenti in Italia 3.717.406 cittadini non comunitari, tra i quali il 62,3% ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. I nuovi permessi di soggiorno rilasciati a cittadini non comunitari sono stati 242 mila, oltre 20 mila in meno rispetto al 2017 (-7,9%). I motivi prevalenti dei nuovi rilasci sono il ricongiungimento con la famiglia (50,7%) e la richiesta di asilo e protezione umanitaria (26,8%); per quest’ultimo motivo si è però registrata una forte diminuzione rispetto al 2017 (-35,9%).
Nella partecipazione al mercato del lavoro permangono differenze tra italiani e stranieri: nel 2019 il tasso di occupazione degli stranieri tra i 20 e i 64 anni rimane stabile (64,4%) mentre quello dei coetanei italiani (63,4%) cresce di 0,6 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione diminuisce sia per gli italiani (-0,7 punti percentuali) sia per gli stranieri (-0,2) che, però, continuano a presentare un valore dell'indicatore più elevato (13,8%) rispetto ai coetanei italiani (9,5%). Il tasso di inattività invece resta inferiore per gli stranieri (29,1%) rispetto agli italiani (34,9%), con differenze più marcate nel Mezzogiorno.
Popolazione straniera per grado di istruzione (composizioni percentuali)
Il grado di istruzione degli stranieri, nel 2019, è ancora inferiore a quello degli italiani. Oltre la metà degli stranieri tra i 15 e i 64 anni ha conseguito al più la licenza media, contro il 38,4% dei coetanei italiani; il 34,4% ha un diploma di scuola superiore e il 10,7% una laurea a fronte, rispettivamente, del 43,4% e del 18,2% degli italiani della stessa fascia d’età.
Popolazione straniera per grado di istruzione per ripartizione geografica –Anno 2019 (composizioni percentuali)
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si concentrano soprattutto nelle ripartizioni del Centro-Nord dove, al 1° gennaio 2019, risiede l’82,9% degli stranieri residenti in Italia. Tuttavia, negli anni più recenti gli stranieri sono aumentati di più nel Mezzogiorno (+ 3,1% nel 2018) che nel Nord (+2,3%) o nel Centro (+1,2%). Le migrazioni interne, cioè tra Comuni italiani, cui gli stranieri contribuiscono per il 18,1% confermano che il Mezzogiorno rappresenta spesso la terra di primo approdo per i flussi di migranti che, in seguito, tendono a spostarsi al Centro e al Nord in cerca di maggiori opportunità di lavoro. Il numero di nati stranieri si conferma quindi più elevato al Centro-Nord proprio in virtù di una maggiore presenza della popolazione straniera.
La maggiore attrattività delle Regioni del Centro-Nord trova conferma anche nei permessi di soggiorno dei cittadini non comunitari: più dell’85% è stato rilasciato o rinnovato nel Centro-Nord, soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto. La diminuzione dei nuovi flussi di ingresso ha riguardato invece principalmente il Mezzogiorno (-14,8%) e il Nord-Est (-10,4%).
Stranieri residenti per regione. Anno 2019 (per 100 residenti)
Nel 2019, la stabilità del tasso di occupazione degli stranieri tra i 15 e i 64 anni rispetto all'anno precedente è sintesi dell’aumento del tasso nel Nord e del calo nelle Regioni meridionali, nonché dell'aumento del tasso degli uomini e della riduzione di quello delle donne.
La lieve diminuzione del tasso di disoccupazione si deve al calo nelle Regioni settentrionali, che ha più che compensato la crescita dell'indicatore nel Mezzogiorno dove si attesta al 17,6%. Il tasso di disoccupazione permane più elevato per le donne (16,3% rispetto all'11,8% degli uomini); in particolare, il divario di genere più alto a sfavore delle donne si registra nel Nord-Ovest (oltre 6 punti percentuali).
Nel 2019 la leggera crescita del tasso di inattività della popolazione straniera è dovuta in particolare al Mezzogiorno (+1,4 punti percentuali) e alla componente femminile. Il divario del tasso di inattività tra Mezzogiorno e il Nord-Est sale a 8,6 punti percentuali.
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Al 1° gennaio 2018, l’incidenza degli stranieri in Italia è dell’8,5%, dato leggermente superiore alla media dei Paesi Ue. L’Italia occupa tuttavia il quattordicesimo posto nella graduatoria decrescente dei Paesi Ue ed è preceduta dalla Germania (11,7%), dalla Spagna (9,8%) e dal Regno Unito (9,5%). La Francia (7,0%) presenta invece un valore inferiore a quello italiano. Bisogna in ogni caso tener presente che, in questi Paesi, la storia dell’immigrazione ha radici più antiche e di conseguenza una quota più rilevante di residenti, originariamente cittadini stranieri, ha acquisito la cittadinanza.
STRANIERI RESIDENTI NEI PAESI UE - ANNO 2018 (PER 100 RESIDENTI)
Anche nel 2018 nell'Ue il tasso di occupazione per la fascia d’età tra i 20 e i 64 anni aumenta rispetto all’anno precedente, sia per la componente straniera sia per quella autoctona, e si riduce il divario tra i tassi delle due popolazioni. Il tasso di occupazione della popolazione autoctona (73,8%) è però superiore a quello della popolazione straniera (66,9%). Al contrario in Italia, come in pochi altri Paesi dell'Ue (Irlanda, Lussemburgo, Malta, Polonia, Repubblica Ceca), il tasso di occupazione è invece più elevato tra la popolazione straniera (+1,6 punti percentuali); i differenziali più alti, sopra i cinque punti percentuali, si registrano in Lussemburgo, Malta e Polonia.
Nel 2018 nell’Ue Il tasso di disoccupazione degli stranieri (11,5%), è decisamente più elevato rispetto a quello degli autoctoni (6,4%), nonostante una lieve diminuzione del divario tra le due componenti rispetto all’anno precedente. Il divario tra la componente straniera e quella nazionale è meno elevato in Italia (3,8 punti percentuali) rispetto alla Ue (5,1 punti), mentre il divario maggiore si registra in Svezia, con oltre 17 punti percentuali.
Nel 2018, nei Paesi dell’Ue, il tasso di inattività per la fascia d'età tra i 15 e i 64 anni tende a diminuire rispetto all’anno precedente per le popolazioni nazionali (da 26,5% a 26,2%) e in misura maggiore per quelle straniere (da 28,6% a 27,6%, facendo scendere il divario da 2,1 a 1,5 punti percentuali.