La garanzia dei servizi sociali è parte integrante del sistema dei diritti del cittadino ed è essenziale per un tenore di vita accettabile; per assicurare questi servizi sono quindi necessari investimenti economici. Le statistiche della protezione sociale aiutano a comprendere e quantificare le dimensioni del fabbisogno misurando l’entità della spesa di settore e dei servizi erogati. Una parte importante della spesa per la protezione sociale, in particolare, è rappresentata dalla previdenza e dall’assistenza.
In breve
- Nel 2018 la spesa per la protezione sociale è pari al 29,0% del Pil. È destinata prevalentemente alla funzione vecchiaia (48,8%) e alla funzione malattia (23,1%).
- Nel 2017, in Italia la spesa pro capite per la protezione sociale è di 8.338 euro annui, appena al di sotto della media Ue (8.388 euro). Se rapportata al Pil, la spesa dell’Italia (29,1% nel 2017) supera la media Ue (27,9%).
- Nel 2017 l'incidenza dei trattamenti pensionistici è uguale al 16,5% del Pil, in diminuzione dal 2015.
- Il 38,2% delle risorse gestite dai Comuni per i servizi sociali, nel 2017, è destinato alle famiglie con figli, il 25,9% ai disabili, il 17,9% agli anziani, il 7,4% al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, il 4,8% agli immigrati e lo 0,3% alle dipendenze da droghe e alcool.
- Nel Mezzogiorno, i livelli di spesa pro capite sono inferiori rispetto alle Regioni del Centro-Nord, ad eccezione della Sardegna.
- Nell'anno scolastico 2017/2018, il 58,3% dei Comuni italiani ha offerto servizi socio-educativi per la prima infanzia.
- I bambini al di sotto dei tre anni accolti nelle strutture socio-educative pubbliche o finanziate dal settore pubblico sono il 13,5%. La percentuale minima è in Calabria (2,1%).
ITALIA
uno sguardo d'insieme
La protezione sociale comprende la previdenza, l’assistenza e la sanità (per approfondimenti su quest’ultima si rimanda al settore “Sanità e Salute”). Nel 2018 la spesa per la protezione sociale, comprensiva della componente sanitaria, è pari al 29,0% del Pil. L’andamento nel periodo 2014-2018 evidenzia un decremento di 0,9 punti percentuali. La spesa per prestazioni sociali è prevalentemente destinata alla funzione vecchiaia (48,8%) e alla funzione malattia (23,1%).
Spesa per pensioni degli enti di previdenza (in percentuale del Pil)
Nel 2017 la spesa per prestazioni sociali, erogate dagli Enti previdenziali, registra una lieve diminuzione rispetto al 2016 passando dal 18,8% al 18,7% del Pil. Le prestazioni pro capite sono invece in aumento (5.327,0 euro annue nel 2017 a fronte di 5.250,6 euro annue nel 2016). La spesa per prestazioni sociali è solo in parte finanziata dai contributi sociali, come emerge dall'indice di copertura previdenziale uguale a 75,5% e per il quale continua la crescita registrata dal 2015.
Nel 2017 l'incidenza dei trattamenti pensionistici erogati, esclusa la quota erogata a persone trasferite all’estero, è uguale al 16,5% del Pil. La diminuzione rispetto all'anno precedente consolida il trend di flessione osservato a partire dal 2015, quando era uguale al 16,9% del Pil.
I Comuni singoli o associati hanno il compito di garantire gli interventi e i servizi sociali a favore dei cittadini, come previsto dalla legge quadro sull’assistenza (n.328/2000). Nel 2017 la spesa dei Comuni per i servizi sociali, al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, ammonta a circa 7 miliardi e 234 milioni di euro, corrispondenti allo 0,41% del Pil nazionale. La spesa pro capite per il welfare territoriale ammonta a 119 euro, a fronte dei 116 del 2016.
Nel 2017, il 38,2% delle risorse gestite dai Comuni per i servizi sociali è destinato alle famiglie con figli, il 25,9% ai disabili, il 17,9% agli anziani, il 7,4% al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, il 4,8% agli immigrati e lo 0,3% alle dipendenze (droghe e alcool). Il rimanente 5,5% della spesa sociale dei Comuni è assorbito dalle spese generali, di organizzazione e per i servizi rivolti alla “multiutenza”. Tra i servizi destinati alle famiglie con figli vi sono gli asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia. Nell'anno scolastico 2017/2018 i Comuni italiani che hanno offerto almeno un servizio tra asili nido, micronidi e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia sono il 58,3% del totale.
Per l’anno scolastico 2017/18 si conferma la ripresa dell'offerta pubblica di servizi per la prima infanzia iniziata nell'anno precedente. Infatti, la percentuale di bambini al di sotto dei tre anni accolti nelle strutture pubbliche o finanziate dal settore pubblico aveva registrato una flessione: dal 14,0% del 2010/11 al 12,6% del 2014/15, nonostante la parallela riduzione delle nascite e del potenziale bacino d’utenza che avrebbe potuto garantire un accesso maggiore al servizio. Nel 2017/18 l'indicatore è risalito al 13,5%. Nell’anno scolastico 2017/18, su un totale di oltre 194.500 bambini fruitori di strutture comunali o convenzionate con i Comuni, il 92% è iscritto in asili nido e l’8% in nidi famiglia o negli altri servizi integrativi.
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Le prestazioni per pensioni e contributi sociali sono legate alla struttura demografica e produttiva del Paese. Nel 2017, nel Mezzogiorno l'indice di copertura previdenziale (51,0%) è inferiore al dato nazionale (75,5%); la Calabria (40,3%) presenta il valore più basso, in ulteriore decremento rispetto al 2016, mentre il Centro-Nord raggiunge l’85,3%. I valori più elevati si registrano nel Nord, dove la Lombardia e le Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen presentano valori superiori a 106. Nel Centro l’indice è uguale all’80,9%; in particolare, il Lazio (100,7%) presenta il valore più elevato. La spesa per pensioni rapportata al Pil è più contenuta nel Nord-Est (14,7%), mentre il Mezzogiorno (20,8%) è l'unica ripartizione che registra un'incidenza più elevata della media nazionale.
La spesa dei Comuni per i servizi sociali, in rapporto al Pil, è mediamente più alta nel Nord-Est (0,50%), mentre risulta più contenuta nel Centro Italia e nel Mezzogiorno (0,43% e 0,42% rispettivamente) e assume i valori più bassi al Nord-Ovest (0,36%). A livello regionale, le quote del Pil più alte destinate ai servizi sociali si rilevano nella Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (1,41%), in Sardegna (1,13%), nella Provincia Autonoma di Trento (0,70%) e in Friuli-Venezia Giulia (0,92%). Sul versante opposto si trova la Calabria con lo 0,13% del Pil. Nelle Regioni del Mezzogiorno i livelli di spesa pro capite sono significativamente inferiori rispetto alle Regioni del Centro-Nord (77 euro circa a fronte di quasi 141), ad eccezione della Sardegna dove i Comuni hanno speso 229 euro per abitante. Per le altre Regioni del Mezzogiorno si passa da un minimo di 22 euro per abitante in Calabria a un massimo di 82 euro in Sicilia. Nel Centro-Nord, dove si concentra il 78% della spesa per i servizi sociali, si passa da un minimo di 88 euro pro capite in Umbria fino al massimo di 597 euro per la Provincia di Bolzano/Bozen.
A livello regionale, l’indicatore di diffusione dell’offerta pubblica di servizi socio-educativi per la prima infanzia presenta variazioni molto significative: nell'anno scolastico 2017/2018 si passa dal 100% dei Comuni della Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste che garantiscono la presenza dei servizi al 18,5% dei Comuni della Calabria. Le Regioni del Nord-Est godono mediamente di una maggiore presenza dei servizi per l’infanzia pubblici o finanziati dal settore pubblico, con una media di ripartizione dell’89,4% dei Comuni che offrono servizi; il Centro (54,3%) e il Mezzogiorno (43,1%) registrano valori inferiori al dato nazionale (58,3%).
Bambini di 0-2 anni che utilizzano servizi per l'infanzia (valori percentuali)
Fra l’anno scolastico 2014/2015 e quello 2017/2018 i Comuni del Mezzogiorno che offrono i servizi sono passati dal 35,4% al 43,1%. Tuttavia, la percentuale di utenti rapportata ai bambini residenti di età inferiore ai 3 anni mostra ancora divari molto ampi: nell’anno scolastico 2017/2018 la percentuale di bambini che ha usufruito dei servizi per l'infanzia è superiore al 20% in Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Valle d'Aosta/Vallée d’Aoste e nella Provincia autonoma di Trento, mentre in Calabria e in Campania si ha appena il 2,1% e il 3,8% rispettivamente. Il divario tra i territori è ben sintetizzato dal confronto tra i valori assunti dall'indicatore al Centro-Nord (17,8%) e nel Mezzogiorno (5,5%).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
La spesa per la protezione sociale è un indicatore collegato sia al modello di welfare adottato, sia al livello di reddito e alle caratteristiche strutturali della popolazione (la spesa è più elevata nei Paesi con popolazione polarizzata nelle classi d’età giovani e/o anziane).
Spesa per la protezione sociale. Anno 2017 (in percentuale del Pil)
Nel 2017 la spesa pro capite in Italia, pari a 8.338 euro annui, si colloca appena al di sotto della media Ue (8.388 euro) e l’Italia si conferma al dodicesimo posto tra i 28 paesi europei. Se rapportata al Pil, la spesa relativa alla protezione sociale pone l’Italia in una posizione più elevata in graduatoria, al settimo posto, con un valore pari al 29,1% e superiore alla media Ue (27,9%). Il contesto europeo mostra valori di spesa rispetto al Pil piuttosto variabili: dal minimo rilevato per la Romania (14,4%) al massimo per la Francia (34,1%).