L’assistenza sanitaria, insieme alla previdenza, rappresenta un asse portante del welfare. Obiettivo dei sistemi sanitari nazionali è promuovere e migliorare la salute dei cittadini per mezzo di iniziative di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Gli indicatori sanitari misurano una realtà che, oltre a rappresentare una voce centrale nel bilancio dello Stato, è soprattutto l’elemento primario di programmazione del sistema dell’assistenza sociale. Da oltre un decennio, in Italia e nell’Unione europea, il sistema sanitario è sottoposto a riforme che hanno come obiettivo la razionalizzazione delle risorse e il contenimento della spesa.
In breve
- Nel 2021, la spesa sanitaria pubblica è inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. La Germania è al primo posto per spesa pro capite.
- Nel 2022, le famiglie italiane hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per oltre il 24%, collocando l’Italia al settimo posto nella graduatoria dei Paesi dell’Ue per contributo delle famiglie alla spesa sanitaria.
- Nel 2021, i posti letto ospedalieri sono 3,1 per mille abitanti; il tasso si mantiene stabile nell’ultimo quinquennio. I valori più bassi si registrano nelle Regioni del Mezzogiorno (2,7), i più alti nelle Regioni del Nord-Ovest e Nord-Est (3,3). A livello europeo, l’Italia si posiziona tra i Paesi con i livelli più bassi di posti letto ospedalieri ogni mille abitanti (3,1).
- Nel 2022, il sistema ospedaliero non ha ancora pienamente recuperato i livelli di ospedalizzazione registrati prima della pandemia da COVID-19. Nel biennio 2021-2022, si registra un lieve incremento dei tassi di ricovero per malattie del sistema circolatorio e per i tumori che, tuttavia, rimangono su valori più bassi, rispetto al 2019.
- Nel 2022, per il secondo anno consecutivo, aumenta l'emigrazione ospedaliera tra Regioni, dopo la significativa diminuzione registrata nel 2020: nella maggior parte delle Regioni del Centro-Sud, caratterizzate da quote elevate di flussi in uscita, l'indice di emigrazione ospedaliera supera i livelli pre-pandemici.
- Nel 2022, il Centro-Nord registra la più alta quota di consumatori di alcol a rischio (17,0%), il Mezzogiorno quella di persone obese (13,0%) e il Centro la quota più alta di fumatori (20,7%).
- Nel 2021, in Italia, il tasso di mortalità evitabile, cioè dei decessi sotto i 75 anni che potrebbero essere evitati con un’assistenza sanitaria adeguata e stili di vita più salutari, è di 19,2 decessi per 10 mila abitanti, tra i più bassi in Europa, con forti disuguaglianze territoriali e di genere.
- Nel 2021, i tassi di mortalità delle principali cause di morte in Italia, quali le malattie dell’apparato cardiocircolatorio e i tumori, sono diminuiti rispetto all’anno precedente.
- Nel 2021, i decessi per COVID-19 sono 63.651, con un tasso pari a 8,2 decessi per 10 mila abitanti, inferiore rispetto al 2020.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Prima della pandemia da COVID-19, per il contenimento della spesa sanitaria pubblica, l’Italia, come altri Paesi dell’Unione europea, ha adottato strategie di razionalizzazione delle risorse, mirando sia a contenere il ricorso dei pazienti ai servizi ospedalieri a favore di un’assistenza in altri setting assistenziali presso servizi territoriali, sia al blocco del turn-over del personale sanitario. Per poter fronteggiare l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19, si è assistito ad una inversione di tendenza, con un incremento del finanziamento pubblico e la rimozione dei vincoli normativi all’assunzione di personale.
Nel 2021, la spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia ammonta a 126 miliardi e 785 milioni di euro, pari al 7,2% del Pil e a 2.144 euro annui per abitante.
Nel 2022, le famiglie italiane hanno contribuito, con risorse proprie, alla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) per una quota pari al 24,1%, con un aumento di 0,4 punti percentuali, rispetto al 2004. La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta il 2,2% del Pil nazionale.
Nell’ultimo quinquennio, dopo anni segnati da una costante diminuzione della dotazione di posti letto, l'offerta ospedaliera sembra essersi assestata in quasi tutte le regioni italiane. Nel 2021, l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 995 istituti di cura. I posti letto ospedalieri sono pari a 3,1 per mille abitanti. Dopo un progressivo decremento, a partire dal 2017, il tasso si mantiene stabile.
L’anno 2022 non registra un pieno recupero del decremento dell'attività ospedaliera rilevato nel 2020, in conseguenza della pandemia da COVID-19. I ricoveri ospedalieri per 100 mila abitanti in regime ordinario, per le malattie del sistema circolatorio, sono il 12,8% più bassi, rispetto al 2019 (da 1.810, nel 2019 a 1.578, nel 2022); quelli per tumori sono inferiori del 5,2% (da 1.102 a 1.044). Il recupero dei ricoveri per malattie del sistema circolatorio resta più consistente per i maschi (nel 2022, il tasso di ricovero è inferiore del 10,6% rispetto al 2019), mentre, per i tumori, risulta più consistente per le femmine (-2,9% nel 2022, rispetto al 2019).
Il programma "Guadagnare salute" della Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità sostiene gli interventi economici, sanitari e di comunicazione volti a contrastare la diffusione dei principali fattori di rischio quali fumo, alcol, stili alimentari non salutari e sedentarietà (questi ultimi strettamente connessi all'obesità). Nel 2022, in Italia, fra la popolazione di 14 anni e più, la quota dei fumatori è uguale al 19,6% e quella dei consumatori di alcol a rischio si attesta al 15,3%, mentre, tra la popolazione adulta (18 anni e più), le persone obese sono l'11,4%.
Nel 2021, il tasso di mortalità evitabile (i decessi sotto i 75 anni che potrebbero essere evitati con un’assistenza sanitaria adeguata e stili di vita più salutari) è di 19,2 decessi per 10 mila abitanti. La mortalità evitabile è costituita da due componenti: la mortalità trattabile, cioè la mortalità che potrebbe essere contenuta grazie a una tempestiva prevenzione secondaria e a trattamenti sanitari adeguati (il cui tasso è pari a 6,4 decessi per 10 mila abitanti), e la mortalità prevenibile, che può essere evitata con efficaci interventi di prevenzione primaria e di salute pubblica (il cui tasso è pari a 12,8 decessi per 10 mila abitanti). I maschi hanno un tasso di mortalità evitabile più alto delle femmine (rispettivamente 25,5 e 13,4 per 10 mila abitanti). In particolare, lo svantaggio maschile è principalmente dovuto alla componente “prevenibile”, ossia quella maggiormente legata agli stili di vita (abuso di alcol, maggiore propensione a fumare, non adeguata alimentazione, ecc.) e ai comportamenti più a rischio (eventi accidentali, attività lavorativa, ecc.).
Nel 2021, i decessi per COVID-19 sono 63.651, con un tasso pari a 8,2 decessi per 10 mila abitanti, inferiore rispetto al 2020.
Nel 2021, in Italia, i tassi di mortalità delle principali cause di morte, cioè le malattie dell’apparato cardiocircolatorio (26,7 decessi per 10 mila abitanti) e i tumori (23,3 decessi per 10 mila abitanti), sono diminuiti, rispetto al 2020. Le disuguaglianze di genere continuano ad essere più marcate per i tumori.
Tassi di mortalità standardizzati (valori per 10.000 abitanti)
Il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un Paese, è pari a 2,6 decessi per mille nati vivi, leggermente superiore al 2020.
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati della serie storica Spesa sanitaria delle famiglie (valori correnti in percentuale del Pil) -Anni 2004-2020 (dati Italia e Regioni).
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2021, a livello regionale, i livelli di spesa sanitaria per abitante sono molto variabili, a causa delle differenze esistenti nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nei modelli di gestione dei sistemi sanitari regionali. La spesa pro capite delle ripartizioni geografiche del Centro (2.151 euro), del Nord-Est (2.181 euro) e del Nord-Ovest (2.165 euro) è simile. Nella ripartizione del Centro-Nord, nel suo insieme (2.166 euro), è al di sopra della media nazionale (2.144 euro), mentre, nel Mezzogiorno, la spesa pro capite (2.102 euro) è inferiore alla spesa media nazionale.
Nel 2021, in Italia, la spesa sanitaria complessiva rappresenta l’8,7% del Pil e, di questa quota, 2,2 punti percentuali sono finanziati con risorse dirette delle famiglie. Il peso della spesa delle famiglie in percentuale del Pil è più alto nel Mezzogiorno (2,6%) e nel Nord-Est (2,3%); le Regioni in cui la quota è più elevata (superiore a tre punti in percentuale del Pil) sono Calabria e Friuli-Venezia Giulia; al di sotto della media nazionale, si trovano Lazio (2,0%), Lombardia (1,9%) e Trentino-Alto Adige/Sudtirol (1,6%). Considerando, invece, la distribuzione della spesa sanitaria tra le due componenti, pubblica e privata, il contributo delle famiglie alla spesa sanitaria totale è più basso nel Mezzogiorno (19,6%), che nel Centro-Nord, dove si attesta al 26,4%. A livello regionale, la maggiore partecipazione delle famiglie alla spesa sanitaria totale si registra in Friuli-Venezia Giulia (32,1%); le incidenze più basse si rilevano, invece, per le Regioni del Mezzogiorno, in particolare, Campania e Sicilia (18,1% per entrambe).
Come negli anni precedenti, anche nel 2021, si conferma un divario tra le aree geografiche del Paese: il Mezzogiorno, con 2,7 posti letto per mille abitanti, si posiziona al di sotto della media nazionale (3,1 per mille abitanti), a differenza del Nord-Ovest e del Nord-Est che, con 3,3 posti letto per mille abitanti, superano il valore nazionale. I valori più bassi si registrano in Calabria e Campania (2,2 e 2,5). I valori più alti si osservano in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (3,7), nella Provincia autonoma di Trento (3,7) ed in Emilia-Romagna (3,6). Rispetto al 2020, la variazione della dotazione dei posti letto non ha interessato tutte le Regioni nella stessa misura: si registrano diminuzioni in Umbria (-10,5%), Marche (-11,2%) e Calabria (-16,7%). Variazioni di segno positivo, superiori al 7%, si registrano, invece, nella Provincia autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Lazio e Molise. La distribuzione regionale degli istituti di cura conta 365 strutture ospedaliere al Nord, 204 al Centro (di cui 114 nel Lazio) e 426 nel Mezzogiorno.
Nel 2022, il recupero di parte dell'attività ospedaliera, dopo la crisi pandemica del 2020, si accompagna anche ad un aumento dell'emigrazione ospedaliera in tutte le Regioni, rispetto all’anno precedente. Le Regioni che risultano più attrattive, ossia con un’immigrazione ospedaliera di entità maggiore dell’emigrazione ospedaliera, sono principalmente nel Centro-Nord; tra esse, l'Emilia-Romagna con un indice di attrazione pari a 3,0 nel 2022, e con un’immigrazione ospedaliera in costante aumento dal 2018.
Nel biennio 2021-2022, sono in aumento i ricoveri per malattie del sistema circolatorio e per i tumori in quasi tutte le aree geografiche, eccetto nel Nord-Est relativamente ai tumori, i cui tassi sono rimasti sostanzialmente stabili. Tuttavia, i valori rimangono significativamente inferiori rispetto al 2019: -15,6% nel Mezzogiorno per i tassi di ospedalizzazione per malattie del sistema circolatorio (-12,8% in Italia) e -8,6% nel Nord-Est per i tumori (-5,2% in Italia).
Nel 2022, il consumo di alcol a rischio e l’obesità fanno emergere situazioni territoriali differenti: la quota di consumatori di alcol a rischio è più alta nella ripartizione del Centro-Nord (17%), specialmente nel Nord-Est (18,1%), rispetto al Centro (15,9%) e al Mezzogiorno (12%); viceversa, quella di persone obese è più elevata nel Mezzogiorno (13,0%) e meno nel Centro-Nord (10.5%).
Per l'abitudine al fumo, la quota più elevata si osserva, invece, nel Centro (20,7%), mentre i valori più bassi nel Nord-Est (18,4%).
Fattori di rischio - Consumatori di alcol a rischio di 14 anni e oltre. Anno 2022 (per 100 persone)
Nel 2021, la mortalità evitabile presenta delle forti disuguaglianze territoriali: il Nord-Est ha il tasso di mortalità più basso, pari a 16,9 decessi per 10 mila abitanti, mentre il Mezzogiorno quello più alto, cioè 21,8 decessi. Le differenze territoriali sono più accentuate per la componente della mortalità trattabile che prevenibile. Le Regioni presentano profili diversi per le due componenti della mortalità evitabile: alcune hanno solo una componente più elevata della media nazionale e non entrambe, indicando come sia necessario adottare politiche differenziate sul territorio.
Differenze regionali nella mortalità trattabile e prevenibile rispetto alla media nazionale italiana. Anno 2021 (per 10.000 abitanti)
Anche per il 2021, si conferma lo svantaggio del Mezzogiorno per la mortalità dovuta alle malattie del sistema circolatorio (tasso uguale a 31,6 decessi per 10 mila abitanti), rispetto a tutte le altre ripartizioni, mentre il Nord-Ovest presenta il tasso più alto (23,8 decessi per 10 mila abitanti) per la mortalità per tumore. Sempre nel Mezzogiorno, si registra il tasso mortalità infantile più alto di tutto il Paese (3,2 decessi per mille nati vivi).
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati della serie storica Spesa sanitaria delle famiglie (valori correnti in percentuale del Pil) -Anni 2004-2020 (dati Italia e Regioni).
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
La spesa sanitaria pubblica corrente italiana è di gran lunga inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. A parità di potere di acquisto, a fronte di 3.051 dollari per abitante spesi in Italia, nel 2021, la Cechia ne spende circa 3.700. Finlandia, Belgio e Irlanda superano i 4 mila dollari per abitante, Austria, Danimarca, Francia, Lussemburgo Paesi Bassi e Svezia superano i 5 mila dollari di spesa, mentre la Germania, con i suoi 6.424 dollari per abitante, si conferma al primo posto per spesa pro capite.
Il confronto europeo evidenzia che, in Italia, nel 2022, la quota di spesa sanitaria privata sulla spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) è uguale al 24,1%. I Paesi in cui i contributi della spesa privata sono maggiori si registrano in Grecia (40,8%) e Portogallo (36,6%); tutti gli altri Paesi dell’Ue presentano quote inferiori al 30% e i contributi minori spettano a Germania (13,5%) e Lussemburgo (13,0%).
Nel 2021, l'Italia, si colloca tra i Paesi dell’Ue con i livelli più bassi di posti letto ospedalieri per mille abitanti, con un valore pari a 3,1, preceduta da Francia e Germania che hanno, rispettivamente, 5,6 e 7,8 posti letto per mille abitanti.
Tra il 2020 e il 2021, si assiste ad una ripresa dei ricoveri ospedalieri in regime ordinario per tumori e malattie del sistema cardiocircolatorio, non tale da raggiungere i livelli pre-pandemici. La ripresa non è omogenea nei Paesi dell'Unione Europea: in Ungheria, Slovacchia, Estonia e Lettonia, i ricoveri risultano ancora in diminuzione. Rispetto agli altri Paesi, in Italia, con livelli di ospedalizzazione medio-bassi per queste patologie, si registra un lieve incremento dei ricoveri per malattie del sistema circolatorio (+3,1%) e per tumori (+2,2%).
Nel 2022, per quanto riguarda l'abitudine al fumo, l'Italia, con una percentuale di fumatori uguale al 19,8% della popolazione (di 15 anni o più), si colloca in posizione pressoché centrale nella classifica dei Paesi Ue; nelle prime posizioni, si trovano Francia (25,3%), Grecia e Ungheria (24,9%), mentre il fenomeno è meno diffuso in Svezia (9,7%) e Finlandia (12,0%).
Riguardo l'obesità, nel 2022, l'Italia presenta una percentuale di persone obese uguale all’11,4% della popolazione di 18 anni o più; questo dato la colloca tra i Paesi con i valori più bassi insieme a Paesi Bassi (13,9%), Francia (14,4%) e Spagna (14,9%), mentre i più alti si osservano per Ungheria (23,9%), Finlandia (23,0%) e Lettonia (21,6%).
Nel 2020, l’Italia presenta una mortalità evitabile tra le più basse in ambito europeo. Anche i tassi di mortalità per tumori e per malattie del sistema circolatorio sono inferiori a quelli della maggior parte dei Paesi europei e a quelli della media europea. L'Italia si conferma tra i Paesi con il più basso valore del tasso di mortalità infantile (2,6 per mille nati vivi, mentre la media Ue è di 3,3 per mille), valore simile a quello della Spagna.
Tassi di mortalità standardizzati per malattie del sistema circolatorio. Anno 2020 (valori per 10.000 abitanti)
Tassi di mortalità standardizzati per tumori. Anno 2020 (valori per 10.000 abitanti)
Nota: In data 07/07/2023 sono stati aggiornati i dati e i relativi testi descrittivi della serie storica Spesa sanitaria pubblica corrente (dollari per abitante in parità di potere d'acquisto) - Anno2020 (dati Europa).