Gli indicatori della finanza pubblica caratterizzano la politica economica di un Paese e sono oggetto di particolare interesse nella programmazione dell’economia dell’area euro. In particolare, la spesa pubblica e la tassazione sono i principali strumenti di politica fiscale di cui dispone un governo e rappresentano aspetti ai quali l’opinione pubblica è particolarmente sensibile.
Lo stato della finanza pubblica, così come l’andamento dell’inflazione, consente di misurare in modo sintetico il livello di stabilità economica e monetaria di un Paese; dunque, è sulla base di indicatori di questo tipo che è possibile valutare, ad esempio, le tendenze di crescita e il grado di adeguamento al patto di stabilità dei singoli Stati membri dell’Unione europea.
In breve
- Nel 2021, l’indebitamento netto dell’Italia si attesta al 7,2% del Pil, con un saldo primario pari al -3,7%.
- Nel 2021, in Italia, la spesa delle Amministrazioni Pubbliche per abitante (16.677 euro) è in linea con la media Ue27 (16.689 euro), mentre è inferiore a quella delle principali economie dell’Ue.
- Nel 2021, in Italia, la pressione fiscale raggiunge il 43,4% del Pil.
ITALIA
uno sguardo d'insieme
Il livello dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in percentuale del Pil costituisce l’indicatore di riferimento per la gestione di bilancio, sia come livello-obiettivo sia, a consuntivo, per la valutazione dello stato dei conti pubblici. Negli accordi di Maastricht, è stato fissato un deficit massimo del 3% come condizione per l’adesione all’Unione economica e monetaria (Uem). Questo vincolo è stato sospeso nel marzo 2020, a fronte del dilagare della Pandemia da COVID-19 in Europa.
Se dall’indebitamento netto si sottraggono le spese per interessi passivi, si ottiene il saldo primario che, sempre rapportato al Pil, rappresenta un altro importante indicatore di finanza pubblica.
La relazione tra indebitamento netto e saldo primario può essere molto diversa tra singoli Paesi, in funzione delle differenze negli oneri del debito.
Nel 2021, per l’Italia, l’indebitamento netto è pari 7,2%, in riduzione rispetto al 2020 (9,5% del Pil), mentre il saldo primario è negativo (-3,7% del Pil), anche questo in miglioramento rispetto al 2020 (-6,0% del Pil).
Indebitamento netto (in percentuale del Pil)
Saldo primario (in percentuale del Pil)
La pressione fiscale è un elemento fondamentale per determinare i livelli di competitività e performance del sistema economico. L’analisi delle componenti della pressione fiscale negli anni mostra gli effetti della variabilità delle politiche fiscali adottate. A fronte di una generale prevalenza delle imposte dirette negli anni Novanta, a partire dal 1998, vi è stata un’inversione di tendenza che mostra un maggiore peso relativo delle imposte indirette fino al 2006. Dal 2007 al 2010, invece, torna ad avere maggiore consistenza il peso della pressione fiscale diretta su famiglie e imprese, mentre, negli ultimi anni, si assiste a una fase più altalenante dell’andamento delle imposte. Ciò dipende prevalentemente dall’evoluzione della ripartizione della fiscalità e dei suoi proventi tra i diversi livelli di governo. Negli anni, infatti, si è assistito a un progressivo aumento dell’autonomia tributaria delle amministrazioni locali e del peso complessivo dei tributi locali sul prelievo complessivo, per effetto del decentramento di importanti funzioni di spesa al quale è seguita un’attribuzione di fonti di gettito crescenti. Nell’ultimo ventennio, In Italia, la pressione fiscale nel complesso è andata aumentando: dal 40% del Pil nel 2000, si è arrivati a un minimo del 39% nel 2005 per poi raggiungere un massimo del 43,4% nel 2013.
Nel 2021, la pressione fiscale è uguale al 43,4% (+0,7% rispetto all’anno precedente).
REGIONI l'Italia e le sue regioni
Nel 2020, come negli anni precedenti, la spesa statale per abitante regionalizzata nel Centro-Nord è superiore a quella del Mezzogiorno. Il divario, nel 2020 pari al 7,6%, mostra una notevole contrazione rispetto al 2019 (anno in cui era pari all’11,5%), tuttavia resta ancora di molto superiore al valore del 2012 (pari al 4,1%). Nella classifica delle Regioni con la più alta spesa statale per abitante, il primo posto è occupato dalla Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (17.600 euro), il secondo posto dal Trentino-Alto Adige/Sudtirol (15.900 mila euro), seguito da una certa distanza da Friuli-Venezia Giulia e Lazio (tra i 14 mila e i 15 mila euro); agli ultimi posti della classifica, si collocano Sicilia, Puglia, Lombardia, Campania e Veneto (tra i 10 mila e gli 11 mila euro). Tra le Regioni del Mezzogiorno, solo la Sardegna registra un valore della spesa che supera i 13 mila euro per abitante.
Spesa statale regionalizzata. Anno 2020 (euro per abitante)
EUROPA l'Italia nel contesto europeo
Il 2021 è segnato dalla crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria conseguente alla pandemia da COVID-19 e vede quasi tutti i Paesi dell’Unione con un rapporto tra indebitamento e Pil superiore alla soglia del 3%. La soglia, peraltro sospesa dal marzo 2020 con l’applicazione delle clausole di salvaguardia, è rispettata solo da dodici Paesi su 27 (nel 2020, 3 su 27). Tra le maggiori economie europee, Italia, Spagna e Francia hanno un rapporto tra indebitamento netto e Pil superiore alla media Ue (4,6%) e rispettivamente uguale a 7,2%, 6,9% e 6,5%, mentre, in Germania, il deficit è uguale al 3,7%. Il saldo primario è negativo in 23 Paesi su 27 (nel 2020, 26 su 27), con le uniche eccezioni di Danimarca, Lussemburgo, Svezia e Cipro.
I sistemi fiscali dei Paesi dell’Ue, pur caratterizzati da un crescente grado di armonizzazione e da molte somiglianze, presentano divari molto ampi. Per quanto attiene alla pressione fiscale nel suo complesso, si osserva una notevole variabilità: ai due estremi si pongono i Paesi nordici, con livelli di tassazione e welfare tradizionalmente elevati, e i Paesi membri di più recente ingresso, con valori notevolmente al di sotto della media Ue. Nel 2021, in Italia, la pressione fiscale risulta uguale al 43,4% del Pil, valore che la colloca al quinto posto nella graduatoria decrescente dei Paesi dell’Ue.
Pressione fiscale. Anno 2021 (in percentuale del Pil)
Nel 2021, in tutti i Paesi dell’Ue (27 Paesi), si registrano aumenti nei livelli della spesa delle Amministrazioni Pubbliche per abitante, con una crescita media del 5,2%. Nel 2021, in Italia, la spesa per abitante è cresciuta del 5,1% e ammonta a 16.677 euro, valore prossimo a quello dell’Ue (16.689 euro). Tuttavia, il nostro Paese si colloca all’undicesimo posto nella graduatoria dei Paesi europei dopo Irlanda, Francia e Germania, in cui si registrano valori della spesa per abitante compresi tra i 21 e i 22 mila euro. Tra le maggiori economie dell’Ue, solo la Spagna spende meno dell’Italia (12.906 euro). Il primato della spesa per abitante spetta al Lussemburgo, con circa 48 mila euro (+0,8% rispetto al 2020), seguito a distanza dalla Danimarca, con poco più di 29 mila euro; in Svezia, Austria e Finlandia i valori della spesa si attestano a poco più di 25 mila euro. Infine, in tutti i Paesi che hanno aderito all’Ue a partire dal 2004, oltre che in Grecia e Portogallo, si registra una spesa per abitante decisamente più contenuta rispetto alla media Ue.